Giovani Protagonisti: Gratteri e Nicaso a Lecco parlano di 'ndrangheta
Appuntamento sabato 20 aprile alle 18
Avere cura degli spazi fisici e di quelli virtuali. Al centro della conferenza stampa di questa mattina, lunedì 15 aprile 2024, c’è la salvaguardia dei giovani all’interno del mondo digitale, un contesto sempre più «reale» e di cui le istituzioni, come l’Amministrazione del Comune di Lecco, devono prendersi in carico. L’incontro è stato ideato per presentare dunque il patto educativo digitale del Comune, iniziativa fortemente voluta da Alessandra Durante, assessore alla Famiglia, giovani e comunicazione di Lecco, e la serata finale di «Giovani protagonisti», un progetto che ha visto il coinvolgimento di circa 800 tra studentesse e studenti delle secondarie di secondo grado.
Giovani Protagonisti: Gratteri e Nicaso a Lecco parlano di 'ndrangheta
La festa finale del progetto di Fondazione Sinderesi e del Comune di Lecco, fissata per questo sabato 20 aprile alle 18, vedrà un incontro speciale in aula magna al Campus del Polo territoriale del Politecnico di Milano, dal titolo «Come la tecnologia sta cambiando il volto della ‘ndrangheta». Durante la serata interverranno Nicola Gratteri, procuratore del tribunale di Napoli, Antonio Nicaso, docente di Storia delle Organizzazioni Criminali al Queen’s University of Kingston in Canada, moderati dal giornalista e docente Gerolamo Fazzini, tra l’altro presente in sala consiliare durante la presentazione dell’evento. «Sabato avremo l’occasione di incontrare grandi personalità della lotta alle mafie, a partire dal procuratore Gratteri – ha dichiarato Fazzini – È raro avere ospiti di questa importanza. Sono quindi onorato di essere stato invitato per moderare l’evento. L’incontro è un’occasione per far luce su un volto nascosto della criminalità organizzata: nemmeno immaginiamo la capacità con cui si sta adattando alle nuove tecnologie. Le mafie stanno adottando un volto digitale perverso, diventando una vera e propria holding high tech, che soprattutto mette in difficoltà le forze dell’ordine nell’arginare i loro delitti». Una ‘ndrangheta che quindi si muove su due fronti: quello più tradizionale, che siamo abituati a conoscere, e quello digitale, innovativo, estremamente inquietante. L’evento è gratuito e aperto a tutta la cittadinanza, e promette di essere un momento finalizzato per i giovani, ma anche per gli adulti.
Presenti in sala anche Stefano Sangalli, segretario generale di Fondazione Sinderesi, e Giovanna Soccio, docente e coordinatrice dei laboratori di «Giovani protagonisti», la quale ha riassunto il lavoro che ha tenuto impegnati circa 800 ragazzi durante il progetto. «Nei mesi precedenti si sono concentrati degli incontri di formazione etica – ha spiegato Giovanna Soccio – che girano intorno alla tematica del digitale, nelle sue sfaccettature positive e negative. Questo perché il digitale impatta moltissimo sulle vite dei giovani di oggi. Ciò è dimostrato anche dall’ampia partecipazione da parte dei ragazzi».
Dinamiche dei social network, il mondo di TikTok, modelli di interazione diffusi tra gli under 18, intelligenza artificiale (intesa come potenziale strumento di lavoro) ma anche devianze, il lato oscuro del digitale, come sexting o cyberbullismo. Incontri, insomma, dedicati con personale altamente specializzato che ha guidato non solo i ragazzi, come ha ricordato Soccio, ma anche gli insegnanti stessi, i quali hanno aperto un dialogo con gli studenti. Due generazioni a confronto, su un argomento estremamente attuale quanto rivoluzionario e quindi insidioso.
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«Fondazione Sinderesi si è sempre mossa su tre direttrici – ha dichiarato il suo segretario generale Stefano Sangalli – servizio alle giovani generazioni, dialogo inter-religioso e inter-culturale, e aiuto ai più bisognosi. Attraverso un percorso parallelo, abbiamo offerto a tantissimi studenti delle secondarie di aprire collaborazioni con gli enti e cooperative della città, che possano aiutarli a sviluppare una loro capacità critica responsabile e consapevole». «Proprio per questo – ha concluso – crediamo fermamente in un patto educativo digitale; la nostra realtà si chiama d’altronde “Fondazione Sinderesi – Praticare l’Etica”».
Patto educativo digitale che, infine, è stato annunciato dall’assessore Durante: «La tecnologia ha abbattuto qualsiasi confine – ha commentato – Oggi è evidente che in questi contesti la criminalità dilaga in maniera esasperata; ci sono una serie di contesti meno gravi che portano a situazione che poi impattano anche nel mondo reale, ed è nostro compito fermare questo tipo di escalation»
. «Diventa fondamentale promuovere un approccio consapevole e responsabile, garantendo un ambiente virtuale sicuro e formativo. È innegabile che l'uso del digitale tra bambini e ragazzi stia aumentando in modo significativo. Le statistiche ci mostrano che un numero sempre maggiore di under 14 è attivamente impegnato nell'utilizzo di dispositivi digitali e piattaforme online (non solo sui social e non solo attraverso lo smartphone, pensiamo ad esempio a YouTube e all’accesso tramite le smart TV). Come Comunità Educante dunque, il nostro ruolo, non può più essere limitato ai contesti fisici ma è necessario essere presenti in maniera consapevole anche nello spazio virtuale. Siamo abituati a pensare che tutto quello che accade nel mondo virtuale sia “finto” e, in quanto tale, privo di particolari impatti, rischi o pericoli. Invece il virtuale è sempre più reale e questo sottolinea l'urgenza di intervenire con misure concrete, condividendo gli strumenti per garantire che questa esperienza digitale sia positiva e costruttiva».
Proprio per questo il Comune ha pensato di stilare un patto, che non sia meramente un elenco di regole formali, ma un impegno condiviso, che ha come obiettivo la creazione di un ambiente digitale favorevole allo sviluppo della persona, sociale e cognitiva, dei nostri giovani e delle loro famiglie. È uno strumento flessibile, adattabile, versatile; un impegno che possa permettere alla Comunità, come ha ricordato Durante, «Di allargare lo sguardo e rendere il contesto virtuale uno spazio il più possibile sicuro e positivo». Un documento condiviso tra istituzioni, insegnanti e dirigenti, allenatori, genitori e ragazzi. Che parta dal rispondere a semplici domande, educando allo spazio virtuale («A che età compro il primo smartphone ai miei figli?»), ma anche e soprattutto intervenendo per l’incolumità emotiva e psicologica, insomma, il benessere mentale, dei giovani. «Mi impegno personalmente affinché questo processo sia inclusivo e partecipato – ha dichiarato in conclusione l’assessore Durante – coinvolgendo tutte le parti interessate nella sua elaborazione e implementazione. È solo attraverso uno sforzo collettivo e collaborativo che possiamo garantire un futuro digitale sicuro e positivo». «Presto condivideremo le modalità di partecipazione a tutte le istituzioni, le scuole, i genitori e i ragazzi per unirsi a noi in questo importante lavoro e contribuire alla creazione di un Patto Educativo Digitale che rispecchi i valori e gli obiettivi della nostra comunità e che potrà essere esteso anche a territori più ampi e ad altre realtà locali che volessero partecipare, come già avvenuto in altre zone».
Andrea Marcianò