"Ci siamo rotti i polmoni!" studenti lecchesi in piazza per Fridays for future FOTO E VIDEO

"Greta dice che un piccolo gruppo di persone è responsabile della povertà, della miseria e del cambiamento climatico in tutto il pianeta. Questo è vero. Noi dobbiamo chiederci se noi siamo vittime o responsabili, se facciamo parte di quel gruppo. Cero il nostro Paese non può dirsi innocente".

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"Ci siamo rotti i polmoni!" studenti lecchesi in piazza oggi, venerdì 15 marzo  per Fridays for future.  L'onda verde è arrivata anche a Lecco e i ragazzi degli istituti di Lecco e Merate, raccogliendo a pieno lo spirito del  movimento ambientalista giovanile che ha come simbolo la 16enne svedese Greta Thunberg, hanno affollato, colorato, rivitalizzato il centro storico lecchese e le vie di Merate.

Studenti lecchesi in piazza per Fridays for future

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Riuniti a Lecco  in una piazza Cermenati brulicante come non mai, con i visi dipinti di verde, le gole in fiamme per gli slogan urlati e "armati" di cartelli e striscioni, ragazzi e ragazze hanno manifestato per reclamare il diritto ad avere un futuro, una terra pulita, un'aria respirabile, laghi e fiumi non invasi dalle plastiche. Hanno gridato la loro voglia di cambiamento, hanno urlato la loro pretesa di essere ascoltati, capiti. Non ignorati. "Spesso gli adulti dicono che non siamo in grado di fare nulla, che non ci interessa nulla" hanno detto i rappresentanti degli studenti dal palco allestito in piazza Cermenati, "Oggi tutti noi, qui, stiamo dimostrando che non è così".

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I ragazzi hanno ricordato, citando la giovane svedese che l’umanità sta causando la sesta estinzione di massa e la situazione climatica globale è sull’orlo di una crisi catastrofica.  "Le conseguenze drammatiche sono visibili e vicine ad ognuno di noi. Siamo l’ultima generazione che può salvare il pianeta dal riscaldamento globale. Ci restano meno di 12 anni per impedire che i cambiamenti climatici in atto diventino irreversibili”.

 

 

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Il senso di impotenza, la sensazione di essere l'ultima ruota di un carro che sta andando a sbattere. Queste le sensazioni dei giovani lecchesi che hanno partecipato alla manifestazione di oggi il cui obiettivo a Lecco e Merate, così come ovviamente in tutto il mondo era quello  di chiedere alle politiche mondiali un immediato e concreto impegno per l’emergenza climatica, documentata dalla comunità scientifica mondiale, comprovata dalla Cop di Parigi e attuale priorità dell’Agenda 30. "Scendiamo in piazza affinché ascoltino la nostra voce e a sostegno di uno sviluppo socialmente, economicamente e ambientalmente sostenibile".

 

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Il professor Giovanni Valsecchi dell'Istituto Bertacchi

Inseme agli studenti lecchesi alla manifestazione di oggi hanno partecipato anche diversi esperti. Tra questi il professor Giovanni Valsecchi dell'Istituto Bertacchi. "Il cambiamento climatico ha delle conseguenze immediate, ben visibili nella vita quotidiana. A Lecco ha piovuto a ottobre, in alcune nostre classi c'era l'acqua. Poi praticamente più nulla. Basta vedere il nostro lago per capire in che condizioni siamo. Io ho letto il discorso di Greta. Anzi lo abbiamo letto in classe. Greta dice che un piccolo gruppo di persone è responsabile della povertà, della miseria e del cambiamento climatico in tutto il pianeta. Questo è vero. Noi dobbiamo chiederci se noi siamo vittime o responsabili, se facciamo parte di quel gruppo. Cero il nostro Paese non può dirsi innocente".

Il ruolo della politica e della scuola

"Greta dice anche che la politica ignora questa situazione, Io non concordo. I politici devono fare ciò che interessa alla gente, Quindi se ci battiamo per questo tema verremo ascoltati". E la lotta, per il prof Valsecchi, deve partire anche dalla scuola. "Se i vostri professori non vi parlano di questa emergenza voi dovete pretenderlo".

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Sul palco anche il professor Emilio Padoa Schioppa, docente di Ecologia all'università Bicocca di Milano. "Siamo di fronte a eventi sconcertanti, mai accaduti nella storia dell'uomo. Il cambiamento climatico non è una tesi, non è una ipotesi. E' ormai un fatto accertato da tutti. I dati sono evidenti ed è necessaria una radicale inversione di rotta".

Foto Mario Stojanovic

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