Lecco: i negozi di vicinato ormai sono un lusso
La provincia di Lecco, da questo punto di vista, è tra le peggiori d’Italia: si posiziona al 95esimo posto su 107 province.
Uscire di casa e raggiungere un negozio di alimentari a piedi è ormai un lusso per i lecchesi. Meno di uno su tre, per l’esattezza il 28,5% dei residenti, può fare la spesa a piedi. E’ l’allarmante dato emerso nell'ambito del progetto Urban Pulse 15, elaborato dal Centro studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne in collaborazione con IlSole24Ore. La provincia di Lecco, da questo punto di vista, è tra le peggiori d’Italia: si posiziona al 95esimo posto su 107 province.
Come è stato misurato il dato lecchese? In pratica, attraverso tecniche di geo analisi è stata calcolata la quota di popolazione in grado di raggiungere in 15 minuti a piedi almeno un negozio della grande distribuzione organizzata (iper e supermercati, discount e minimarket) o del piccolo commercio al dettaglio (panifici, macellerie, pescherie, fruttivendoli, e così via).
"L’indice provinciale della capillarità dei servizi alimentari può essere “scomposto”, a sua volta, in due sotto-indici che misurano il livello di accessibilità alle due tipologie di commercio prese in esame (Gdo e piccolo commercio), ciascuno calcolato sia in ambito urbano, sia in ambito extraurbano, quindi all’interno del capoluogo e in tutti gli altri Comuni di cintura delle 107 Province - spiegano sul Sole - Più nel dettaglio, infatti, l’analisi consente di distinguere la prossimità della grande distribuzione da quella dei piccoli negozi di vicinato, e il livello di diffusione tra aree urbane ed extraurbane".
Lecco: i negozi di vicinato ormai sono un lusso
Un problema non da poco per gli anziani del territorio, evidenzia lo Spi Cgil Lecco. "I negozi di vicinato rappresentano infatti un punto di riferimento fondamentale per la fascia di popolazione più avanti con l’età. Sono raggiungibili senza auto, il che è importantissimo per gli anziani che hanno limitazioni di mobilità o che non guidano. - sottolineano dal sindacato pensionati della Camera del Lavoro di Lecco - Offrono opportunità di interazione sociale, essenziale per combattere la solitudine e l'isolamento, purtroppo comuni tra gli anziani. Ma i piccoli esercizi commerciali sono anche custodi e sentinelle sociali rispetto allo stato di salute e alle problematiche della terza età, ruolo confermato durante i drammatici mesi della pandemia. La familiarità e la sicurezza percepita in un ambiente conosciuto, come un piccolo negozio di paese o di quartiere, possono rendere gli anziani più sicuri e autonomi nelle loro attività quotidiane. Senza considerare i benefici comunitari: il commercio di vicinato contribuisce a mantenere vivaci i quartieri, migliorando la qualità della vita di chi vi abita".
“La progressiva chiusura dei negozi di vicinato è un dato che allarma – spiega Pinuccia Cogliardi, Segretaria generale dello Spi Cgil Lecco – da parte nostra chiediamo alle istituzioni di mettere in campo azioni per invertire questa tendenza, o quantomeno fermarla. Servono più risorse per sostenere il commercio di vicinato, con interventi non una tantum ma strutturali, come chiesto anche da Confcommercio a livello locale e nazionale”.
In generale le tre province italiane dove è più facile trovare un negozio o un supermercato vicino a casa sono risultate Barletta-Andria-Trani (il 68,4% abita a meno di 15 minuti di distanza a piedi), Bari (63,7%) e Cagliari (63,4%). Nel solo commercio al dettaglio primeggia Napoli, sia in città (83%) che in provincia (66,8%).