Dopo la pandemia aumentati i casi di mobbing e discriminazioni
170 lavoratori assistiti dallo sportello
Dopo la Pandemia sono aumentati i casi di mobbing, discriminazioni o vessazioni. Sono numerosi i lavoratori che si sono rivolti allo Sportello Anti-discriminazioni della Cisl di Monza Brianza e Lecco per rivendicare assistenza legale e che necessitano anche di supporto psicologico, col rischio che se non vengono ben assistiti si ritrovino ai margini del mercato del lavoro.
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170 lavoratori assistiti dallo sportello
Nell’anno appena trascorso sono stati assistiti numerosi lavoratori (circa 170) che hanno scelto di dimettersi a seguito di disagio psicofisico nel luogo di lavoro, piuttosto che gestire un contenzioso. Circa 50 lavoratori, invece, hanno lamentato comportamenti vessatori, mobbizzanti, o discriminatori, alcuni di questi sono stati licenziati dopo lunghe malattie.
Mobbing
Le discriminazioni sono prevalentemente legate al genere, ma sempre più frequente anche alle condizioni di salute. "Abbiamo riscontrato casi di discriminazione verso soggetti deboli, con patologie particolari o con invalidità" spiega Antonio Mastroberti, responsabile dell’ufficio vertenze della Cisl di Monza Brianza.
Tra i fenomeni post-pandemia che l’ufficio vertenze della Cisl ha riscontrato è che è notevolmente aumentata la richiesta di condizioni di benessere nei luoghi di lavoro e che non c’è la disponibilità ad accettare qualsiasi condizione di lavoro pur di lavorare.
Si è abbassata la soglia di sopportazione
"E’ aumentata la fragilità dei lavoratori all’interno dell’azienda e si è abbassata la soglia di sopportazione di alcune condizioni di lavoro, c’è una maggiore sensibilità su alcune tematiche. Su Monza e Lecco e abbiamo uno sportello Antidiscriminazione e sono numerosi i lavoratori che si rivolgono a questo sportello soprattutto chi è fragile (magari con qualche patologia particolare), oggetto di discriminazione perché l’azienda mette in atto delle politiche per poterlo licenziare. Ma da questo punto di vista ci sono sentenze interessanti che dicono che se la patologia è riconducibile al luogo di lavoro il licenziamento per il superamento del periodo di comporto è illegittimo".