Don Erminio Burbello, chiesa gremita per l'ultimo saluto. "Ti accoglierà anche San Pietro, la cui casa hai tenuto pulita"
Il messaggio della comunità civatese, letto da don Luca: "Aveva lo sguardo alla meta, il cuore in Dio, la mano stretta alla nostra. Buona salita al cielo"
L'ultimo saluto a don Erminio Burbello, morto nei giorni scorsi a 79 anni, ha raccolto nella chiesa parrocchiale di Civate una grande folla di amici, conoscenti, autorità (tra cui il sindaco Angelo Isella) e persino una ventina di parroci giunti da tutto il territorio nella mattinata di oggi, venerdì 13 ottobre 2023.
D'altronde il sacerdote era stato per diversi anni a Civate, che aveva poi scelto come luogo in cui trascorrere la sua pensione, ma anche in diverse realtà del Lecchese e dell'Erbese: da Rancio a Laorca, fino a Canzo e Asso. E in ogni comunità ha lasciato un ricordo indelebile, un grande affetto che è stato dimostrato anche in questi giorni dopo la sua scomparsa.
Don Erminio Burbello, chiesa gremita per l'ultimo saluto.
Tra coloro che hanno voluto presenziare ai funerali, anche Monsignor Davide Milani e don Gianni De Micheli rientrato appositamente in paese dopo averlo lasciato a settembre scorso per assumere un nuovo incarico nella Comunità pastorale Beata Vergine Addolorata di Paderno d’Adda, Robbiate e Verderio.
All'inizio della celebrazione è stato letto il messaggio inviato dall'arcivescovo Mario Delpini, letto dal vicario episcopale di zona di Lecco Gianni Cesena: "Desidero condividere la preghiera di suffragio e di riconoscenza di coloro che hanno conosciuto, stimato, amato, don Erminio Burbello. Ha vissuto il suo ministero testimoniando la sua fede pensosa, sempre in ricerca, attento alle occasioni di aggiornamento e di approfondimento. Negli incontri con le persone ha manifestato il suo carattere riservato e insieme affettuoso, costruendo amicizie con intensità e discrezione, quasi timidezza, fino a dissimulare i suoi problemi di salute. Con la sua parole è stato incisivo, coi suoi giudici schietto e talvolta tagliente. Mi ha sempre dato l'impressione di essere alla ricerca di un oltre, di un compimento, di una letizia più grande e certa. Entra ora nella pienezza della gioia di Dio e intercede per noi che gli vogliamo bene".
La cerimonia è stata celebrata da Monsignor Luca Raimondi, che ha conosciuto cinque anni fa don Erminio come parroco di Inveruno - come testimoniato durante l'omelia: "Con lui ho avuto un rapporto delicato, non facile, quando un prete deve lasciare. Quando deve dire "non io ma Dio": se un prete è cosciente di questo non fa storie, mette da parte perché sa che conta la Chiesa che è più grande della nostra persona, conta più Dio anche del prete più simpatico. Di don Erminio avevo un po' timore, gli chiedevo se il suo cognome c'entrasse qualcosa con "burbero" e ne ridevamo insieme. Aveva tante passioni, come il cinema, ed è voluto tornare a Civate perché amava San Pietro al Monte. Mi ha invitato più volte a venirci e parlava bene degli Amici di San Pietro che tengono vivo questo luogo. E' voluto venire qui dove, anche nel tempo della malattia - da lui un po' snobbata perché col suo humor ha persino detto ai medici che era un problema loro - era felice e pieno di fede. Voglio quindi salutarlo con il saluto del Risorto alla sua comunità: uno diventa parroco, sta in mezzo alla gente perché tutta la sua vita è imbevuta della Pasqua di Gesù; fare il prete è considerare gli altri prima di me".
Il sacerdote ha altresì ricordato quanto sta avvenendo "nella terra di Gesù", augurandosi che si possa al più presto raggiungere la pace. "Don Erminio ha vissuto la sua vita con la certezza che le anime dei giusti sono nelle mani di Dio. Se fosse qui ci direbbe che è un problema del mondo, non vostro, perché appartenete a Cristo, a un amore che ha vinto la morte e quindi una speranza intramontabile. Don Erminio viveva in una povertà coraggiosa, sapeva che un uomo è ricco quando ha la certezza dell'amore di Cristo per lui. Caro don Erminio, ti affidiamo al Signore con la speranza che tu hai nutrito e che oggi è certezza di uno sguardo d'amore. Ti aspetterà anche San Pietro, tu gli dirai di accoglierti perché più volte sei stato nella sua chiesa a tenerla pulita".
Toccanti, inoltre, le parole lette dal gruppo giovani degli Amici di San Pietro: "Portiamo nel cuore la presenza appassionata di don Erminio. Ci sei stato vicino sin da subito, nella semplicità di una parola e un pasto condiviso ci hai fatto sentire amati. Ci hai preceduto in un atto di piena e totale fiducia a Dio. Preghiamo perché questo incontro con il volto paterno e materno di Dio ti dia pace".
"Le parole da usare per il saluto a don Erminio sono difficili da trovare, perché la sua reazione a qualsiasi elogio o ringraziamento avrebbe spiazzato chiunque - ha detto in conclusione don Luca Civardi, nuovo parroco di Civate, da parte di tutta la comunità - Però lo saluta chi ne ha colto gli insegnamenti di uomo di fede, in particolare le sue parrocchie dove ha svolto il suo ministero sacerdotale. Lo saluta chi lo ha incontrato nel cammino della vita, magari colto di sorpresa da uno sguardo o una parola, tanto immediati quanto profondi. Lo saluta chi si è confrontato con lui, cercando la propria strada e seguendo la propria vocazione. Lo saluta chi ha conosciuto una straordinaria generosità. Chi ha avuto bisogno di una parola di conforto, ricevendo ben più di una spalla su cui poggiare il capo. Chi ha incrociato il suo sguardo nella fatica del dialogo e del confronto, scoprendo che la propria opinione non è mai sufficiente a esaurire la verità. Chi lo ha visto camminare in montagna, dimentico della fatica ma consumato dalla gioia. Chi lo ha visto celebrare la messa a San Pietro al Monte e per le strade di Civate, stupito per la grande meraviglia della sua energia e della sua tenacia. Lo salutano i suoi confratelli e i suoi figli nello spirito. L'elenco, magari troppo lungo, testimonia la gratitudine per il passo deciso da don Erminio, lo sguardo alla meta, il cuore in Dio, la mano stretta alla nostra. Buona salita al cielo, don Erminio".
Tania Gandola