Calolziocorte

Il bar della stazione ha riaperto senza autorizzazioni, già chiuso

I controlli della Polizia locale hanno evidenziato la mancanza di alcuni requisiti

Il bar della stazione ha riaperto senza autorizzazioni, già chiuso
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Nemmeno il tempo di riaprire che, per il bar della stazione ferroviaria di Calolziocorte, le serrande si sono abbassate di nuovo. E’ incredibile la disavventura capitata a Li Qua Hu, detto Marco, 35 anni, nuovo gestore del bar della stazione. Il locale era chiuso dal giugno scorso dopo che gli storici gestori avevano deciso di ritirarsi.

Il bar della stazione ha riaperto senza autorizzazioni, già chiuso

Cinese, ma milanese d’adozione, Li Qua Hu con la sua famiglia ha gestito un bar nella zona di Quarto Oggiaro e svolge questo lavoro da 15 anni.«Di questa possibilità sono venuto a conoscenza la scorsa estate, grazie a un amico della zona - racconta - Mi sono informato, ho partecipato al bando delle ferrovie e alla fine ho vinto».

Venerdì 5 aprile, quindi, l’imprenditore ha rialzato le serrande tornando a servire qualche caffè ai pendolari che ogni giorno affollano lo scalo. Tuttavia, l’apertura ufficiale sarebbe dovuta avvenire entro la fine del mese, giusto il tempo di portare a termine le incombenze burocratiche per la vendita dei tabacchi e dei valori bollati, per l’approvvigionamento del bar e per l’autorizzazione alla vendita dei biglietti del treno.

La riapertura del bar della stazione, dopo quella dell’altro locale al di là della strada avvenuta lo scorso settembre, rappresenta sicuramente un toccasana per la sicurezza dell’intera zona che, si spera, possa via via aumentare. Già diverse persone, infatti, si sono «rifugiate» all’interno del locale per attendere il treno, soprattutto nelle ore più buie.

«Mi hanno raccontato che qui attorno sono accaduto fatti anche gravi - continua Hu - Spero davvero che con l’apertura del mio bar tutta la zona diventi più sicura. Quando sono venuto per il sopralluogo, l’altro locale era ancora chiuso. Al momento, raggiungo Calolzio in treno ma con mia moglie e i miei figli stiamo cercando casa da queste parti per maggior comodità».

Purtroppo, però, sul nuovo gestore si è abbattuta anche la scure della legge. A seguito di alcuni controlli effettuati da parte degli agenti della Polizia locale, coordinati dal comandante Andrea Gavazzi, Li Qua Hu è risultato sprovvisto di alcune autorizzazioni necessarie all’apertura del bar e per le quali, prima di farne richiesta, avrebbe dovuto svolgere alcuni interventi, anche strutturali, al suo interno. Da qui, la chiusura, dopo nemmeno una settimana, del locale imposta dall’Amministrazione comunale.

«Si è trattato principalmente di un disguido, sicuramente in buona fede, del nuovo gestore - ha commentato l’assessore alla Polizia locale Luca Caremi - Trattandosi di una zona particolare, sono necessari tutta una serie di documenti e requisiti che, al momento, mancano e che senza i quali il bar non doveva essere aperto. Oltre ad alcuni adempimenti burocratici, sono necessari interventi per rendere accessibile ai disabili il locale, ma anche i bagni e gli spogliatoi dei dipendenti che a oggi risultano mancanti».

«Mi dispiace per il nuovo gestore - ha aggiunto Cristina Valsecchi, presidente di Confcommercio Lecco - Valle San Martino - Come rappresentante dei commercianti posso tuttavia dire che se è stato accertato che mancavano delle autorizzazioni previste dalla legge è giusto intervenire e far si che questa venga rispettata. Questo deve valere per tutti i commercianti, nessuno escluso».

 

Luca de Cani

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