Sabato 25 ottobre 2025 la CGIL scenderà in piazza per proporre un’agenda economica e sociale alternativa a quella del Governo, impegnato nell’approvazione di una Legge di Bilancio che, “se dovesse essere confermata la bozza, peggiorerà le condizioni di vita e di lavoro della stragrande maggioranza di lavoratori e pensionati” assicurano dalla Camera del Lavoro.
La CGIL, insieme alle altre organizzazioni sindacali, aveva presentato all’esecutivo un pacchetto di richieste finalizzate ad affrontare una questione salariale che è ormai diventata una vera e propria emergenza sociale. “Due, in particolare, i punti principali: la detassazione degli aumenti contrattuali e la restituzione del drenaggio fiscale, ossia quel meccanismo iniquo per cui, quando l’inflazione aumenta i redditi, i lavoratori si ritrovano nello scaglione fiscale superiore e devono pagare più tasse, senza che vi sia un reale incremento del loro potere d’acquisto” spiegano dalla Cgil.
CGIL in piazza il 25 ottobre: mobilitazione contro la Legge di Bilancio
Secondo il sindacato il Governo avrebbe preso in considerazione solo la detassazione dei rinnovi dei CCNL, limitandola fortemente: “si parla di un’aliquota del 5% prevista solo per i redditi fino a 28.000 euro, mentre per le altre fasce di reddito interverrà la riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35 al 33%; sul fiscal drag, che tra il 2022 e il 2024 ha sottratto ben 25 miliardi di euro a lavoratori e pensionati, nulla è previsto”.
Altro lato giudicato negativo della Manovra riguarda le pensioni. “Dopo promesse elettorali e continui slogan sul superamento della Legge Fornero, questo Governo è riuscito a peggiorare proprio quel provvedimento tanto criticato. Si andrà in pensione sempre più tardi e sempre più poveri: Quota 103 (62 anni e 41 di contributi) verrà ricalcolata interamente col sistema contributivo e l’assegno pensionistico subirà pesanti penalizzazioni; per beneficiare dell’APE Sociale serviranno 63 anni e 5 mesi invece dei 63 anni attuali; Opzione Donna non verrà rifinanziata. Dal 2027 si andrà in pensione con 67 anni e 3 mesi d’età per la pensione di vecchiaia, 43 anni e 1 mese di contribuzione per quella anticipata, e dal 2029 ancora più tardi: 67 anni e 5 mesi per la pensione di vecchiaia, 43 anni e 3 mesi per quella anticipata. Non c’è nulla di casuale in tutto questo. Avallando il drenaggio fiscale e imponendo strette al sistema previdenziale, il Governo intende scaricare sui soliti noti i costi degli equilibri di finanza pubblica, zavorrati per di più da una folle corsa al riarmo che costerà alle casse statali 23 miliardi di euro solo per i prossimi tre anni. Nemmeno un piccolo contributo viene richiesto a chi se lo potrebbe permettere: della tanto decantata tassa sugli extraprofitti delle banche, infatti, non c’è più traccia2.
Diego Riva, Segretario generale della CGIL Lecco, ha dichiarato: “La CGIL non può rimanere ferma di fronte a questa intollerabile ingiustizia: la Legge di Bilancio colpisce chi lavora e tutela i privilegi, quindi va cambiata per fermare il drammatico impoverimento delle persone. Diciamo no al riarmo e all’austerità e ci mobilitiamo per un’economia fondata su lavoro di qualità e giustizia sociale.”
Prosegue Riva: “Nel Paese qualcosa sta cambiando e lo abbiamo visto anche a Lecco lo scorso 3 ottobre in occasione dello sciopero generale per la Global Flotilla, che ha visto la partecipazione anche di tanti giovani pronti a chiedere voce e spazio e a mettersi in gioco per una società diversa, più giusta e solidale. Sabato prossimo a Roma saremo in tanti perché vogliamo dare continuità a questa mobilitazione.”