Sanità

Clinica San Martino mette a disposizione 1.200 prestazioni gratuite per chi non può permettersi le cure

Iniziativa per aiutare le persone che non possono permettersi una visita a pagamento e non possono attendere

Clinica San Martino mette a disposizione 1.200 prestazioni gratuite per chi non può permettersi le cure
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Clinica San Martino ha deciso di sviluppare un’iniziativa per aiutare le persone che non possono permettersi una visita a pagamento e non possono attendere, in quanto necessitano di cure immediate. Il progetto, ideato da Clinica San Martino, è stato messo a punto in collaborazione con le istituzioni del territorio: il Consiglio di rappresentanza dei sindaci e gli Ambiti territoriali di Bellano, Lecco e Merate. Il progetto San Martino Foundation prevede la possibilità di erogare gratuitamente circa 1.200 prestazioni annue di diagnostica per immagini e visite ambulatoriali a favore di cittadini di Lecco e provincia.

La Clinica San Martino mette a disposizione 1.200 prestazioni gratuite

«Nel 2013 abbiamo aperto la sede di Lecco e nel 2016 abbiamo scelto di dedicarci interamente al mercato privato e di rivolgerci all’utente senza alcuna intermediazione con l’obiettivo di diventare leader nelle alte prestazioni garantendo un’eccellenza accessibile – ci ha spiegato Alberto Pedretti, 32 anni, Direttore generale del Gruppo Clinica San Martino, laureato in medicina e chirurgia con master in management sanitario, chiavennasco d’origine e lecchese d’adozione – A quasi dieci anni di distanza l’obiettivo è stato raggiunto. Abbiamo costruito una squadra di oltre 300 specialisti di grande valore e la qualità delle nostre prestazioni è identica a quelle delle più importanti cliniche private. Il Gruppo è in continua crescita, si articola in tre sedi (Malgrate, Mese e Livigno) distribuite nelle province di Lecco e Sondrio, mentre a breve avvieremo i lavori di ampliamento dell’headquarter e apriremo una quarta sede in Brianza. Insomma tutto procede nel migliore dei modi, ma, guardandoci indietro, ci siamo accorti che sì, siamo un’eccellenza accessibile, ma che c’è una fascia di popolazione che resta esclusa…».

Alberto Pedretti, direttore generale del Gruppo Clinica San Martino

Beh, c’è il servizio sanitario nazionale, non è compito di una struttura privata colmare questa lacuna.

«E’ anche compito nostro se vogliamo rispettare la filosofia aziendale che poggia sull’eccellenza accessibile. Abbiamo quindi cercato di dare una risposta anche alle persone che hanno difficoltà, cittadini che guadagnano meno di 1.000 euro al mese, mettendo a punto il progetto, San Martino Foundation, per portare i servizi che Clinica San Martino offre, anche a chi non può accedervi. Questa idea l’abbiamo condivisa con l’ATS e le istituzioni del territorio e, in seguito, abbiamo definito un gestore istituzionale, ovvero, il Consiglio di rappresentanza dei sindaci e gli Ambiti territoriali di Bellano, Lecco e Merate».

Quali sono le caratteristiche delle persone che potranno accedere gratuitamente a queste prestazioni?

«Innanzitutto il paziente deve essere residente a Lecco e provincia, possedere la tessera sanitaria, disporre di una prescrizione medica e avere un ISEE massimo di 12.000 euro. Il filtro viene fatto dai medici di base, che sono a conoscenza di questa opportunità, proprio grazie al Consiglio di rappresentanza dei sindaci e degli Ambiti territoriali; saranno proprio gli ambiti a contattare la Clinica San Martino per autorizzare la prestazione che garantirà gli stessi tempi e la stessa qualità delle prestazioni sanitarie dei pazienti solventi. Noi abbiamo stimato di erogare circa 1.200 prestazioni annue di diagnostica per immagini e visite ambulatoriali grazie al progetto. Sono circa 120 prestazioni al mese, ma per arrivare a regime ci vorrà qualche mese di rodaggio, far conoscere bene questa opportunità, superare qualche scoglio psicologico e di riservatezza che talvolta porta le persone a affermare al proprio medico di base “Non posso permettermi di pagare questa prestazione privatamente” ... Crediamo molto in questa operazione».

Quest’ultimo aspetto potrebbe essere uno scoglio rilevante…

«Ostacolo che possiamo superare solo facendo squadra tra i diversi enti, pubblici e privati, e un’informazione attenta e capillare. Noi, al paziente che arriva alla Clinica San Martino, garantiamo l’anonimato, la stessa accoglienza, attenzione e professionalità che assicuriamo a tutti».

Prima accennava all’ampliamento della sede di Malgrate della Clinica San Martino. Di cosa si tratta nel dettaglio?

«Il 5 giugno 2023 è stato aperto  il cantiere per realizzare la nuova accettazione su un’area di quasi 400 mq dove troveranno spazio anche un bar e un ristorante. Contiamo di inaugurarla il giorno di San Martino, cioè l’11 novembre, in contemporanea con i festeggiamenti dei primi dieci anni di attività della sede».

Quali sono i numeri del Gruppo Clinica San Martino?

«Nel 2022 abbiamo avuto 76.000 accessi di cui 70.000 a Malgrate: una crescita esponenziale e inarrestabile visto che il primo anno avevamo registrato 1.000 ingressi. Il fatturato consolidato invece ha raggiunto i 18 milioni di euro, grazie al lavoro di 300 specialisti e 70 dipendenti. L’obiettivo ora è quello di diventare ancora più capillari sul territorio, puntare su nuove sedi con dimensioni medie/piccole simili alle strutture giù presenti a Mese e Livigno, ma con un livello di qualità diagnostica e chirurgica pari a quello offerto presso la sede di Malgrate. Siamo in un territorio strategico a nord di Milano e in un bacino di un milione e mezzo di persone che può raggiungerci in un lasso di tempo di 30’. Insomma abbiamo ancora margini per crescere».

Oggi però anche il settore della sanità privata è oggetto di concentrazioni: i grandi gruppi e i fondi di investimento sono alla ricerca di opportunità. E la sua è un’azienda familiare…

«E continueremo ad esserlo. Sono figlio d’arte, questa azienda è nata grazie all’intraprendenza e alla lungimiranza di mio padre, è un lavoro che mi appassiona e ho l’ambizione di crescere, di costruire una realtà ancora più solida, grazie a collaboratori che mi affiancano quotidianamente e al team di professionisti, ma anche di restituire qualcosa al territorio dove opero, come stiamo facendo con questo progetto che vuole aiutare le persone che non possono permettersi una visita a pagamento e non possono attendere perché hanno bisogno di cure immediate. I fondi di investimento non sono interessati a questi aspetti, che per noi invece sono essenziali».

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