Lecco

Lecco, clochard nell’ex Inpdap: raccolta firme dei residenti

L’amministratore del supercondominio ha scritto a sindaco, Forze dell’ordine e Prefetto

Lecco, clochard nell’ex Inpdap: raccolta firme dei residenti
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Da sede dell’Inpdap di Lecco a ricovero per senza fissa dimora. E’ il palazzone tutto vetri che si affaccia sul Ponte Visconti, in via Aspromonte, abbandonato dal 2013 quando l’ente è stato accorpato all’Inps dal Governo Monti.

Clochard nell’ex Inpdap: raccolta firme dei residenti

Da alcune settimane nell’edificio hanno trovato dimora alcuni «ragazzi di strada» come loro stessi si sono definiti, rispondendo alla domanda di Fily Rotondi, della Gestim Immobiliare, amministratrice del vicino supercondominio Ponte vecchio.
Le sbarre che ora chiudono i portici (e alcuni pesanti lucchetti) al piano terra del palazzo - dove lo scorso anno era stato trovato morto un senza tetto - non hanno fermato i clochard che si sono ingegnati. Nel corridoio fra l’ex Inpap e il supercondominio è stata gettata una «corda» di stracci che consente ai senzatetto di issarsi fino al terrazzo per poi accedere all’interno degli uffici.

Ogni notte si vedono le luci nelle stanze del palazzone e nell’ultima settimana i residenti hanno notato a più riprese cinque ragazzi arrampicarsi fino al terrazzo. A una rapida ispezione si notano ancora degli stracci abbandonati (ci sono anche una giacca e una coperta) e in uno dei vani è possibile vedere tavoli, sedie e vecchi computer accatastati. Nella notte fra giovedì 28 e venerdì 29 marzo le Forze dell’ordine sono intervenute con quattro pattuglie su richiesta di uno straniero. L’uomo ha lamentato il furto della sua bicicletta spiegando che i ladruncoli, suoi conoscenti, si erano rifugiati nel palazzone. Gli agenti lo hanno invitato a sporgere denuncia ma non hanno potuto entrare nella struttura in quanto proprietà privata.

Il 19 marzo scorso c’era già stato un blitz della polizia. In quella circostanza gli uomini della Questura (e in supporto la Polizia Locale e i Vigili del Fuoco) avevano allontanato tre giovani che probabilmente usavano l’area come ricovero notturno. Per poter accedere all’edificio avevano anche divelto una porta esterna che usavano come trampolino.
Ma l’intervento delle Forze dell’ordine non è bastato, tanto che ogni notte i residenti del vicino condominio notano intrusioni e una decina di giorni fa le urla di una ragazza - che chiedeva aiuto - hanno preoccupato gli inquilini. E ancora una volta erano arrivati gli agenti che non erano potuti entrare nell’edificio.

La scorsa settimana Fily Rotondi ha inviato una mail con posta certificata al sindaco, Mauro Gattinoni, alle Forze dell’ordine (Polizia locale, Questura e Carabinieri) e al prefetto Sergio Pomponio sottolineando il grave problema di ordine pubblico.
«La sottoscritta, in qualità di amministratore pro tempore delle aree del Super condominio Ponte Vecchio - si legge nella missiva - comunica che da un po’ di tempo a questa parte si rilevano pesanti problemi di ordine pubblico legati alle continue violazioni di proprietà nel condominio Giotto dell’Inps di Milano».

E ancora: «Questi fatti potrebbero creare problemi all'incolumità di persone e cose nell'area circostante. Hanno anche divelto una porta dove alloggiano impianti centralizzati di gas e acqua a ridosso del passaggio pubblico dove ci sono aree facenti capo al Comune di Lecco. Ora, vista l'impossibilità di intervento all'interno dell’edificio, in quanto trattasi di proprietà privata (ma che insiste e fa parte di un supercondominio con parti comuni, per le quali ne ho la diretta responsabilità) vi comunico che siamo oltremodo allarmati per il comportamento messo in atto e per quanto si potrebbe verificare da parte di queste persone in preda a fumi di alcol e stupefacenti».

Nella lettera si conclude: «La sera del 21 marzo alle 21.15 alcune richieste di aiuto da parte di una ragazza all'interno della struttura hanno richiamato l'attenzione dei vicini con immediato intervento da parte del comando dei Carabinieri. Ma i militari non hanno potuto fare nulla in quanto la ragazza è poi rientrata nella struttura, nella quale non si può accedere. Ora si chiede un intervento mirato nell'interesse di tutta la comunità circostante. Si chiede inoltre di fare pressione sulla proprietà affinché si attivi e metta in sicurezza l'edificio tranquillizzando il vicinato».
Proprio nei giorni scorsi i residenti hanno anche avviato una raccolta firme per sensibilizzare l’Amministrazione comunale sul problema.

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