L'intervento

"Lecco: taglio di piante in via Pasubio, una vecchia storia che si ripete"

"Ogni pianta è un valore assoluto da conservare e da crescere, perché non potremo più permetterci di aspettare altri vent’anni per riavere ciò che abbiamo perso"

"Lecco: taglio di piante in via Pasubio, una vecchia storia che si ripete"
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Di Lello Bonelli, presidente Wwf Lecco e Laura Todde, presidente Legambiente Lecco

Oggi Via Pasubio a Lecco è tutta un’altra strada. Sono passati vent’anni o poco più dalla piantagione dell’alberatura di bagolaro Celtis australis lungo la via, una volta finiti i lavori dell’attraversamento di Lecco, ed ecco l’ennesima “rivoluzione del verde” nella città: viene estirpata una intera schiera di piante cancellando definitivamente la connotazione del luogo. Il progetto (anni 90) era decisamente carente per scelta della specie e spazi disponibili, ma, nel frattempo, gli gli anni trascorsi, da quando furono collocate, ci hanno regalato piante mature, folte e sane: la fretta dei tecnici comunali, che devono risolvere velocemente gli impicci nella gestione della cosa pubblica, ha sentenziato in due giorni di cancellare l’ennesimo pezzo di patrimonio verde della città.

Via Montanara (prima)

Ci si chiede perché non si sia ragionato per conservare il valore botanico e, in generale, ecologico di quella alberatura, attraverso potature mirate per ridare sfogo alla illuminazione pubblica, con lavori di assestamento del marciapiede, delimitando bene e meglio lo spazio vitale dell’appartato radicale come fatto poco più a nord, lungo la via, riconoscendo i benefici che questi organismi viventi ci regalano quotidianamente nel respirare la CO2, nel fare ombra e frescura in estate, nell’offrire riparo a uccelli e insetti. Alcuni anni fa alcuni esemplari della stessa pianta, nella vicina Via Montanara, sono stati salvati allargando lo spazio verde a disposizione delle radici e garantendo la regolarità e funzionalità del marciapiede (vedi documentazione fotografica).

Via Montanara (dopo l'intervento di ripristino)

Sarebbe bastato fare altrettanto, visti i risultati acquisiti Ora il Comune promette di sostituire quelle grandi piante di via Pasubio, con altre, geneticamente progettate per restare confinate in piccoli spazi, non crescere e, quindi, non dare più fastidio nemmeno ai propri uffici. Domina ancora dilagante la logica che una pianta è equiparata ad un arredo urbano, né più e né meno di una panchina: una volta messa al suo posto deve restare tale e quale, deve essere resistente e durare nel tempo, ma senza creare problemi di manutenzione. Leviamoci ogni futura scocciatura.

Via Pasubio

Invece chi si occupa di amministrare la città deve sapere che il verde urbano, dalle piante più maestose ai ritagli di prato tra un posteggio e un passo carraio, è vivo ed interconnesso con noi e con la città, non è un sistema chiuso che si può mettere e togliere come mattoncini di un “lego”. È un organismo vivente diffuso capillarmente che richiede attenzione, cura e manutenzione, al quale bisogna dedicare risorse e tempo, per il quale ci si deve spendere senza esitazione nell’aiutarlo a sopravvivere e a crescere in una città che cambia più in fretta di quanto esso sia in grado di adattarsi da solo; per queste ragioni critichiamo che l’Amministrazione abbia nuovamente scelto l’opzione del taglio. Soprattutto oggi, momento in cui ogni pianta è un valore assoluto da conservare e da crescere, perché non potremo più permetterci di aspettare altri vent’anni per riavere ciò che abbiamo perso.

Lello Bonelli, presidente Wwf Lecco e Laura Todde, presidente Legambiente Lecco

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