I pini del Cantun di Ball potrebbero avere le ore contate
Prima dell'incontro a Palazzo Bovara i commissari hanno effettuato un sopralluogo in centro per verificare con i loro occhi la situazione di criticità dovuta al rialzamento delle radici dei pini.
I pini del Cantun di Ball potrebbero avere le ore contate. E' quanto emerso nella serata di ieri, mercoledì 11 settembre 2024, durante la commissione Lavori pubblici presieduta da Alberto Anghileri convocata per discutere della situazione degli alberi situati nel cuore di Lecco, tra via Roma e piazza Garibaldi.
I pini del Cantun di Ball potrebbero avere le ore contate
Prima dell'incontro a Palazzo Bovara i commissari hanno effettuato un sopralluogo in centro per verificare con i loro occhi la situazione di criticità dovuta al rialzamento delle radici dei pini. Una problematica pericolosa come ha sottolineato l'assessore Maria Sacchi "visto che diverse persone sono inciampate e cadute. Il Comune ha la responsabilità di tutelare i propri cittadini e il sindaco ha anche una responsabilità penale. Questa situazione è sotto la lente degli uffici da almeno due anni perché le gibbosità che si sono formate in via Roma sono in continuo crescendo".
Ma cosa provoca questo evidente rialzamento della pavimentazione in porfido? A spiegarlo è stato l'agronomo Giulio Fezzi. "Stiamo parlando di pini domestici, detti da pinoli, pinus pinea, che fanno parte della famiglia dei pini mediterranei, spesso erroneamente chiamati pini marittimi. In città questa pianta presenta due problemi: il dissesto dei marciapiedi e del piano stradale, che è quello che ci riguarda, e il rischio della rottura dei rami, legato all'anatomia di questo tipo di albero, che però nel nostro caso non ci preoccupa. Studi hanno dimostrato che quando questo albero viene piantato in spazi aperti, lontano da strade trafficate, non presenta mai problematiche di dissesto. Le gibbosità invece si presentano in aree dove c'è transito di veicoli. I pini mediterranei si sono evoluti con l'intento di andare a colonizzare aree con substrato ghiaioso e sabbioso".
" In terreni incoerenti la stabilità è critica quindi hanno costruito un'impalcatura radicale con radici primarie e secondarie dette radici corda. In queste ultime si formano i cosiddetti noduli radicali che tentano di occupare gli spazi fra le pozioni più consistenti di terreno e per saturare gli spazi dove ci sono sabbie e ghiaia. Riempiono lacune e consolidano gli spazi. Più ci sono sollecitazioni sulle radici, causate ad esempio dal transito di mezzi, più si formano noduli. Quando la pavimentazione si solleva arrivano ancora più sollecitazioni e quindi la situazione peggiora, sebbene l'albero sia più ancorato. Se danneggiamo le radici corda andiamo a compromettere la stabilità degli alberi. Se le togliamo parzialmente si riformeranno. Per quanto riguarda la nostra situazione il problema è più evidente su via Roma perchè ci sono più sollecitazioni. Che alternative abbiamo? togliere i pini o fare un'ispezione all'apparato radicale e valutare il da farsi ricordandoci che gli interventi che facciamo avranno delle conseguenze con sofferenza della pianta".
Ad inquadrare la situazione specifica e ad illustrare il piano ideato dall'amministrazione è stato poi l'ingegner Alessandro Crippa. "Abbiamo intenzione di andare a fare un verifica con lo scoperchiamento dei cubetti sulla parte carrabile. A quel punto potremo prendere una decisione: se le radici sono morte e non vitali taglieremo le radici. Se invece sono ancora vitali la scelta deve essere quella della rimozione delle piante".
Tutto questo tenendo conto che la piazza sarà anche interessata dai lavori di teleriscaldamento il prossimo inverno. "A lungo termine il ripristino della piazza dovrà essere generale tenendo anche conto di tutte le realtà su essa si affacciano - ha aggiunto Crippa - Per questo alla luce delle verifiche che verranno fatte e dalle decisioni che verranno prese presuppone che si dovrà pensare anche ad alberature diverse".
Quindi le strade sono due: rimuovere il porfido e se possibile togliere parte delle radici e poi pavimentare in cemento, o tagliare le piante e quindi addio pini pini del Cantun di Ball. Una doppia via che non ha convinto Corrado Valsecchi di Appello per Lecco che ne ha proposto una terza. "Visto che le piante sono sante perché tagliarle? E visto che sappiamo che le radici si riformeranno perchè toglierne una parte? Io credo invece che si potrebbe pensare di alzare il piano viario di circa 20 centimetri". Ma innalzando il piano il rischio è trovarsi in futuro la stessa problematica, ha obiettato Saulo Sangalli di Fattore Lecco. "Se sarà possibile trovare una soluzione alternativa la taglio ne sarò felice, ma ricordiamoci che la sicurezza dei pedoni è la cosa più importante". Assolutamente contraria all'opzione taglio la dem Anna Sanseverino. "Gli alberi sono un bene prezioso e vanno salvati a tutti i costi. Per esempio, visto che il problema sono le sollecitazioni, si potrebbe pensare alla pizza libera dalle auto e vietare il transito in quella zona". Un soluzione difficilmente praticabile al momento. "Piazza Garibaldi e via Roma sono zone a traffico limitato - ha spiegato Crippa - La regolamentazione è da sempre stata fatta così perchè è impossibile accesso a quel tratto di via Roma da via Cattaneo Altra cosa è far diventare tutto pedonale, ma quello è un discorso più complesso". Garantire ombreggiatura e un'isola di calore. Questa è una delle funzioni principali di queste piante in una zona pavimentata e circondata da edifici, "quindi se tagliate andranno assolutamente rimpiazzate" ha detto Stefano Villa di Ambientalmente e in questo senso ha trovato rassicurazione nelle parole conclusive dell'Assessore Sacchi. "La priorità del Comune è la sicurezza dei cittadini ma allo stesso tempo c'è il desiderio di mantenere le essenze arboree. Sul transito dei mezzi c'è poco da fare perché stiamo parlando anche di furgoni a servizio delle realtà commerciali, non solo di residenti. Come è emerso durante la discussione dobbiamo pensare a un nuovo volto di tutta quella zona con nuove piantumazioni. Attendiamo quindi l'esito delle verifiche per decidere come muoverci. Di sicuro, se l'opzione sarà quella della rimozione, non lasceremo un vuoto".