il caso

Esportazione di armi e munizioni in Israele, Lecco è la prima provincia italiana

L'inchiesta realizzata dal giornalista Duccio Facchini, direttore della rivista Altreconomia, presentata ieri sera in Sala Ticozzi, di fronte ad un numeroso pubblico

Esportazione di armi e munizioni in Israele, Lecco è la prima provincia italiana
Pubblicato:

Lecco è la prima provincia italiana per esportazione di armi e munizioni in Israele, sia nell'ultimo trimestre del 2023 (per un totale di un milione di euro) che nel primo trimestre del 2024 (per un totale di 1 milione e 200 mila euro): questo il dato inquietante emerso nel corso dell'inchiesta realizzata dal giornalista Duccio Facchini, direttore di Altreconomia, presentata nella serata di ieri, martedì 9 luglio 2024, in una Sala Ticozzi gremita di pubblico, nel corso dell'incontro "Armi italiane e Israele. Il caso di Lecco", organizzato dal Coordinamento lecchese stop al genocidio. E tra le ditte lecchesi che esportano materiali di armamento in Israele, troviamo la Invernizzi Presse. L'azienda, la cui sede principale è a Pescate, ha esportato nel 2023 materiali di armamento per un totale di 539.950 euro.

Il numeroso pubblico presente ieri sera in Sala Ticozzi

Lecco è la prima provincia italiana per esportazione di armi e munizioni in Israele

"Il genocidio a Gaza si verifica non solo perché lì sparano, ammazzano, uccidono, ma anche perché qualcuno fornisce le armi, e il Lecchese è un esempio. Dobbiamo denunciare le fabbriche che producono armi e chi le finanzia": con queste parole Corrado Conti del Coordinamento lecchese stop al genocidio ha introdotto la serata.

Corrado Conti del Coordinamento lecchese stop al genocidio

La serata è quindi entrata nel vivo con l'intervento di Duccio Facchini, che ha presentato diversi dati, sottolineando come essi siano "frutto di una serie di inchieste sull'esportazione di armi in Israele". Un tema di fondamentale importanza, visto che nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023 al 26 giugno 2024 sono morte ufficialmente 37.400 persone (delle quali per oltre il 50% si tratta di donne e bambini), che equivalgono all'80% della popolazione della città di Lecco. Tuttavia il bilancio effettivo delle vittime è sicuramente più pesante, considerando che il 96% della popolazione della Striscia (che conta un totale di 2,1 milioni di persone, stipate in un'area estesa meno della metà della nostra provincia) è oggi in condizione di grave insicurezza alimentare, senza energia elettrica e assistenza ospedaliera (21 dei 36 presidi sanitari sono stati distrutti). E l'Italia, in tutto ciò, è complice: il nostro Paese, infatti, occupa il terzo posto sul podio delle nazioni che hanno venduto armi ad Israele tra 2013 e 2023 (i primi, naturalmente, sono gli Stati Uniti, che hanno venduto il 65,5% del totale delle armi, seguiti dalla Germania con il 29,7% e, appunto, dall'Italia, con il 4,7%).

Duccio Facchini, giornalista e direttore di Altreconomia

Sulla questione della vendita delle armi ad Israele, neanche a dirlo, il Governo italiano non è stato del tutto trasparente. Come ha spiegato Facchini, la questione è emersa per la prima volta in un tweet del ministro Guido Crosetto, in cui sosteneva che "la vendita di armi ad Israele era stata sospesa dopo il 7 ottobre". Facchini ha deciso di analizzare più a fondo la questione, inoltrando una domanda tramite l'accesso civico generalizzato alla Uama (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento). Tuttavia, l'Uama si è rifiutata di fornire le informazioni richieste, adducendo motivazioni che risuonano apertamente pretestuose. Così, Altreconomia ha pubblicato un articolo dal titolo "Armi italiane e Israele: il governo non è trasparente"; la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha ripreso l'inchiesta in parlamento, ma il ministro Antonio Tajani ha ribadito che la vendita di armi ad Israele era stata bloccata.

