Diritto alla Cura: già raccolte 400 firme dalla Cgil Lecco
Giovedì 11 aprile sciopero e presidio davanti al Comune di Lecco
Prosegue la raccolta firme de “La Lombardia SiCura”, una campagna promossa da associazioni, sindacati e partiti politici che vuole dare voce ai cittadini lombardi sul tema della sanità per bloccare la corsa alle privatizzazioni e garantire il diritto alla salute e alla cura pubblica, gratuita e universale. Nel pomeriggio di ieri mercoledì 3 aprile, la CGIL Lecco e le relative categorie della FILT (Federazione Italiana Lavoratori dei Trasporti), della FP (Funzione Pubblica) e dello SPI (Sindacato Pensionati) hanno organizzato un banchetto nella sede della FILT CGIL alla stazione di Lecco.
Diritto alla Cura: già raccolte 400 firme dalla Cgil Lecco
"Anche in questa occasione, come già riscontrato dai banchetti organizzati nelle scorse settimane e dalle assemblee che quotidianamente si tengono nei luoghi di lavoro, le persone raggiunte si sono mostrate molto interessate al tema e hanno voluto dare il proprio contributo apponendo la firma sui moduli di raccolta" spiegano dal sindacato.
Dall’1 marzo, data di avvio della raccolta firme, a oggi la CGIL Lecco ha raccolto oltre 400 firme cartacee, un numero che va sommato a quelle raccolte dagli altri soggetti promotori della campagna e a quelle raccolte online tramite la piattaforma change.org.
“Da diverso tempo il sindacato, in alleanza con altri soggetti sensibili al tema, si mobilita con iniziative nei luoghi di lavoro e nelle piazze per invertire la tendenza alla privatizzazione e alla disparità di accesso ai servizi sanitari in Lombardia - Diego Riva, Segretario generale della CGIL Lecco - Il diritto alla cura e il rilancio del Sistema Sanitario Nazionale saranno anche tra i temi al centro dello sciopero generale di giovedì 11 aprile e della grande manifestazione nazionale di sabato 20 aprile a Roma (in entrambi i casi insieme alla UIL), contro le scelte sbagliate di un governo che taglia gli investimenti in sanità, non rinnova i contratti pubblici e alimenta la precarietà.”