Lecco

Il ristorante Porticciolo rinato è una scuola di vita

Prima società benefit nella ristorazione, rappresenta un progetto innovativo sul fronte di formazione, inclusione e sostenibilità

Il ristorante  Porticciolo rinato è una scuola di vita
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Un ristorante che offre agli ospiti qualcosa che in città non è poi così facile trovare. E basterebbe questo per fare del «Porticciolo» una notizia. Ma dentro al locale di San Giovanni  a Lecco c’è di più, tanto di più.

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Il Porticciolo rinato è una scuola di vita

O meglio, quello che chi si siede a tavola si trova davanti è un vero e proprio progetto. Una sorta di «master» non soltanto per formare giovani e giovanissimi professionisti del settore sotto tutti i punti di vista: dalla cucina alla sala - e questo è in fondo quasi scontato - ma anche dalla scelta delle materie prime con cui preparare i piatti fimo alla gestione di un locale che deve essere sostenibile sotto tutti i profili: quello ambientale, quello sociale, quello inclusivo, quello economico-finanziario...
Perché, come sottolinea Marco Galbiati (presidente della società benefit Welcome che ha dato vita a questa avventura e che entro fine anno avrà come soci 25 imprenditori che si definiscono «visionari»), lo scopo principale è «aiutare i ragazzi a sviluppare la loro passione».
Ragazzi che, prosegue, «nel rapporto con gli chef imparano a studiare i prodotti, a presentare i piatti agli ospiti, si formano sotto tutti i punti di vista: una formazione top che li prepara ad affrontare il mondo del lavoro».

Un modo di trasmettere il «saper fare» che, secondo Galbiati non è semplice formazione di alto livello.
«Una delle qualità richieste a chi lavora in sala è quella di raccontare i piatti che vengono serviti - sottolinea - Parlare in pubblico non è sempre facile per tutti. Ma è uno skill che viene richiesto trasversalmente, non soltanto nel mondo della ristorazione».

 

Una sorta di «scuola di vita», dunque, che si affianca alla scuola vera e propria. I giovani che partecipano al progetto del «Porticciolo», infatti, arrivano da In-Presa, scuola di formazione professionale di Carate Brianza, anche se in futuro potrebbe anche allargasi ad altre realtà formative. Studenti che a partire dal secondo anno possono alternare, in un vero sistema duale, la frequenza con il lavoro.
«La necessità dei ragazzi e delle ragazze è quella di avere a disposizione un percorso serio, un progetto che dia prospettive anche di sostenibilità», aggiunge Galbiati che quando parla di «sostenibilità» lo fa a tuttotondo.

Del resto, questo progetto si muove su due binari. Uno è quello della formazione; l’altro è quello imprenditoriale perché una società benefit è comunque sempre un’azienda.
«L’utile che verrà ricavato da questa impresa sarà utilizzato in maniere differenti - precisa Galbiati - Una parte sarà accantonato come riserva, un’altra servirà per garantire la giusta remunerazione agli chef che, in questo primo momento di avviamento, è al di sotto di quella di mercato. Infine, un’altra parte sarà investita per migliorare e rendere il progetto sempre più aderente alle aspettative».


Senza dimenticare che l’utile non è soltanto economico. E Galbiati conclude con un paio di esempi, esperienze maturate in poche settimane di apertura.
«Veder lavorare e parlare con alcuni dei ragazzi ho ricevuto qualcosa di importante come investitore. Abbiamo nello staff un ragazzo “speciale” che mi ha insegnato a capirlo nel modo corretto. E’ un diamante e come ogni diamante ha sfaccettature differenti; il nostro compito è valorizzare la massima luminosità di queste sfaccettature e farle brillare. Così come dobbiamo imparare a conoscere che cosa sia veramente l’inclusione anche di chi - come un ragazzo del Togo - è arrivato qui da migrante senza sapere la lingua e con la famiglia lontana. E con il sogno di imparare e magari tornare nel suo Paese per aprire un ristorante...».

Con una chiosa: «Ecco, quello che dobbiamo fare è spiegare e raccontare tutto questo anche agli ospiti. Perché, in fondo, il nostro non è un ristorante, è un campo scuola...».
Ed è una sorta di esperimento già dalla forma societaria, la società Benefit che non ha precedenti nel settore. Un esperimento che piace. E che qualcuno sta già pensando di esportare. E il qualcuno non è uno qualunque, visto che ad avviare un progetto analogo è chef Davide Oldani.

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