“Come l’architetto può contribuire alla crescita della comunità?”: questa è la domanda che è stata posta a diverse personalità del territorio in occasione del centenario della nascita dell’Ordine professionale degli Architetti, celebrato nella mattinata di ieri, sabato 23 giugno 2023, in piazza XX Settembre a Lecco con un evento aperto alla cittadinanza.
L’Ordine degli Architetti compie 100 anni
Per l’occasione i professionisti dell’Ordine si sono messi a disposizione dei cittadini per rispondere a domande e curiosità sulla professione dell’architetto; inoltre un totem appositamente allestito ha proiettato le interviste realizzate ad alcune personalità della città e ad altri colleghi.
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La partecipazione alla vita della comunità
Così il presidente dell’Ordine lecchese Anselmo Gallucci ha risposto alla domanda iniziale su come l’architetto possa contribuire alla crescita della comunità: “Dopo cent’anni dall’istituzione dell’ordine degli architetti, possiamo contribuire alla crescita locale mettendo a disposizione le nostre competenze e, attraverso l’iscrizione all’Ordine, garantendo la qualità dei nostri iscritti, ma anche dimostrando una maggiore attenzione rispetto alla partecipazione all’interno di una comunità: essendo cioè sì architetti, ma anche cittadini, mettendo quindi a disposizione le nostre competenze e al contempo partecipando ai luoghi della città”.

La responsabilità degli architetti: rendere il territorio fruibile
“La responsabilità degli architetti – queste le parole della presidente della Provincia Alessandra Hofmann – è rendere il territorio fruibile per la comunità. Oggi nella nostra provincia si tende ad abbandonare i centri storici: penso che gli architetti insieme alle amministrazioni debbano puntare a ridare vita alle radici del territorio”.
La creazione di spazi di aggregazione e il tema dell’abitare
Anche il sindaco Mauro Gattinoni ha concordato sul tema della rigenerazione urbana, sottolineando come l’architettura debba puntare alla creazione di spazi di aggregazione e al tema dell’abitare, declinato per le giovani coppie – il cui reddito è spesso inferiore rispetto alle cifre richieste in città a metro quadro – e per gli anziani, per i quali si rendono necessari spazi che possano garantire loro la massima autonomia.