Lecco dice no al Ddl Sicurezza con un presidio davanti alla Prefettura
"Lo scopo di questa manifestazione è aumentare la consapevolezza dell'opinione pubblica riguardo le possibili conseguenze negative che il disegno di legge 1236 potrebbe avere sui diritti umani"
"Contro lo Stato della violenza, ora e sempre Resistenza". Questo lo slogan scandito a più voci oggi, venerdì 17 gennaio 2024, durante la manifestazione andata in scena in corso Promessi Sposi davanti alla sede di Prefettura e Questura. Un presidio a Lecco, organizzato in contemporanea con molte altre città italiane, contro il Ddl Sicurezza, il provvedimento del Governo che introduce una serie di interventi che spaziano dalla stretta sull’immigrazione al potenziamento dei poteri di polizia, fino all’inasprimento delle pene per reati legati alla sicurezza urbana.
L'evento, promosso a livello nazionale dalla Rete “No DDL Sicurezza – A Pieno Regime”, ha visto l'adesione di numerose associazioni lecchesi, da Anpi, a Renzo e Lucio, da Comitato Lecchese STOP al genocidio palestinese, a Emeregency.
Lecco dice no al Ddl Sicurezza con un presidio davanti alla Prefettura
"Lo scopo di questa manifestazione è aumentare la consapevolezza dell'opinione pubblica riguardo le possibili conseguenze negative che il disegno di legge 1236 potrebbe avere sui diritti umani, qualora venisse definitivamente approvato - ha detto Roberto Citterio della segreteria provinciale di Anpi Lecco a nome delle associazioni aderenti al presidio che è stato intitolato 100.000 luci contro il buio del regime" - Attualmente al vaglio del Senato, il provvedimento propone un ulteriore irrigidimento delle normative penali relative alla sicurezza pubblica e alla lotta al terrorismo, estendendo l'applicazione delle sanzioni e penalizzando anche forme di dissenso pacifico. L’opposizione al Governo Meloni deve coinvolgere anche gli amministratori locali delle forze politiche che hanno dichiarato di voler contrastare il Ddl Sicurezza: questo significa assumersi la responsabilità di disobbedire all’istituzione di “zone rosse” nelle nostre città, che sono la forma più becera, classista e razzista di trasformare i diritti in privilegi. La battaglia contro le “zone rosse” è naturalmente legata a quella contro il Ddl e la rete A pieno regime la assume nella sua interezza. Questo percorso sta avendo la capacità di tenere al suo interno soggetti sociali reali. Ognuno deve essere capace di mettere il proprio dentro questa lotta unitaria: movimenti, associazioni, studentesse e studenti, ricercatrici e ricercatori, docenti, giuristi e tutto il mondo del lavoro".
Presenti nel piazzale davanti all'Ufficio Territoriale del Governo anche i rappresentanti della Cgil Lecco e di Sinistra Italiana con il segretario provinciale e Assessore del Comune di Lecco Emanuele Manzoni e il capogruppo a Palazzo Bovara Alberto Anghileri. "Credo sia importante essere qui oggi per rendere palese la nostra contrarietà a questo disegno di legge che limita le libertà - ha detto proprio Anghileri - Noi non ci stiamo, così come crediamo sia assurda l'ultima trovata relativa allo scudo penale per le forze di polizia. Non ci possono essere differenze tra cittadini di fronte alla commissione di reati".
"Dobbiamo unire le nostre forze per respingere questo disegno politico - questa la posizione del Comitato Lecchese STOP al genocidio palestinese - Questo DDL va fermato: ma non saranno certo le maggiori opposizioni parlamentari a fermarlo, solo il rilancio delle lotte proletarie, sociali, ecologiste, e contro le guerre in corso, solo un grande movimento unitario contro questo DDL nei luoghi di lavoro, di studio e nelle piazze, potrà impedire l'approvazione della legge e, se questa verr approvata, contrastarne l'applicazione, chiedere un referendum abrogativo".