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Casa della Carità di Lecco: in un anno 9181 pasti e 5400 pernottamenti

Una struttura di accoglienza - fortemente voluta da Caritas e dall’oratorio - intorno alla quale ruotano più di 200 volontari.

Casa della Carità di Lecco: in un anno 9181 pasti e 5400 pernottamenti
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Ben 9181 pasti distribuiti e 5400 pernottamenti. E ancora: 119 famiglie che hanno la tessera per gli «acquisti» dell’emporio, 194 per il guardaroba. Sono soltanto alcuni dei numeri della Casa di carità aperta lo scorso anno in via San Nicolò. Una struttura di accoglienza - fortemente voluta da Caritas e dall’oratorio - intorno alla quale ruotano più di 200 volontari. Quelli che lunedì scorso si sono incontrati per un momento di festa con un’apericena seguita dalla Messa celebrata da don Marco Tenderini e concelebrata da don Cristiano Mauri alla presenza del direttore Luciano Gualzetti. Per l’occasione le porte della struttura si sono aperte per una visita.

Alla Casa della Carità di Lecco in un anno 9181 pasti e 5400 pernottamenti

A fare da cicerone la segretaria Simona Perossi che ci ha guidati dal punto di accoglienza, passando per emporio, sale conferenze, stanze degli ospiti, mensa e ambulatorio medico (dove ruotano 18 fra dottori e infermieri, tutti volontari). In un anno, nella struttura sono arrivate quasi 3000 persone; un terzo italiane, la restante parte straniere; il più giovane aveva 18 anni, il più vecchio 78. Oltre a questi, sono stati accolti circa 400 migranti.
«Quando i nostri utenti giungono in Casa della carità, sia che vengano segnalati oppure si presentino autonomamente, sono ricevuti dal servizio accoglienza - ha spiegato - Possono prenotare semplicemente una doccia; lasciano i loro capi di abbigliamento che vengono lavati, stirati e restituiti puliti. C’è anche un deposito bagagli di cui possono usufruire».

E naturalmente c’è un servizio alla persona di cui è responsabile Arianna Borghi, che aggiunge: «Disponiamo di un guardaroba molto fornito a cui si accede, come per l’emporio, attraverso una tessera punti. Possono usufruire del servizio (gestito da 20 volontarie) sia i nostri ospiti che persone esterne: abbiamo preso in carico 194 famiglie (alcune con 6/7 membri), per un totale di 398 utenti, di cui 108 al di sotto dei 18 anni. Complessivamente, durante l’anno ci sono stati donati 6145 prodotti. Quando abbiamo un numero elevato di alcuni capi o scarpe le mettiamo nei cassonetti Caritas e in questo modo continua il riciclo».
Come detto, anche l’emporio - il responsabile è Antonello Stefanoni - ha una tessera a punti. Le famiglie che la possiedono sono 119, di cui il 70% straniere, 360 persone in tutto. Il servizio si avvale del sostegno della Comunità Europea, ma anche dei fondi Caritas e delle donazioni dei privati. E poi c’è la mensa, aperta a mezzogiorno per tutti e alla sera solo per gli ospiti (sette giorni su sette), gestita dalla cooperativa «Il grigio», presieduta da Francesco Manzoni, mentre del servizio ai tavoli si occupano Fiorenza e Lorenza.


«L’80% del cibo che viene preparato è recuperato attraverso le eccedenze alimentari - spiega Francesco - La restante parte viene acquistata. Abbiamo del personale che ogni mattina si reca all’Ortomercato di Milano e torna con l’invenduto che viene trattato e servito. Noi prepariamo dai 1000 ai 1200 pasti al mese».
Gli ospiti possono fermarsi nella Casa della Carità dalle 18 alle 8.30 del giorno seguente.
«Devono seguire alcune iniziative che noi mettiamo in campo per accompagnarli verso l’autonomia, oppure devono fare colloqui di lavoro o, in alcuni casi, recarsi nei centri per le dipendenze - aggiunge Simona Perossi - O ancora, nei casi più difficili, devono recarsi dalle assistenti sociali con le quali attuare progetti specifici».
Il Centro d’Ascolto, gestito dalla coordinatrice Anna Gualzetti con 13 volontarie, è considerato la porta d’ingresso di tutti i servizi.

«E’ decanale e c’è da almeno trent’anni - aggiunge Anna Gualzetti - Siamo un punto di riferimento di tutte le parrocchie di Lecco e del decanato. I nostri servizi si trovano nella Casa della Carità. In alcuni casi le situazioni ci vengono segnalate dalla rete. Spesso si pensa che la Caritas debba risolvere tutti i problemi, ma non è così. Noi prima di tutto ascoltiamo e accogliamo. Ma ovviamente per ciascuno cerchiamo di attivare un progetto che è a termine. Non possiamo per esempio ospitare al rifugio una persona per sei mesi perché significa che la struttura sarebbe preclusa ad altri. Il centro d’ascolto è una porta d’ingresso, ma anche una porta d’uscita».


Accanto alle camere, 30 in tutto distribuite su due piani, c’è una sala ricreazione dove gli ospiti fanno colazione la mattina e possono effettuare delle attività la sera. Alle 23 tutti a letto, le luci vengono spente. «Ci sono anche delle sale dove tenere corsi di italiano e stanze con letti a castello destinate ai gruppi che provengono dagli oratori oppure agli scout, che possono fermarsi un week end o una settimana, così ci aiutano nelle attività della struttura - conclude Perossi - Oltre a queste c’è un mini alloggio che verrà destinato a studenti che, dopo un corso di formazione, faranno un’esperienza di vita comune da tre mesi a un anno partecipando alle attività. Saranno supportati dal nostro diacono, Fabio Maroldi, che con Matteo Bettega segue i gruppi giovani nella struttura. Un’iniziativa che prenderà il via all’inizio del prossimo anno».

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