Se dall'Uama non si sono ottenute risposte, si ha avuto più fortuna con i dati Istat sull'export pubblicati a febbraio. Nella categoria "Armi e munizioni" i dati che riguardano l'ultimo trimestre del 2023 sono quantomeno incoerenti con le dichiarazioni di Crosetto e di Tajani. L'Italia ha infatti esportato armi e munizioni in Israele per un totale di 2 milioni e 100 mila euro. E in questo quadro, Lecco è la prima provincia italiana per esportazione di armi e munizioni in Israele, per un totale di oltre un milione di euro. Un'altra categoria merciologica che è saltata all'occhio del direttore di Altreconomia è la voce "Aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi": l'Italia ha esportato - sempre nell'ultimo trimestre del 2023 - 14 milioni e 800 mila euro di merci di questo tipo in Israele. Record per la provincia di Varese (8 milioni e 700 mila euro). L'inchiesta di Altreconomia intitolata "L'Italia ha esportato 'armi e munizioni' verso Israele dopo il 7 ottobre. I dati dell'Istat" finisce quindi in senato, ma la cosa passa in sordina.

Ma non è tutto: Facchini ha consultato infatti anche l'Adm (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli). Nel mese di gennaio 2024 l'Italia ha esportato in Israele 1 milione e 400 mila euro tra bombe, granate, siluri, mine e missili. Il Governo ha allora asserito che "La maggior parte delle licenze concesse prima del 7 ottobre sono state interamente esaurite. Per le licenze che presentavano residui non utilizzati, si è effettuata una circostanziata analisi tecnica (...) Tale analisi ha mostrato che i materiali residui sono di carattere non letale e non suscettibile di essere direttamente impiegati contro la popolazione civile. Si tratta di casi in cui il residuo da esportare è costituito solo da documentazione tecnica e corsi di formazione, in cui il destinatario finale è situato in Paesi terzi, o relativo a materiali non offensivi". Peccato che, tornando ai dati Istat, nel dicembre 2023 il materiale esportato dall'Italia in Israele ammontava ad un peso di 80.571 chilogrammi. "Corrisponderebbero a 16 milioni di fogli A4 di documentazione tecnica, è possibile?", il commento, amaramente ironico, del giornalista Facchini.

Il caso della Invernizzi Presse: 539.950 euro di materiali di armamento esportati in Israele nel 2023

Ripercorrendo i dati, da ottobre 2023 a maggio 2024 l'Italia ha esportato in Israele armi e munizioni per un totale di 4,6 milioni di euro. Nel primo trimestre del 2024 l'Italia ha esportato 1 milione e mezzo di euro e la provincia di Lecco 1 milione e 200 mila. Dunque Lecco è la prima provincia italiana per esportazione di armi e munizioni sia nell'ultimo trimestre del 2023 che nel primo trimestre del 2024. E tra le ditte italiane che esportano in Isreale, oltre alla Leonardo, alla Ima, alla Calzoni, troviamo anche la Invernizzi Presse, che ha la sua sede principale a Pescate, in via Belvedere, ed una secondaria a Lecco in via Achille Grandi. Dagli anni '50 la ditta sviluppa e produce presse per la deformazione plastica di metallo che trovano applicazione in svariati settori; tra questi figurano anche sistemi per l'imbottitura di acciaio e ottone, specificamente progettati per la produzione delle parti metalliche di proiettili di piccolo e medio calibro, ossia bossoli e pallottole. La relazione al parlamento riporta che la Invernizzi Presse nel 2023 ha richiesto autorizzazioni per esportare circa 10 milioni di euro di attrezzature. Analizzando i dati della relazione, emerge che le attrezzature esportate servono per produrre parti di munizioni, nello specifico: calibro 5.56 usati per fucili d'assalto e mitragliatrici leggere; 7.62 per fucili d'assalto e 12.7 per mitragliatrici pesanti e fucili di precisione. Nel 2023 la Invernizzi Presse ha esportato materiali di armamento in Israele per un totale di 539.950 euro (oltre che in Israele, la ditta lecchese ha esportato materiali di armamento anche in Qatar, in Repubblica Ceca, in Brasile, in Polonia e in India). "Ad oggi, alla Camera di Commercio di Lecco, Invernizzi Presse non ha alcun bilancio depositato - spiega Facchini - Ho inviato alla ditta una richiesta di intervista ma non hanno risposto".

Per quanto riguarda la Fiocchi Munizioni - che, con i suoi 811 dipendenti è molto più grande della Invernizzi Presse - non risulta tra le aziende che hanno esportato in Israele. Tuttavia, l'azienda non si occupa solo di armi ad uso civile o sportivo, come più volte dichiarato. Come emerge infatti dal bilancio al 31 dicembre 2022 depositato alla Camera di Commercio, i ricavi maggiori della Fiocchi Munizioni derivano dal settore industria e difesa (141.843.589 euro); segue poi il settore caccia e tiro (41.687.056 euro) e i prodotti commercializzati e diversi (16.164.339 euro).

Seguici sui nostri canali