In tanti all'assemblea pubblica sulla "nuova" Lecco Bergamo
“Si può sapere entro quando devo cercare un altro posto per l’associazione? – ha tuonato il presidente Giuseppe Rocchi al sindaco - Il Cai Calolzio conta un bel numero di soci, dica al commissario di non prenderci in giro perché, altrimenti ci arrabbiamo”

Che la nuova Lecco Bergamo fosse un tema "caldissimo" a Calolziocorte già lo si sapeva. Che l'assemblea pubblica, promossa dal comitato "Insieme per una diversa Lecco Bergamo" potesse riscuotere un'enorme partecipazione era probabile. ma non assicurato. Invece, nella serata di ieri, mercoledì 26 febbraio 2025, la sala consiliare del municipio non è bastata a contenere le decine di cittadini che hanno voluto presenziare e partecipare al dibattito promosso dal gruppo del presidente Paolo Cola per informare la popolazione sulle conseguenze delle nuove scelte progettuali alla variante e suggerire soluzioni alternative per tutelare gli interessi dei calolziesi e delle attività produttive e commerciali locali.
In tanti all'assemblea pubblica sulla nuova Lecco Bergamo
A prendere la parola Anna Bruna Frigerio, consigliera comunale di Calolzio BeneComune e tra i fondatori del Comitato, che ha ribadito apartiticità del gruppo, "aperto a tutti coloro che vogliono condividere un percorso con al centro un’opera di fondamentale importanza che avrà sicuramente un impatto notevole sul futuro della citta".
Dopo un breve "recap" sulla storia della "Variante di Vercurago - Lotto San Gerolamo" è poi intervenuto nel merito della questione lo stesso C0la : "Quest'opera è partita ormai nel 2001 e assieme alla Variante “Lavello” avrebbe dovuto risolvere il problema viabilità di Calolziocorte nel collegamento tra Lecco e Bergamo, capoluoghi di provincia. Gli Espropri, i cantieri che dureranno anni e gli abbattimenti di edifici per far spazio ai lavori sono i temi che maggiormente ci preoccupano in relazione alla scelta progettuale che è stata fatta. Quello che ci chiediamo è il perché tra tre possibilità si è sempre mantenuta ferma l'uscita di via Sassi, peraltro allagata da anni. Un altro problema è che il tracciato ipotizzato rischia di compromettere una falda acquifera utilizzata dal 70% dei cittadini. Senza parlare dei costi, aumentati a dismisura negli anni fino agli attuali 253 milioni (finanziati solo in parte) che probabilmente aumenteranno ancora”.
La discussione si è poi spostata sulle pesanti conseguenze che un'opera di una portata tale avrà inevitabilmente sulla città. Conseguenze che cadranno sulla testa dei cittadini che non vedranno affatto risolto il problema del traffico, semplicemente spostato di poche decine di metri.
“Non faremo niente per perdere il finanziamento di 300milioni, ma vogliamo che questi soldi vengano spesi bene: l’attraversamento di Calolzio con la Lecco-Bergamo deve essere fatto - ha poi affermato Cola - Come comitato vogliamo chiedere agli organi competenti che sia valutato un tracciato alternativo, a monte della città, da Chiuso (come da progetto) fino alla zona del ponte Cesare Cantù (di fatto sommando il lotto San Gerolamo a quello del Lavello)”.
Tra le iniziative del Comitato, in primis c'è quella di sostenere un dialogo con l'Amministrazione comunale del sindaco Marco Ghezzi, presente all’assemblea, ma anche con tutti i sindaci della Valle nella convinzione che un fronte comune, possa fare la differenza. L'obiettivo è anche quello di interloquire con il commissario per le opere olimpiche e con la Società Infrastrutture Milano Cortina. A questo scopo, il consigliere regionale PD presenterà a breve un interrogazione in consiglio regionale.
L'intervento del sindaco
Il sindaco di Ghezzi è poi intervenuto per aggiornare i cittadini, ma anche il comitato, sui recentissimi sviluppi avuti nei giorni scorsi dallo stesso commissario: "La progettazione dell'opera dovrebbe concludersi entro la fine del 2025, e consentirà di avere finalmente delle certezze sui costi dell’opera. Solo in seguito si svolgerà la conferenza dei servizi decisoria per poi mettere tutto a bando e assegnare i lavori. E’ probabile che dalla primavera/estate 2026 ci siano i primi sopralluoghi sul territorio".
“Le modifiche che si possono fare al progetto sono davvero minime in nella conferenza dei servizi decisoria – ha continuato il primo cittadino - Rinnovo la mia disponibilità a farmi portavoce della proposta di un tracciato più a monte anche se, e questo è un dato di fatto, la zona di Sala presenta gli stessi problemi ambientali di via Sassi (falde acquifere, vicinanza alla ferrovia e urbanizzazione). Questo comporterebbe però un rifacimento del progetto ma anche degli strumenti urbanistici (Pgt, ndr) del Comune e della Provincia che richiederebbero almeno tre anni per essere modificati. Il commissario ha un incarico preciso e il rischio di chiedere interventi al progetto è che non si faccia più l’opera perdendo gli attuali 159 milioni e il futuro finanziamento. Dilatare i tempi, significa che una volta finite le Olimpiadi non ci saranno più nemmeno i soldi".
Il "sentiment" dei cittadini
Contrastanti le opinioni dei cittadini presenti in sala dove a prevalere è stato un senso di generale scetticismo soprattutto per quanto riguarda l'impatto dell'opera sulla città, riguardo i possibili danni alla falda acquifera calolziese e ai disagi che inevitabilmente genereranno i lavori che rischiano di mettere in grande difficoltà privati cittadini e aziende ma anche il Cai di Calolzio, la cui sede si trova proprio sulla "linea" immaginaria della nuova variante.




“Si può sapere entro quando devo cercare un altro posto per l’associazione? – ha tuonato il presidente Giuseppe Rocchi al sindaco - Il Cai Calolzio conta un bel numero di soci, dica al commissario di non prenderci in giro perché, altrimenti ci arrabbiamo”