“La montagna ci insegna che ogni percorso richiede tempo”. Questa frase racchiude lo spirito della riqualificazione delle stazioni a monte e a valle della funivia Malnago – Piani d’Erna, un intervento che promette di trasformare completamente gli spazi e i servizi delle strutture. I lavori sono partiti la scorsa settimana e oggi, lunedì 20 ottobre 2025, il cantiere sul “terrazzo di Lecco”, ai piedi del Resegone, è stato visitato dal sindaco Mauro Gattinoni e dall’assessore all’attrattività territoriale Giovanni Cattaneo. Presenti anche Maurizio e Massimo Fossati della ITB (Imprese Turistiche Barziesi) che gestisce l’impianto a fune, Mario Marano, amministratore della SAME, e il progettista e direttore lavori Arturo Montanelli.
Funivia per Erna: nuova vita per le stazioni tra città e montagna
Gli interventi prevedono una manutenzione accurata degli edifici esistenti e un ammodernamento degli spazi interni ed esterni, con l’obiettivo di rendere le stazioni più accoglienti e funzionali. L’attenzione è rivolta sia ai passeggeri del trasporto pubblico, sia ai turisti che sempre più numerosi scelgono Lecco e le sue montagne come meta di vacanza all’insegna dell’outdoor.
Il progetto ha un valore complessivo di 1.864.140 euro, finanziato in parte dalla Regione Lombardia con 1.330.000 euro e in parte dal Comune di Lecco con 534.140 euro, e prevede il rinnovo di biglietterie e servizi igienici, insieme alla creazione di nuovi spazi pubblici destinati a migliorare l’esperienza dei visitatori.
La prima fase dei lavori, prevista fino a marzo 2026, riguarderà principalmente il rinnovo delle facciate esterne, senza interrompere il servizio della funivia. L’obiettivo è permettere a tutti di continuare a godere della bellezza dei nostri monti anche durante i cantieri, trasformando ogni passo di questo percorso in un investimento per una Lecco più accogliente, viva e attrattiva.
Ad illustrare i dettagli del progetto è stato l’architetto Arturo Montanelli: “È un intervento importante per la città e per il territorio, perché rappresenta una parte integrante della nostra memoria: le nostre esperienze di vita e di relazione tra la montagna e la città, così come tutte le esperienze condivise fin da piccoli, si intrecciano con questo luogo e con le funivie di Erna. L’intervento mira a rispettare la vecchia struttura e l’architettura originaria, attraverso un approccio di architettura ‘a secco’ che prevede una nuova superficie, una nuova facciata, una nuova pelle capace di garantire continuità e durabilità all’edificio. Si tratta di interventi che conciliano obiettivi diversi: da un lato, la protezione e il rifacimento delle facciate; dall’altro, la riqualificazione energetica di alcuni edifici, mentre altri rimangono a freddo, come tutte le partenze e gli arrivi delle funivie.”
Particolarmente impegnativo, dal punto di vista realizzativo, il lavoro sulle parti in quota: “Gli interventi architettonici devono considerare la logistica e le modalità di esecuzione, che prevedono probabilmente lavori in acrobatica e grandi trasporti con elicottero sulle parti in montagna. Per questo motivo ci siamo orientati verso un’architettura basata su interventi a secco, con facciate prevalentemente metalliche e ventilate, sovrapposte alle facciate storiche esistenti. I mock-up mostrati qui rappresentano soluzioni prefabbricate per la facciata, pensate per creare vari giochi di ombre e riflessi in relazione al percorso solare, soprattutto sulle facciate laterali, molto alte”.
Dal punto di vista cromatico, i pannelli saranno diversi tra loro, con l’obiettivo di armonizzare questa architettura con le facciate retrostanti delle grandi falesie calcaree e dolomitiche, che caratterizzano il paesaggio montano lecchese.
