Frana di Varenna: da Regione 800mila euro per prevenire la caduta di massi
"Fondamentale investire sulla prevezione. Frane sempre più frequenti come ci ricorda anche il recentissimo crollo dal monte San Martino”
La Provincia di Lecco, dopo la frana del 19 maggio 2023 nel territorio comunale di Varenna che aveva parzialmente sfondato la galleria paramassi lungo la Sp 72, si è prontamente attivata per individuare le risorse e le modalità operative di ripristino della struttura e consentire la ripresa della circolazione stradale.
Frana di Varenna: 800.000 euro da Regione Lombardia
Dopo i primi interventi che hanno permesso di riaprire l'importante arteria stradale in sicurezza nell'arco di un mese (la Sp, lo ricordiamo, è tornata accessibile il 20 giugno dopo la frana di Varenna), sono subito state avviate le necessarie interlocuzioni con Regione Lombardia per poter disporre di risorse adeguate nell'ambito della difesa del suolo.
Ciò soprattutto in considerazione della tipologia del dissesto idrogeologico e dell'area in cui si è originato il distacco.
Il Pirellone quindi ha messo a disposizione 800mila euro per mantenere e implementare le opere di protezione dalla caduta massi.
“I lavori eseguiti sono connessi a un più ampio programma di interventi di mitigazione del rischio da frana di crollo sul versante a monte della SP 72 – commentano la Presidente Alessandra Hofmann e il Vicepresidente e Consigliere delegato alla Viabilità Mattia Micheli – È stata quindi formalizzata la procedura necessaria e oggi Regione assegna alla Provincia l'importante somma di 800.000 euro. Sarà così possibile intervenire in modo significativo per mantenere e implementare le opere di protezione dalla caduta massi esistenti. Ringraziamo Regione per aver nuovamente dimostrato grande attenzione al nostro territorio e a tutti gli utenti, che ogni giorno percorrono la SP 72 per motivi lavorativi o di svago.
Smottamenti sempre più frequenti
"Il lavoro di ricognizione e approfondimento tecnico condotto dal personale di Regione e di Provincia conferma la necessità di puntare e continuare ad investire sulla prevenzione e attuare interventi di difesa del suolo e mitigazione dal dissesto idrogeologico, prima che questi si possano verificare, nella consapevolezza che il rischio zero non esiste. Le criticità legate a questi temi e ai cambiamenti climatici si possono in parte gestire ma purtroppo non è possibile scongiurare il verificarsi di eventi di dissesto, oggi sempre più numerosi e frequenti, come ci ricorda anche il recentissimo crollo dal monte San Martino”.