Città fantasma

Consonno: recintate le panchine, rabbia tra i volontari

“Non capiamo il motivo di questo gesto che per noi rappresenta l’ennesimo sfregio ai tanti visitatori che passano ogni settimana da Consonno"

Consonno: recintate le panchine, rabbia tra i volontari
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Per molti sarà soltanto l’ennesimo “dispetto” ai turisti, altri invece vorrebbero sapere le motivazioni che hanno spinto la proprietà a compiere un gesto del genere. Quel che è certo è che i visitatori di Consonno non avranno più a disposizione un posto dove sedersi e godersi un po’ di sano relax al fresco. Nei giorni scorsi  la proprietà del borgo di Consonno avrebbe provveduto a far recintare, rendendole inaccessibili ai visitatori del borgo, le due panchine di legno coperte da una tettoia che al centro del piazzale, proprio di fronte al bar, offrivano riparo dalla calura estiva.

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Consonno: recintate le panchine, rabbia tra i volontari

A fare l’amara scoperta è stata l’associazione “Salviamo le rane di Consonno”, attiva nella città fantasma con attività di salvaguardia delle numerosissime “bestioline” che vi popolano lo stagno: nella mattinata di mercoledì 7 giugno 2023  infatti, le due sedute di legno risultavano  recintate attraverso una rete metallica posizionata con cura e in maniera professionale, attraverso  alcuni tondini di ferro piantati al suolo.

“Non capiamo il motivo di questo gesto che per noi rappresenta l’ennesimo sfregio ai tanti visitatori che passano ogni settimana da Consonno - spiegano dall’associazione - Lo troviamo un gesto senza senso e ostile nei confronti di chi vuole vivere in maniera pacifica il paese”.

Secondo alcune indiscrezioni circolate in paese, pare che l’intento originario  fosse stato quello di abbattere la struttura legnosa ed eliminare le sedute che di fatto costituiscono un simbolo della città fantasma.

Solo l’intervento del figlio del conte Bagno, Osvaldo, oggi 84 enne avrebbe scongiurato l’abbattimento in favore di una più fattibile “recinzione”.

“Quello che noi non capiamo - concludono dall’Associazione di Olginate - sono i motivi di questo gesto ma a questo punto, mai li capiremo”.

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Luca De Cani

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