"Io pago l'affitto" : campagna di sensibilizzazione per la Giornata del rifugiato. Manifesti già imbrattati
E' successo a Pescate, a pochi passi dalla chiesa parrocchiale. Una deprecabile nota di cronaca che, se possibile, rende ancora più impellente la necessità di una corretta informazione e sensibilizzazione su questo tema di civiltà.
"Io pago l'affitto": è questo il titolo della campagna di sensibilizzazione lanciata in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato che mira ad accendere i fari sul delicato tema dell'accesso alla casa e del diritto all'abitare in particolare delle persone migranti, attraverso la creazione di un sito, cartoline, due lavagne luminose e 60 maxi cartelloni.
"Io pago l'affitto" : campagna di sensibilizzazione per la Giornata del rifugiato. Manifesti già imbrattati
E visto che i soliti ignoti, o per meglio dire idioti, purtroppo non mancano, alcuni di questi cartelloni, che sono astati affissi nella giornata di ieri, lunedì 10 giugno 2024, sono stati già imbrattati. E' successo a Pescate, a pochi passi dalla chiesa parrocchiale. Una deprecabile nota di cronaca che, se possibile, rende ancora più impellente la necessità di una corretta informazione e sensibilizzazione su questo tema di civiltà.
Il progetto è stato illustrato oggi, martedì 11 giugno a Lecco nella sede della Casa della Carità. Un luogo dove le tematiche dell'emergenza abitativa per chi arriva nel nostro Paese sono ben note, quotidiane. Presenti il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, l’Assessore al Welfare Emanuele Manzoni, la responsabile dell’Ambito di Bellano Manila Corti, il responsabile del SAI Davide Biffi e il presidente del Consorzio Consolida Lorenzo Guerra.
La campagna "Io pago l'affitto" nasce all'interno del progetto “Lecco: una provincia accogliente” del Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) in collaborazione con numerosi enti di terzo settore e amministrazioni comunali. Il tema della casa è sicuramente delicato e complesso, e comporta un'attenta lettura di dati alla luce dell'attuale situazione abitativa sul territorio provinciale e nella città capoluogo, anche in relazione al calo degli affitti a lungo termine a favore di quelli a breve termine per scopi turistici, oltre che della curva di decrescita della popolazione residente.
"Siamo capofila di questa iniziativa che per noi è sempre stata importante, ma quest’anno ci abbiamo messo del nostro - ha spiegato il sindaco di Lecco - Il tema casa è già complessi e questa complessità si moltiplica migranti. Una campagna giocata sull'ironia, alla Checco Zalone, che vuole scardinare luoghi comuni e pregiudizi sulla scarsa affidabilità delle persone straniere nel pagare le spese per l'affitto. In un mondo reale, e non al contrario come lo vuole vedere qualcuno (generale Vannacci colpito e affondato ndr) queste persone sono uomini e donne che vivono nella nostra città, che lavorano nella nostra città, che studiano nella nostra città . Se guardassimo il mondo dal punto di vista giusto ci accorgeremmo che l'integrazione non è solo un valore, ma una necessità".
Dello stesso avviso l'assessore Emanuele Manzoni che, sottolineando che il tema dell'abitare è importantissimo, ha anche annunciato che il Comune di Lecco sta provando a far diventare strutturali, e non occasionali, i contributi per gli affitti.
Affitti che molti stranieri sono pronti e desiderosi di pagare. Mon gli viene consentito. Dal 2018 al 2022, ben il 22% delle persone accolte all'interno del SAI non è riuscita ad accedere in maniera autonoma alla casa, nonostante la possibilità data del reddito, e questo ha comportato l'attivazione di progetti di accoglienza di Il e I livello, procrastinando un legame di dipendenza dai servizi territoriali che va a contrapporsi ai virtuosi percorsi di autonomia avviati all'interno del progetto stesso.
Lo sanno bene Carlos (El Salvador), Ali (Pakistan), Islam (Bangladesh), Rim e Youssef (Tunisia), Iryna e Halyna (Ucraina) ovvero i protagonisti della campagna. Uomini e donne, non attori, che hanno riscontrato sulla propria pelle la difficoltà di ottenere una casa in affitto a Lecco e Provincia e l'hanno raccontata.
La storia di Carlos
Una su tutte, la storia di Carlos, 53 anni, che vive da 6 anni in Italia con la sua famiglia e i suoi 5 figli, di età compresa tra i 4 e i 18 anni. È un rifugiato, che ha chiesto e ottenuto l’asilo politico a causa della sua attività di giornalista in El Salvador, legata in particolare ad inchieste sul narcotraffico e in generale sulla criminalità organizzata.
“Ho subito diversi attacchi contro la mia vita. La mia famiglia, da cui ho dovuto separarmi per un lungo periodo, mi ha sempre spinto a mettere davanti a tutto la mia sicurezza.” Non è stato semplice lasciare il suo paese e c’è voluto tanto tempo per riuscire a portare con sé anche la moglie e i bambini, che stavano vivendo una situazione di forte stress a causa dei conflitti civili. “Porto sempre con me una piccola bandiera: è qualcosa che ti dà sempre un’identità e ti ricorda concretamente che appartieni a un posto, che quel paese sarà tuo per sempre”.
Ora però Carlos ha ritrovato finalmente stabilità e serenità e vuole dare un futuro alla sua famiglia proprio in Italia e in particolar modo qui, in provincia di Lecco: dal 2018 lavora in una cooperativa sociale del territorio come custode, con un contratto a tempo indeterminato e anche sua moglie lavora stabilmente come addetta alla mensa. Tutti i figli vanno a scuola, compreso l’ultimo, che è nato qui in Italia. “Il tema della casa è la nostra più grande preoccupazione. Non riusciamo a stabilizzarci, l’abbiamo cambiata tantissime volte e ancora ora abbiamo una scadenza di contratto che non ci fa stare tranquilli. Ho conosciuto tanti italiani che sono migrati in Sud America e sono stati accolti, la casa l’hanno trovata senza particolari difficoltà.”
"Continuità, attenzione, accordo e sistema: sono queste le parole chiave che guidano tutti gli attori del Sai - ha sottolineato Manila Corti, Responsabile dell’Ambito di Bellano - Siamo partiti anni fa con 18 posti e ora ne abbiamo 150. Sono cambiate le esigenze di accoglienza, e che fa parte del Sai ha saputo e voluto rispondere alle nuove esigenze". Tra questi, in prima fila, i membri del Consorzio Consolida. "Per noi il lavoro con le persone e per le persone è fondamentale e questa campagna, e soprattutto i suoi ne sono un esempio".
Foto Mario Stojanovic