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Cgil Lecco lancia i referendum per un lavoro "più stabile, sicuro, dignitoso e tutelato"

Banchetti sabato a Lecco e domenica a Olginate: è possibile sottoscrivere la proposta anche online

Cgil Lecco lancia i referendum per un lavoro "più stabile, sicuro, dignitoso e tutelato"
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"Ci troviamo in una fase straordinaria dunque necessitano delle azioni straordinarie". Con queste parole il segretario della Cgil Lecco Diego Riva presenta la raccolta firme a sostegno dei quattro quesiti referendari sul lavoro proposti dalla realtà sindacale. Obiettivo: raccogliere almeno 500mila firme (numero necessario per proporre il referendum popolare), così proseguiranno i banchetti nelle piazze (sabato 4 maggio in piazza Cermenati a Lecco e domenica 5 maggio a Olginate), nelle aziende e anche online collegandosi a www.cgil.it/referendum, a sostegno di "Per il lavoro ci metto la firma".

Cgil Lecco lancia i referendum per un lavoro "più stabile, sicuro, dignitoso e tutelato"

"Le cose non stanno andando bene, questo Governo non ci ascolta e solo sottoscrivendo questi referendum possiamo fare qualcosa", ha spiegato Riva, a margine della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina, giovedì 2 maggio 2024, nella sede della Cgil Lecco, anche alla presenza di Francesca Seghezzi e Marco Brigatti della Segreteria della Camera del Lavoro. "Con questi quattro quesiti chiediamo di ridurre il precariato, di contrastare i licenziamenti illegittimi e di assicurare un futuro ai nostri giovani, che vivono in un costante limbo, con contratti a termine, e senza avere la certezza di una pensione futura". "Tutti possono mettere la propria firma e darci un sostegno per provare davvero a cambiare le cose - ha concluso Riva - Si tratta di promuovere modifiche importanti per cambiare davvero le cose, assicurare un futuro ai nostri giovani e tutelare quello che è un diritto costituzionale, ossia il lavoro".

Diego Riva, segretario Cgil Lecco

Proposte delle modifiche al Jobs Act

Questi i quesiti referendari: cancellare le norme sui licenziamenti del Jobs Act che consentono alle imprese di non reintegrare un lavoratore licenziato in modo illegittimo nel caso in cui sia stato assunto dopo il 2015 (nelle aziende sopra i 15 dipendenti);  cancellare il tetto massimo all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato nelle piccole aziende (nelle aziende con meno di 15 dipendenti) affinché sia il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite; superare la precarietà dei contratti di lavoro limitando l'abuso di quelli a termine; e infine puntare sul rendere il lavoro più sicuro andando a modificare il sistema degli appalti, obbligando tutte le aziende coinvolte in subappalto a rispondere in modo diretto in caso di infortuni e malattie professionali.

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