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Ddl Appalti: "350 mila posti a rischio in Lombardia". Presidio davanti alla Prefettura di Lecco

"La nostra richiesta è che alla Camera venga ripristinato l’esclusivo obbligo di inserimento di clausole sociali nei bandi di gara"

Ddl Appalti: "350 mila posti a rischio in Lombardia". Presidio davanti alla Prefettura di Lecco
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"Un milione di lavoratori e lavoratrici rischiano di perdere il posto di lavoro, circa 350mila solo in Lombardia! E’ quello che potrebbe concretamente accadere alle lavoratrici e ai lavoratori degli appalti di pulizia, della ristorazione collettiva e della vigilanza se il Ddl Appalti, già approvato in Senato, dovesse passare anche alla Camera". Questo il grido d'allarme lanciato dai sindacati FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL, UILTUCS, UILTRASPORTI che per la giornata di oggi, lunedì 11 aprile 2022, hanno organizzato un presidio davanti alla Prefettura di Lecco.

Ddl Appalti: "350 mila posti a rischio in Lombardia". Presidio davanti alla Prefettura di Lecco

Il testo del Disegno di Legge, pur contenendo anche norme positive da noi da tempo richieste, elimina l’obbligo di inserire nei bandi di gara degli appalti ad alta intensità di manodopera una clausola sociale che ha il fine di promuovere la stabilità e continuità occupazionale del personale impiegato, prevista dall’attuale art.50 Codice dei Contratti Pubblici, prevedendone la sola facoltà". spiegano le sigle sindacali in una nota congiunta.

"L’applicazione di questa modifica ovvero l’eliminazione dell’obbligo della clausola sociale sarebbe un grave arretramento e, se confermata, avrà ricadute pesantissime per centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori che operano negli appalti di servizi ad alta intensità di manodopera. Lavoratrici e lavoratori “deboli”, occupati in comparti spesso essenziali: ospedali, strutture socio-sanitarie, scuole, ministeri, uffici pubblici e di conseguenza anche per la collettività.
Nella pratica significherebbe che ad ogni cambio appalto questi lavoratori, per la maggioranza donne con contratti part time involontari e di poche ore settimanali, non avranno più neanche la garanzia di mantenere il loro posto di lavoro e il loro reddito, ma rischiano concretamente di essere lasciate a casa.
Non è ammissibile che con la “giustificazione” della semplificazione, si depotenzino regole e si liberalizzi il “comparto appalti” a danno delle lavoratrici e dei lavoratori".

Le clausole sociali nei bandi di gara

"La nostra richiesta è che alla Camera venga ripristinato l’esclusivo obbligo di inserimento di clausole sociali nei bandi di gara, con piena conferma di quanto previsto dall’attuale art. 50 del Codice dei Contratti Pubblici".

La delegazione sindacale è stata ricevuta in Prefettura dal Capo di Gabinetto Marcella NicolettiNel corso dell’incontro sono stati ulteriormente evidenziati i motivi della mobilitazione, riconducibili in particolar modo alla discussione e approvazione in Senato del DDL Appalti, il cui testo contiene una norma che prevede la facoltà, e non già l’obbligo, di inserire clausole sociali nei bandi di gara. Detta previsione determinerebbe un preoccupante arretramento in termini di tutela per i numerosi lavoratori, in maggioranza donne con contratti part time di poche ore settimanali, che operano negli appalti di servizi ad alta intensità di manodopera, mettendone in pericolo la stabilità - sottolineano dalla Prefettura La richiesta formulata dai rappresentanti sindacali è quella di prevedere l’esclusivo obbligo di inserimento di clausole sociali nei bandi di gara così da impedire che ogni cambio di appalto possa trasformarsi in perdita di posti di lavoro e di reddito per lavoratori occupati in appalti di servizi essenziali e di pubblica utilità. Le preoccupazioni espresse saranno tempestivamente portate all’attenzione delle competenti Autorità di Governo".

 

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