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Matteo Ripamonti, il ricordo di Benaglia, segretario generale Fim Cisl nazionale

"Matteo è stato un brillante rappresentante dei sindacalisti che hanno voluto far crescere il sindacato in un impegno denso di valori e solidarietà"

Matteo Ripamonti, il ricordo di Benaglia, segretario generale Fim Cisl nazionale
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La scomparsa di Matteo Ripamonti ha profondamente scosso non solo il mondo dell’associazionismo, del volontariato e della politica lecchese, ma anche il mondo sindacale dei metalmeccanici della Fim Cisl, di cui Matteo è stato importante esponente.

Matteo Ripamonti, il ricordo di Benaglia, segretario generale Fim Cisl nazionale

Così lo ricorda Roberto Benaglia, segretario generale Fim Cisl nazionale:

Matteo ha lasciato forti ricordi non solo nei tanti sindacalisti lecchesi, ma anche in molti sindacalisti in carica ed ex sia a livello lombardo che nazionale, che sono rimasti colpiti dalla prematura perdita. Matteo è stato un brillante rappresentante di quella affollata leva di delegati sindacali prima, e sindacalisti a tempo pieno poi, che hanno voluto con impegno e dedizione far crescere il sindacato in un territorio permeato di lavoro e far crescere se stessi in un impegno denso di valori e solidarietà. Nell’ultima parte del Novecento il sindacato è stato, forse insieme solo agli oratori, il principale "vivaio sociale" nel quale decine di operai hanno saputo prendere la parola e si sono rimboccati le maniche con sacrifici per occupare in modo fertile la scena del lavoro e dell'affermazione dei diritti e della tutela di chi lavora. Matteo ha saputo interpretare al meglio le caratteristiche di un sindacalismo popolare, pragmatico, sobrio, valoriale e utile alle persone, ben lontano dagli stereotipi gridati, populisti ed eclatanti che invece sempre più oggi lo stanno caratterizzando in generale e che i media alimentano. Servire e mai servirsi del ruolo sindacato è stato lo stile con cui Matteo ha operato nella Fim prima e nella Cisl poi, interpretando la cifra di una generazione di sindacalisti metalmeccanici, nata anche sulla base di esempi e maestri come Antonio Gilardi, che ha saputo non solo darsi molto da fare a Lecco (arrivando addirittura a momenti nei quali tutti i dirigenti sindacali delle categorie del privato e addirittura della sanità erano di provenienza metalmeccanica), ma che in diversi casi ha raggiunto ruoli sia sul piano regionale che nazionale. Lecco è stata una delle migliori espressioni di un sindacato-comunità che ha saputo rendere più giusto ed equo uno sviluppo economico che da solo non poteva certo bastare. La sede di via Besonda, che ho avuto la fortuna di frequentare alla fine degli anni Ottanta come sindacalista degli alimentaristi, con un ufficio proprio di fianco a quello di Matteo, è stata la casa, allora frequentatissima nell’epoca senza social e whatsapp,  di un popolo di lavoratori e delegati che avevano un posto in cui mettere davanti il noi all’io e crescere insieme dentro le battaglie per la difesa dei posti di lavoro in crisi o per la contrattazione di nuovi diritti e migliori salari. Avere avuto esempi silenziosi e non ostentati come quelli di Matteo ha dato a tanti di noi solidi punti di riferimento e basi per continuare ad impegnarsi nel sindacato delle fabbriche, che continua ad essere un importante riferimento proprio in questi tempi di grandi cambiamenti.

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