Scuola

“La guerra inizia con il dissolvimento dei volti”: gli studenti del Liceo Leopardi incontrano Andrea Avveduto

La studentessa Giorgia Colombo racconta l'incontro sul conflitto in Terra Santa: "Cosa posso fare io? Non restare indifferenti"

“La guerra inizia con il dissolvimento dei volti”: gli studenti del Liceo Leopardi incontrano Andrea Avveduto

Il Liceo Leopardi di Lecco ha ospitato sabato 11 ottobre, presso la Sala don Ticozzi, l’incontro annuale con il giornalista Andrea Avveduto, responsabile della comunicazione dell’associazione “Pro Terra Sancta”, per un aggiornamento sulla situazione del conflitto in Terra Santa. Si tratta del terzo anno consecutivo che il liceo organizza questo appuntamento formativo con tutti gli studenti dell’istituto.

La preside Paola Perossi ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa: “Oltre alla preziosa ricostruzione geopolitica fatta dal giornalista, il punto più prezioso emerso è il giudizio di fondo: una conoscenza approfondita della storia e il desiderio di non perdere mai la volontà di guardare l’altro innanzitutto come uomo, e non come nemico, sono i fondamenti per una pace duratura.”

L’incontro è stato raccontato dalla studentessa Giorgia Colombo di quarta scientifico su “Sottobanco”, il giornalino degli studenti. Di seguito il suo articolo integrale.

Incontrarsi: un passo per la pace

di Giorgia Colombo, 4° Scientifico Liceo Leopardi

Sabato 11 ottobre tutti gli studenti del Liceo Leopardi si sono recati in Sala don Ticozzi a Lecco per incontrare il giornalista Andrea Avveduto, responsabile della comunicazione dell’associazione “Pro Terra Sancta”. Per noi del Leopardi ormai un appuntamento fisso quello con Avveduto, essendo il terzo anno che ad ottobre ci incontra per aggiornarci sulla situazione del conflitto in Terra Santa.

Spesso noi ragazzi – ma anche gli adulti – quando pensiamo ai conflitti nel mondo ci sentiamo impotenti: “cosa posso fare io come studentessa?”.

Non restare indifferenti e muoversi con il desiderio di incontrare l’altro per conoscere di più le cose e non per misurarci con lui costituiscono un passo decisivo per abbattere muri dove ora ci sono.

Dal dialogo con Avveduto è emerso che la pace comincia da uno sguardo. Non basta ascoltare storie, ma occorre mettersi nella condizione di guardare l’altro, di mettersi nei suoi panni, di comprenderne ferite e speranze. Questo sguardo nasce dalla conoscenza: senza possedere la storia, la politica, il dolore e la memoria dell’altro popolo, restiamo prigionieri di narrazioni unilaterali che spesso alimentano l’odio invece che superarlo.

L’incontro non è né semplice né scontato: richiede consapevolezza, ascolto e condivisione. Può nascere attraverso il racconto delle proprie storie e delle proprie ferite. Può anche nascere dalla condivisione di passioni e progetti comuni, come restaurare un monumento, un progetto culturale, oppure momenti didattici o artistici, attività che costruiscono legami concreti e riducono la distanza percepita e che sono già realtà – seppur piccole – in questa terra martoriata. Avveduto ci ha raccontato storie di speranza relative proprio a questo. Un esempio è l’esperienza di Parents Circle – Families Forum: un’organizzazione composta da famiglie palestinesi e israeliane che sono state private di persone care a causa del conflitto. Queste vittime, invece di incanalare il dolore nella vendetta, hanno scelto la via del dialogo e della riconciliazione. Inoltre, organizzano incontri con studenti e comunità per far sì che chi ascolta smetta di vedere l’altro come nemico e inizi a vedere la sua umanità.

“La guerra inizia con il dissolvimento dei volti” (don Tonino Bello): questo uno dei messaggi centrali dell’incontro con Avveduto, che ha raccontato di persone e luoghi dove è stato ed è possibile tornare a guardare il volto di chi si considerava prima solo “il nemico”.

Servono luoghi dove poter costruire e educarsi a questo sguardo, perché la guerra o la pace non sono solo quelle che si giocano nei territori di scontro armato, ma anche quelle che possiamo vivere ogni giorno qui in Italia, a scuola, in famiglia, nelle vie e nelle piazze della nostra città.