Opere pubbliche, sul cantiere della Lecco-Bergamo un presidio per denunciare il blocco dei lavori
Avrebbe dovuto essere uno degli snodi più importanti della Provincia e invece la Variante di Vercurago è un enorme buco che da anni giace abbandonato

Opere pubbliche, sul cantiere della Lecco-Bergamo un presidio per denunciare il blocco dei lavori: avrebbe dovuto essere uno degli snodi più importanti della Provincia, e invece la Variante di Vercurago, tunnel che collega il quartiere di Chiuso con il Lavello di Calolziocorte, è un enorme buco che da anni giace abbandonato assomigliando sempre più a una scenografia di un film apocalittico.
Opere pubbliche, sul cantiere della Lecco-Bergamo un presidio per denunciare il blocco dei lavori
In merito, l’associazione politico-culturale Patto per il Nord (nato dalle ceneri della ex Lega Nord) ha organizzato un presidio sul sito del cantiere questa mattina, sabato 15 febbraio 2025, per lanciare un appello alle Provincie di Lecco e Sondrio sulla situazione a loro dire drastica delle opere pubbliche per i Giochi Olimpici. Presenti anche Paolo Grimoldi, ex membro della Camera dei deputati e segretario di Patto per il Nord, e anche Jonny Crosio, ex senatore e referente Patto per il Nord Valtellina. Motivo del presidio è denunciare l’inettitudine delle istituzioni di fronte alle opere pubbliche che non sono state completate e/o mai studiate in una regione, come la Lombardia, che tra meno di un anno ospiterà i XXV Giochi Olimpici invernali.

In questo senso, la voragine di Chiuso è un luogo emblematico per l’associazione. La questione d’altronde è arcinota, anche perché del cantiere della Lecco-Bergamo se ne parla ormai da 24 anni, a partire dal 2001, momento in cui risalgono i primi atti dei lavori. Il cosiddetto «Lotto San Girolamo» era stato infatti aggiudicato alla ditta Salc Spa del gruppo Salini; tuttavia, a cantiere già avviato, e dopo aver scavato solo la prima parte del tunnel a Chiuso, l’impresa apre una vertenza con la Provincia di Lecco, ente committente, lamentando presunte lacune progettuali e finanziarie. Da lì, tutto si è bloccato, e chi ne ha pagato di più sono i cittadini del quartiere di Chiuso, in primis, e in secondo luogo i pendolari che ogni giorno affollano il trafficatissimo tratto stradale che da Vercurago porta a Calolzio e poi nella bergamasca.
«Siamo l’unico esempio mondiale che avrà i Giochi Olimpici – ha dichiarato Paolo Grimoldi – e non c’è una sola opera pubblica di utilità quotidiana che rimarrà sul nostro territorio il giorno dopo che le Olimpiadi saranno finite. Ma anche in funzione degli stessi, perché sono molti i cantieri bloccati: la Tremezzina, la Val Cavargna è isolata per una frana, la metropolitana Milano-Monza che non è stata finanziata, e poi c’è la Lecco-Bergamo che da sola rappresenta uno scandalo. Infatti, non solo non viene finanziata (mentre trovano 15 miliardi per il ponte sullo Stretto di Messina) ma anche e qualora venisse fatto il risultato non sarà sufficiente; non riescono a completare il passaggio sotterraneo che, ricordiamolo, non va da Lecco a Bergamo, ma passa solo Vercurago e Calolzio».
La protesta solleva, inoltre, un dubbio tra le fila dei membri di Patto per il Nord, il quale desta molta preoccupazione specie tra i pendolari e gli abitanti delle zone “di passaggio” dei Giochi Olimpici: «In occasione delle Olimpiadi non hanno finanziato nulla (la tangenziale di Tirano è stata, infatti, appaltata in tempi non sospetti). Il problema è che da Orio al Serio, snodo aeroportuale da cui atterreranno atleti, rappresentanti, o semplici visitatori, come arriveranno in Valtellina?». C’è chi sdrammatizza e risponde: «A piedi». Ma altri fanno anche notare che attualmente tra Orio al Serio e la Valtellina c’è una distanza di oltre 2 ore di macchina, e sul tratto tra Vercurago e Calolzio il traffico è notoriamente il più insidioso, con code che si protraggono, alle volte, anche per più di un’ora. «Siamo nati per occuparci delle problematiche sul nostro territorio – continuano dal sodalizio – hanno presentato un emendamento per togliere il tetto di spesa al Ponte di Messina, un’opera non prioritaria ma palesemente propagandistica; mentre per un cantiere paralizzato da 15/20 anni come quello della Lecco-Bergamo non c’è un rappresentante che si batta per finanziarne il completamento ridonando così vitalità a un territorio come quello di Lecco e Bergamo che merita dignità».
Ormai pare chiaro quale sia il punto di vista di Patto per il Nord, che durante il presidio di sabato ha anche appeso alle transenne del cantiere dei poster satirici raffigurante il Ponte sullo Stretto associato a una gallina dalle uova d’oro: «Miliardi per un ponte dove manca l’acqua dai rubinetti» recita la scritta soprastante. Il gruppo lamenta insomma la mancanza di interesse da parte dei Governi per i territori della Lombardia, chiamati tra un anno a una sfida epocale. A pagarne più le conseguenze sono i cittadini di Chiuso, che ormai da anni convivono con il cantiere che paralizza ambientalmente ed economicamente il quartiere. «Ormai nessuno alza più la voce per Chiuso – ha commentato un residente – molti si sono rassegnati, ma noi no, dobbiamo farci sentire». A essere d’accordo è anche Jonny Crosio: «L’appello è rivolto anche alla Regione – ha commentato – Ieri a Sondrio, dove si è celebrato il conto alla rovescia per i Giochi, hanno ribadito che saranno “le Olimpiadi di tutti”. Ma tutti chi? Forse per gli amici dell’Alta Valle (che si meritano il prestigio di organizzare una così importante manifestazione), ma noi, e anche gli amici di Lecco, raccoglieremo solo traffico e smog».
Infine, una provocazione rivolta anche all’attuale Governo: «Hanno fatto passare – ha scherzato Grimoldi – un finanziamento alle montagne italiane di 11 milioni di euro (Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane dell’11 dicembre 2024, ndr.) limitandolo però solo alla Basilicata e alla Sicilia. Perché le Orobie e le Prealpi non sono montagne giustamente…». Poi, concludendo: «Negli ultimi 2/3 anni è venuto meno il concetto di reciprocità. Vengono avviate opere faraoniche come lo Stretto di Messina, ma nessun corrispettivo investimento nelle zone economicamente dinamiche del Paese, cioè il Centro-Nord. Il risultato è che persino con i Giochi Olimpici tutto rimane fermo, e la dimostrazione ce l’abbiamo davanti agli occhi, con un’opera come la Variante di Vercurago che si potrebbe fare in un anno e invece è bloccata da quindici».
Sarebbe decisamente utile soprattutto in vista della chiusura del ponte di Brivio