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Officina Badoni: un anno di relazioni e comunità nel cuore di Lecco

Il rapporto annuale della Fondazione Comunitaria del Lecchese racconta dodici mesi di iniziative culturali, percorsi formativi e luoghi aperti alla città, tra giovani, partner e cittadini.

Officina Badoni: un anno di relazioni e comunità nel cuore di Lecco

Nel cuore vivo di Lecco, tra le pareti che un tempo custodivano lavoro e ingegno, Officina Badoni si è fatta racconto: un luogo che respira insieme alla città e che, dopo dodici mesi di attività, torna a mostrarsi attraverso un rapporto che ne illumina ogni passo, ogni voce, ogni relazione nata al suo interno.

Officina Badoni: un anno di relazioni e comunità nel cuore di Lecco

È stato presentato oggi, venerdì 14 novembre 2025, negli spazi di Officina Badoni a Lecco il rapporto sul primo anno di attività del progetto promosso dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese, un’occasione pensata per raccontare in modo approfondito quanto avvenuto in questi dodici mesi. La scelta è stata quella di concentrare l’attenzione proprio sull’esperienza di Officina Badoni più che sull’insieme delle attività della Fondazione, pur rimanendo quest’ultima un elemento essenziale e indissolubile del percorso. Per la presentazione sono state realizzate due pubblicazioni, anche se inizialmente non era previsto. La prima, più corposa, raccoglie tutte le attività svolte in questo primo anno, dalle iniziative culturali ai percorsi formativi, fino ai progetti condivisi con partner e scuole, e rappresenta il vero e proprio prospetto annuale del lavoro realizzato. La seconda è nata quasi per caso: all’architetta milanese Elena Granata era stato chiesto soltanto un breve contributo di due pagine da inserire nel rapporto, ma ha preferito trasformarlo in una pubblicazione autonoma, più ampia e ragionata. Il suo testo, distribuito alla stampa e ai cittadini, parte dall’esperienza di Officina Badoni per affrontare il tema dei luoghi di comunità, in un ragionamento che supera i confini provinciali e parla a un pubblico più vasto.

Durante la presentazione è intervenuta Maria Grazia Nasazzi, che ha sottolineato come Officina Badoni sia ormai entrata a pieno titolo nella vita stessa della Fondazione, un passaggio importante «per chiarezza di immagine». Ha richiamato poi il ruolo della comunità, che qui prende forma concreta: il rapporto annuale raccoglie infatti le testimonianze dei molti protagonisti che sono transitati da questo spazio, in un progetto che si fonda sulla corresponsabilità collettiva. «I luoghi senza relazioni sono solo muri», ha ricordato, evidenziando come Fondazione Comunitaria si sia spalancata all’esperienza del territorio accogliendo compagni di viaggio diversi, ognuno con il proprio contributo.

Paolo Dell’Oro, segretario generale della Fondazione, ha ricostruito il modello gestionale scelto per Officina Badoni. Non si è voluto puntare su una gestione diretta del palazzo, ma nemmeno affidarlo completamente all’esterno. Si è preferita una soluzione intermedia, nata da un concorso di idee e da un invito rivolto alle realtà del territorio: «Provate a mettervi insieme e a sviluppare un progetto nuovo». Una logica confermata anche da Simone Buzzella, responsabile del progetto, che ha spiegato come ogni partner abbia messo a disposizione le proprie competenze, ma all’interno di una visione condivisa. Il coinvolgimento dei giovani è stato uno degli obiettivi centrali fin dall’inizio, affiancato dai contributi di realtà più vicine all’ambito culturale e dalla presenza del bar gestito da Il Grigio, che ha contribuito a creare un luogo vivo, accessibile e capace di accogliere.

Il bilancio del primo anno mostra un’attività intensa e continua, con una media di 168 persone al giorno che sono entrate nello spazio. La sala corsi è stata utilizzata 240 volte, mentre gli eventi organizzati nell’arco dei dodici mesi sono stati 280, tra cui 56 serali, 46 percorsi di formazione, 64 conferenze e 35 seminari. Officina Badoni si è affermata anche come luogo “fuori scuola” frequentato dai ragazzi e ha ospitato numerosi tirocini e progetti PCTO. Vista la grande partecipazione registrata, l’evento dedicato alla cittadinanza verrà replicato il 3 dicembre, dopo che la data del 14 si è rivelata sold out.

Durante l’incontro c’è stato spazio anche per un aggiornamento sul lavoro della Fondazione Comunitaria nel suo complesso. Dell’Oro ha ricordato che da gennaio 2024 sono stati erogati sul territorio 7 milioni e 400 mila euro, risorse provenienti da tre canali: la Fondazione stessa, Fondazione Cariplo e le donazioni dei cittadini, che da sole rappresentano i tre quarti del totale. «Il trend è in crescita e la generosità della comunità ci colpisce sempre», ha commentato.

In conclusione, Maria Grazia Nasazzi ha condiviso una riflessione personale sul percorso compiuto: «Con molta umiltà dico che abbiamo lavorato molto su quest’opera. Non eravamo certi di aver pensato a tutto. La nostra preoccupazione non era solo quella di avere una sede nuova: qui avevamo due possibilità, tenerci lo spazio per noi oppure aprirlo al pubblico». Ha ricordato l’attenzione ai gesti, la cura dei dettagli, il tentativo di costruire un clima accogliente, e anche i dubbi iniziali: «Molte volte ci siamo chiesti: ma poi verrà qualcuno da noi?». La presenza del bar, ha aggiunto, ha contribuito in modo determinante a far avvicinare le persone: «C’è proprio una capacità di accogliere. Anche chi c’è al bar fa la differenza».

Andrea Gianviti