chiamati a guardare in alto

Lecco, l'arcivescovo Delpini consegna il mandato ai giovani: "Andate avanti, Gesù vi aspetta"

Ieri sera il Festival della speranza con i giovani della Diocesi di Milano; il cambio location all'ultimo a causa dell'ondata di maltempo: l'incontro con Delpini si è tenuto nel Santuario della Vittoria

Lecco, l'arcivescovo Delpini consegna il mandato ai giovani: "Andate avanti, Gesù vi aspetta"
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Un cambio di programma improvviso nel tardo pomeriggio di ieri, sabato 21 giugno 2025, per il Festival della speranza, all'insegna dello slogan "Chiamati a guardare in alto", dove i protagonisti erano i giovani della Diocesi ambrosiana; la forte ondata di maltempo ha infatti causato il crollo della ruota panoramica in piazzale delle Foibe, proprio il luogo nel quale era previsto l'incontro con l'arcivescovo Mario Delpini, che si è quindi tenuto all'interno del Santuario della Vittoria.

Lecco, l'arcivescovo Delpini consegna il mandato ai giovani: "Andate avanti, Gesù vi aspetta"

L'arcivescovo ha consegnato il mandato ai giovani che si recheranno al Giubileo dei giovani, che si terrà a Roma dal 28 luglio al 3 agosto, ma anche a coloro che partiranno per esperienze di volontariato e di missione in Italia ed all'estero, promosse dalla Caritas ambrosiana, dal Pime, da CSI (Centro Sportivo Italiano) e altre associazioni.

Oltre all'arcivescovo Delpini, erano presenti il vicario episcopale monsignor Gianni Cesena, il prevosto di Lecco monsignor Bortolo Uberti, e altri vicari episcopali della nostra diocesi.

A dare l'accoglienza istituzionale all'arcivescovo l'assessore all'Istruzione Emanuele Torri, che ha portato i saluti del sindaco Mauro Gattinoni:

A voi giovani voglio augurare di vivere quella stessa esperienza che per molti studenti della mia generazione, tra cui il nostro sindaco, è stata il Giubileo del 2000: dall'incontro con Papa Giovanni Paolo II e con tanti altri giovani sono germogliate scelte di vita importanti, comprese quelle relative all'impegno per la politica. Vi auguro di vivere un'esperienza di relazioni vere, in cui provare quell'energia che si scatena in un contatto, ma quel contatto vero, reale (non quello dei social) che solo certe esperienze sanno regalare. Vi auguro inoltre che questa esperienza possa fare nascere in voi una vocazione che possa poi diventare una strada da intraprendere. Oggi avete sentito parlare di speranza: nella terra dei Promessi Sposi, in cui Renzo e Lucia hanno saputo affidarsi a quella certezza che Dio non turba mai la gioia dei suoi figli se non per prepararne loro una più certa e più grande, vi auguro di poter sempre fare affidamento alla speranza cristiana, sostenuta dalla Provvidenza".

Infine, l'assessore Torri ha citato il cardinal Martini: "Nel buio più cupo anche una luce flebile è in grado di illuminare la notte: vi auguro di potervi sempre affidare a questa luce e che tutti voi possiate essere la nostra speranza per un mondo migliore!".

Al termine della cerimonia è iniziata la veglia di preghiera, caratterizzata anche dalla lettura di brani dei Promessi Sposi, alternati a letture bibliche. Infine, la bolla di indizione del Giubileo, "Spes non confundit" di Papa Francesco, il tutto accompagnato dai canti eseguiti dai giovani.

Infine, l'intervento dell'arcivescovo:

"Per andare avanti sì, ma verso dove? Alcuni incontrano Gesù, incrociano il suo sguardo, sentono la sua voce, vivono la vita come una vocazione, vanno avanti, guardano al futuro, prendono decisioni per la loro vita.

Avanti, avanti... ma verso dove? Hanno ricevuto la promessa di Gesù, che ha detto a loro io ti aspetto. La speranza dei discepoli di Gesù è quell'amicizia, quella fede, quell'attrattiva di chi ascolta la promessa: 'Io ti aspetto'.

Partire; forse è obbligatorio partire d'estate, forse la domanda inevitabile a settembre è: 'Dove sei stato?'. Partire per andare via, via dal caldo, via dal lavoro, via dai rapporti noiosi, via dalla ripetizione insopportabile, via dallo studio, dalla famiglia, dalla comunità... partire, per assumere un compito, partire per obbedire a un mandato, raggiungere una meta, portare a compimento la propria vocazione. Partire per portare un segno di solidarietà, per portare una parola di vangelo, per portare un'offerta di amicizia.

Partire. Sì, ma ce la farò? Partire sì, ma se poi mi stanco troppo? Partire sì, ma se poi cambio idea? Partire sì, ma non so se vengono con me i miei amici, e senza di loro cosa faccio? Partire sì, ma se poi a casa succede qualcosa? Chi ha incontrato e conosciuto Gesù, chi ha raccolto le sue confidenze si è sentito dire 'Io ti accompagno, io sono con te, io non ti lascerò mai, io sono la vite che tiene vivi i tralci, sono la vita che tiene viva la vita. La speranza dei discepoli non è l'impresa solitaria, il volontarismo della fiducia: è piuttosto un dimorare in quella relazione di fiducia e di amore che rende capaci di vivere, attraversare le insidie, riconoscere la presenza di Gesù laddove non te lo aspettavi.

Ci sono poi quelli che hanno nostalgia del fragore e del vento impetuoso, mentre l'ordinario scivola in un declino inarrestabile, mentre l'umanità invecchia nel vecchio continente e sembra che la vita non sia più desiderabile. Alcuni cercano sicurezza in un rifugio, al riparo dalla vita e dal suo rischio, una solitudine più rassicurante di un legame, di un amore, un paradiso indisturbato per sottrarsi a un mondo che sembra un inferno. Ma ci sono quelli che hanno nostalgia del fuoco e del vento impetuoso, che si raccolgono in preghiera e ascoltano la promessa di Gesù: quando verrà Lui lo spirito della verità vi guiderà a tutta la verità, e chi ascolta la confidenza di Gesù sente la sua promessa: 'Io ti accendo'. Questo è l'essenziale. Se noi riusciamo realmente a incontrare Gesù, a sperimentare che è una presenza viva perchè è risorto, una presenza affettuosa, perchè dice 'Io vi ho chiamato amici', una presenza affidabile, io credo che tutti noi chiamati a partire per le diverse forme di pellegrinaggio e solidarietà dovremmo, e di fatti abbiamo, la grazia di incontrare Gesù e Gesù ci dice queste tre parole: 'Io ti attendo', 'Io ti accompagno', 'Io ti accendo'.

Mario Stojanovic

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