La difficoltà di trovare una casa stabile a Lecco non è solo un problema sociale: mette a rischio il funzionamento dei servizi essenziali e il tessuto produttivo del territorio. Lo denuncia Dario Esposito, Coordinatore UIL Lario, sottolineando come la crisi abitativa colpisca direttamente lavoratori e famiglie.
Crisi abitativa a Lecco: la UIL Lario lancia proposte concrete per famiglie e lavoratori
Negli ultimi anni, i canoni locativi nel Lecchese sono aumentati del 25% rispetto al 2017, rendendo sempre più difficile per molte persone accedere a un’abitazione dignitosa. Un fenomeno che, secondo la UIL Lario, rischia di far perdere alla provincia “il treno per il futuro”.
Per affrontare l’emergenza, il Coordinamento territoriale UIL Lario, insieme a FenealUIL Alta Lombardia, UILFPL Lario-Brianza e UILScuola Lecco, ha inviato una lettera al Presidente della Provincia e ai Sindaci dei principali Comuni. L’obiettivo è offrire soluzioni concrete e realizzabili, utilizzando il patrimonio immobiliare inutilizzato come risorsa per la comunità.
Il problema è particolarmente grave se si considerano i numeri del pendolarismo: oltre 114.000 lavoratori si spostano quotidianamente in provincia, con un saldo negativo di 36.000 unità. Secondo l’ex Presidente Istat Blangiardo, entro il 2029 il Lario potrebbe perdere circa 15.000 persone in età lavorativa, mentre i dati Excelsior di Unioncamere segnalano un divario del 50% tra domanda e offerta di lavoro. Questo scenario mette in difficoltà settori strategici come scuola, sanità ed edilizia, con ricadute dirette sui servizi ai cittadini e sull’economia locale.

Tra le proposte avanzate nella lettera:
-
Introduzione di accordi territoriali di canone concordato in tutti i Comuni, accompagnati da incentivi fiscali e riduzioni IMU per i proprietari;
-
Riqualificazione degli immobili pubblici e sociali sfitti;
-
Istituzione di un fondo di garanzia per l’affitto, destinato a chi lavora ma non dispone di un reddito costante;
-
Regolamentazione degli affitti brevi, ispirata all’esperienza di Bologna, per preservare abitazioni a lungo termine;
-
Creazione di un’anagrafe pubblica aggiornata degli immobili sfitti, utile a monitorare l’offerta e orientare interventi mirati.
“La difficoltà di trovare una casa stabile non è solo un problema sociale: mette in crisi il funzionamento dei servizi essenziali e il tessuto produttivo – spiega Dario Esposito – Garantire abitazioni accessibili significa permettere ai lavoratori di radicarsi nella comunità, costruire legami familiari e sostenere concretamente la crescita economica e sociale del territorio. Le proposte avanzate rappresentano un percorso pragmatico e realizzabile, capace di trasformare un problema strutturale in un’opportunità per rafforzare la comunità e l’intero tessuto sociale ed economico del Lario”.