“Abbiamo sempre raccontato che i punti focali dello sviluppo urbano erano tre: il Lungolago, la Piccola e i Piani d’Erna. Oggi, in realtà, nell’ultimo anno, sui Piani d’Erna abbiamo realizzato le strutture abilitanti per lo sviluppo a monte – ha spiegato il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni – Per ‘strutture abilitanti’ intendiamo le infrastrutture di trasporto, come la funivia e il tracciato carrabile a monte, che serve anche a collegare il nucleo storico con la funivia. Perché parlo di strutture abilitanti? Perché è proprio compito del ente pubblico creare tutte le precondizioni affinché possano verificarsi eventi, manifestazioni e microeconomie locali: rifugi, attrattività turistica, ospitalità, agricoltura e allevamento. Anche la microeconomia locale, come l’allevamento, è importante: ci sono pastori interessati alla manutenzione e allo sviluppo dei prati a monte, per evitare l’imboschimento, che è il vero problema delle fasce di media montagna, come sottolineato anche dagli studi di Legambiente sullo sviluppo strategico dei Piani d’Erna”.
Impegnativi i lavori predisposti. “Oggi, grazie ai contributi della Regione Lombardia e in parte del Comune di Lecco, abbiamo dovuto integrare ulteriori risorse economiche, poiché la logistica dei cantieri è complessa – ha aggiunto il primo cittadino – Abbiamo quindi pianificato quasi un anno di lavoro, così da completare questa struttura iconica, caratteristica della Funivia Piani Erna. L’architetto l’ha definita un po’ come il ‘Barbapapà’, per i suoi oblò tondeggianti: un oggetto particolare che ormai rappresenta l’identità del luogo. Con questo spirito, vogliamo aggiornarla e rifunzionalizzarla, creando spazi non solo estetici, energetici e funzionali a valle, ma soprattutto spazi d’accoglienza a monte. Si tratta infatti di un impianto di trasporto pubblico, progettato per i passeggeri, che in questo caso hanno esigenze particolari: sicurezza, locali invernali, spazi d’accoglienza, conferenze, attività di training e punti di partenza per escursioni. Tutte queste iniziative fanno parte delle ‘condizioni abilitanti’: le precondizioni necessarie affinché la terza piattaforma dei Piani d’Erna possa arrivare a destinazione, grazie alla professionalità dell’impresa che ha collaborato alla realizzazione”.
Mentre i lavori sono in corso, la funivia continua a viaggiare. “Al momento non è prevista alcuna chiusura, anche perché abbiamo suddiviso il cantiere in tre fasi – ha spiegato Mario Marano, amministratore della SAME. Nella prima fase verranno installate le facciate di rivestimento, quindi lavoreremo solo sugli esterni e non sugli interni. Questo proseguirà almeno fino a gennaio. Da febbraio, invece, ci saranno dei blocchi, che saranno opportunamente segnalati. Al momento non possiamo indicare i giorni precisi, ma saranno davvero pochi, perché riguarderanno solo il rivestimento frontale. Ci aggiorneremo strada facendo”.
Per quanto riguarda la conclusione dei lavori, come detto, la fine è prevista per giugno 2026. Ringraziamenti a ITB per la collaborazione nella continuità del servizio e alla Regione Lombardia per l’importante finanziamento nel settore degli impianti a fune e del servizio pubblico locale, sono stati fatti dall’assessore Giovanni Cattaneo.
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“Questo progetto viene realizzato in una situazione ambientale sfidante. Il cantiere parte in contemporanea sulle due stazioni e la prima parte si sviluppa nell’esterno senza conseguenze per gli ambienti utilizzati dai viaggiatori, mentre con l’inizio del 2026 si metterà mano agli interni. C’è una richiesta, anche molto basica, di servizi igienici, spazi comuni, biglietteria. L’obiettivo non è stravolgere un luogo come questo, ma abilitarlo rendendolo più accogliente e più forte da un punto di vista impiantistico ed energetico. L’aspettativa è promuovere, anche insieme alle associazioni e alle persone che hanno a cuore le nostre montagne, un pensiero di sviluppo di questa zona di partenza. Qui si prende la funivia, ma si parte anche a piedi per bellissime escursioni, basti pensare al Sentiero Rotary o all’anello del Resegone. Questo è un cantiere fisico ma anche un cantiere di idee e di collaborazioni a cui teniamo molto”.
Mario Stojanovic



