Una sala piena, un’atmosfera carica di energia e una grande passione per il climbing. Venerdì 7 novembre 2025, nella sala conferenze del Palazzo del Commercio di Lecco, si è tenuto un evento che ha unito medicina e sport: Clinica San Martino e ASD Ragni di Lecco hanno ufficializzato una collaborazione dedicata alla salute della mano nel mondo del climbing. Evento introdotto e coordinato impeccabilmente da Fabio Palma, ingegnere nucleare, scrittore e soprattutto past president dei Ragni, nonché allenatore di alcuni grandi atleti come Beatrice Colli. Ospite d’eccezione proprio Beatrice Colli, giovane promessa dell’arrampicata italiana, specialista della Speed e con un ricco palmarès (2 campionati mondiali giovanili) che ha portato la sua esperienza e il suo entusiasmo.
«Da anni ci occupiamo di chirurgia della mano, oggi il team è composto da sei professionisti coordinati dal dottor Marco Ghezzi. Accanto alla chirurgia è nato anche un centro di primo soccorso», ha spiegato Alberto Pedretti, Dg di Clinica San Martino, sottolineando l’importanza di un presidio medico specializzato per affrontare gli infortuni legati all’arrampicata.
Mani protette, passione sicura: Clinica San Martino e Ragni di Lecco insieme
Luca Passini, presidente dell’ASD Ragni, ha raccontato l’evoluzione dell’attività dei Ragni e della loro palestra: «Questa struttura è un punto di riferimento per gli appassionati dell’arrampicata. Lo dicono i numeri: oggi organizziamo 10 corsi all’anno con 30 bambini cadauno, ma abbiamo 200 ragazzi in lista d’attesa. Negli ultimi tempi l’agonismo ha portato a un aumento degli iscritti e, purtroppo, anche degli infortuni, perché è avvenuto un cambiamento significativo: è salito il livello, sono cambiate le prese e sono cresciute le problematiche a dita, polsi e spalle».
Marco Necchi, chirurgo della mano di Clinica San Martino, ha compiuto un viaggio affascinante nell’anatomia e nella biomeccanica della mano: «È un organo intimo, complesso, composto da 29 ossa e decine di articolazioni. Per un climber, è lo strumento essenziale per ogni movimento». Attraverso esercizi pratici, ha mostrato come le dita si attivano, come si sviluppa la forza e quali sono i rischi legati a un allenamento scorretto. Necchi ha analizzato le principali prese dell’arrampicata – Sloper, Half Crimp, Full Crimp e Pouch – spiegando quali siano le più sicure e quali invece vadano gestite con cautela. «Il gesto dell’arrampicata è una catena cinetica che parte dalla spalla e arriva alle punte delle dita. Senza un allenamento intelligente, il rischio di tendiniti, fratture e entesopatie è concreto».
«Non esiste una raccolta dati sui climbers. È una scienza di nicchia, ma serve creare cultura. Fidarsi dei trainer e dei fisioterapisti è fondamentale. Il dolore non deve accompagnarci: il rischio è trasformare la passione in patologia» ha precisato Angela Trabucco, chirurgo della mano.
Cecilia Sesini, fisioterapista, ha illustrato le tre fasi della riabilitazione post-infortunio – infiammatoria, proliferativa e rimodellamento – evidenziando l’importanza di un recupero graduale e personalizzato. Ha presentato anche uno studio su diversi protocolli di allenamento: «Il gruppo che si allenava solo arrampicando non ha mostrato miglioramenti. La diversificazione è la chiave».
A chiudere la serata, l’intervento di Beatrice Colli, che ha raccontato il suo percorso sportivo, le sfide affrontate e l’importanza di ascoltare il proprio corpo: «Arrampicare è libertà, ma anche responsabilità. Conoscere la propria mano, rispettarla, allenarla con intelligenza è il primo passo per scalare in sicurezza».
