Il lecchese Gualzetti (Caritas): "Basta strumentalizzazioni sui migranti". I NUMERI A LECCO
2360 i migranti nelle strutture ecclesiali della diocesi. Lecco terza nell'accoglienza con 36 strutture, 12 parrocchie e 365 posti. Ma per la Lega l'accoglienza diffusa è un fallimento
«Basta strumentalizzazioni politiche. Non ci si dimentichi dei richiedenti asilo che sono stati accolti e che fuori dai centri finiscono per strada. E ciò senza una reale prospettiva di futuro». Lo ha detto il direttore di Caritas Ambrosiana. Ovvero il lecchese Luciano Gualzetti, a margine del convegno «Le politiche della Ue in tema di migrazione e asilo: quali ricadute sulle persone».
Migranti: i numeri a Lecco
Gualzetti ha sottolineato che: «Nell’ultimo anno c’è stata una riduzione del 35% degli sbarchi. Questo ha provocato anche un calo delle richieste dei posti per le accoglienze da parte delle Prefetture. Tuttavia oggi nelle nostre parrocchie abbiamo ancora 2360 persone già accolte. A loro quali bisogna garantire condizioni di vita dignitose per una convivenza serena nella nostre comunità». In particolare, a livello di diocesi, Lecco è terza nel campo dell'accoglienza con con 36 strutture, 12 parrocchie e 365 posti.
La situazione nella Diocesi
Nel 2016 anche a partire dall’appello di papa Francesco a cui ha fatto eco la sollecitazione del cardinal Scola, la Caritas Ambrosiana ha avviato in Diocesi di Milano una ricerca di appartamenti e strutture disponibili all’accoglienza. Ha sostenuto le parrocchie con un supporto pastorale, tecnico-burocratico e gestionale. E’ nato così un sistema di accoglienza diffusa. E' costituito da piccole comunità di migranti collocate in centri di medie dimensioni, ricavate all’interno di ex pensionati per lavoratori o negli spazi di istituti religiosi, o in appartamenti di proprietà delle parrocchie o di singoli cittadini. Questi sono i numeri.
Le parole del Papa
«La sfida più grande resta quella culturale - ha insistito il direttore di Caritas Ambrosiana -. Quando è venuto a Milano, un anno fa, il Papa ha esortato i fedeli ambrosiani a non dimenticarsi che, in quanto popolo di Dio, sono chiamati ad accogliere le differenze e ad abbracciare i confini. È stato un appello che il Pontefice forse ha voluto rivolgere da Milano, che si dice la più europea della città italiane, perché fosse accolto anche oltre i confini cittadini».
"Bisogna lavorare sulla qualità dei processi di integrazione"
«Questo sistema non funziona perché non affronta il tema di che cosa fare di quei richiedenti asilo che hanno ricevuto il diniego. Se da un lato non li rimpatri e dall’altro non ti occupi di loro, produci solo emergenza nell’emergenza. Bisogna lavorare sulla qualità dei processi di integrazione», ha insistito Pierfrancesco Majorino, assessore alle politiche sociali, salute e diritti del Comune di Milano.«Solo con un sistema a più livelli si può arrivare ad un’accoglienza diffusa equilibrata e sostenibile», ha sottolineato il viceprefetto Francesco Umberto Garsia.
L'accoglienza diffusa
Massimo Minelli (presidente di Confcooperative Lombardia) ha messo in luce che «oggi in Lombardia dei circa 24mila posti per chiedenti asilo ben 22mila si trovano nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e solo 2mila negli Sprar, il Sistema di accoglienza per richiedenti asilo gestito dai sindaci e dove si lavora per l’integrazione, perché meno 100 comuni dei 1523 presenti in Lombardia aderiscono a questi programmi». Nella prima parte del convegno funzionari ed esperti della Rappresentanza della Commissione europea a Milano hanno illustrato le politiche della Ue in materia di asilo e rifugiati.
L'immigrazione è una necessità
Massimo Gaudina (capo della Rappresentanza a Milano della Commissione europea), ha sottolineato che «si parla troppo di immigrazione come gestione di un problema mentre è prima di tutto una necessità e poi un’opportunità» e ha ricordato che i primi di maggio la Commissione europea presenterà il bilancio di lungo termine che comprenderà anche un capitolo per le azioni nel campo dell’ immigrazione «da cui si capirà quanto i singoli Paesi sono disposti a spendere perché l’Europa faccia di più, come spesso le si chiede».
Il ruolo dell'Europa
L’europarlamentare Patrizia Toia ha puntato l’indice contro la tendenza ad attribuire all’Europa la responsabilità della cattiva gestione delle politiche migratorie: «Il Parlamento europeo ha approvato la riforma del trattato di Dublino per superare l'obbligo di permanenza nei Paesi in cui si chiede asilo. Ma il Consiglio non lo sta approvando. Cosa farà l'Italia? Stiamo attenti a criticare l'Europa quando sono in realtà gli Stati membri a rimanere immobili».
Accoglienza diffusa? Un fallimento per la Lega
" In Lombardia, secondo i dati della Caritas, sono solo 100 su 1.516 icomuni che aderiscono allo Sprar, il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo.In pratica solo un sindac o su 15, ovviamente tutti sindaci del centrosinistra, ha accettato di prendersi su base volontaria i clandestini africani spacciati per finti profughi" sottolinea l’on. Paolo Grimoldi, Segretario della Lega Lombarda e deputato della Lega. "Questi numeri certificano il totale fallimento delle politiche di accoglienza indiscriminata, senza filtri e senza limiti, attuata dai Governi di centrosinistra in questi anni, una politica sonoramente bocciata dai cittadini con il loro voto alle elezioni Politiche del 4 marzo".