Carlo è diabetico, Lady è il suo angelo. "Mi ha salvato la vita"
Il valmadrerese è il primo in provincia di Lecco ad avere un cane certificato come salvavita per tale patologia
Si dice, spesso, che gli animali domestici siano dei veri e propri amici per la vita. In alcuni casi una felice metafora dell’amore che lega l’uomo a cani, gatti e altre bestie da compagnia; nel caso di Carlo Giani, invece, uno specchio di ciò che effettivamente rappresenta la sua Lady.
Carlo, 43 anni, vive a Valmadrera con la sua famiglia: la moglie Lara, i due figli Gabriel e Giorgia, tre labrador (tra cui appunto Lady) e una serie di altri animali tra cui coniglietti e uccellini. Diabetico sin da bambino, precisamente da quando ha 8 anni, Carlo deve utilizzare un microinfusore che gli inietta insulina e monitorizza l’andamento della glicemia. Un macchinario che, nel momento in cui viene registrata una variazione della glicemia, inizia a vibrare o suonare avvisando così Carlo di essere in pericolo. Ma, per diversi motivi, è capitato che non lo sentisse e che rischiasse persino di andare in coma. Ed è qui che entra in gioco Lady, la sua labrador di tre anni che è stata addestrata come cane salvavita.
Carlo è diabetico, Lady è il suo angelo. "Mi ha salvato la vita"
«Soffro di diabete di tipo 1 (causato da un’assenza totale di insulina, ndr) e ho sempre con me il microinfusore, 24 ore su 24 - racconta Carlo - Una notte ha vibrato ma non l’ho sentito perché stavo dormendo e il macchinario era rimasto sotto le lenzuola, ho rischiato di andare in coma. Dopo quell’episodio ci siamo molto spaventati, così mi sono informato per capire se ci fosse un modo per avere un aiuto. Tramite il mio amico Patrik Renzi, educatore cinofilo, abbiamo conosciuto il Progetto Serena». Un’associazione nata nel 2013, il cui presidente è Roberto Zampieri e dedicata alla figlia Serena venuta a mancare alcuni anni fa, che si occupa di addestrare cani allerta per coloro che soffrono di diabete. Progetto Serena ha dato alla luce un metodo, il «Protocollo cani allerta nel diabete» che si basa sulla collaborazione, la relazione e l’empatia tra cane e paziente diabetico. L’associazione collabora altresì con l’Università di Endocrinologia di Verona che sta eseguendo ricerche e test per proporre un metodo verificato e oggettivamente approvato.
Ma tornando a Carlo, grazie all’aiuto e alla consulenza di Patrik ha scelto di non far intraprendere il percorso di addestramento ai due labrador che già aveva ma di adottarne un altro che potesse iniziare sin da cucciolo il percorso per diventare cane salvavita, ovvero Lady. «L’abbiamo presa nell’allevamento di Favolabradors di Emilio e Marisa Mazzoleni. Il suo percorso è iniziato da subito con il Progetto Serena, all’inizio Patrik veniva a casa una volta a settimana e poi siamo passati a una volta ogni quindici giorni. Nell’addestramento non era coinvolto solamente il cane, anche io ero parte attiva. A Lady è stato insegnato a riconoscere l’odore della mia saliva attraverso un campione prelevatomi quando c’era una variazione della glicemia in un determinato range, in modo tale che lei possa intervenire quando sente quello specifico odore. In particolare, quando non sto bene Lady mi lecca il viso: un metodo efficace soprattutto se succede mentre sto dormendo, così mi sveglia». Lady è, quindi, un vero e proprio angelo custode per Carlo. «Mi ha già salvato la vita più volte, è stata pronta a intervenire in diversi casi e addirittura tra i quindici e i venti minuti prima che il microinfusore iniziasse a vibrare. Io sono molto contento di questo progetto, per fortuna che ho la mia Lady».
E’ anche l’addestratore stesso, Patrik, a confermare il successo del Progetto Serena
«Me ne occupo da tanti anni, Lady è stato il primo cane certificato come salvavita per diabetici in provincia di Lecco. Il progetto è molto utile: è vero che le variazioni glicemiche delle persone diabetiche vengono tenute sotto controllo in vari modi, ma il cane è sicuramente un supporto in più. Non sostituisce al 100% il microinfusore, ad esempio, ma dà una maggiore sicurezza. Dai sondaggi e dai test effettuati tra le persone che seguiamo ci è stato confermato che i diabetici sono più tranquilli e il loro stile di vita è migliorato. L’approccio che utilizziamo è basato sul gioco, sul divertimento e sul piacere per il cane nonché sul legame e l’empatia con il padrone. Viene fatto un lavoro diretto in famiglia, in modo tale da coinvolgere tutti. Mi è stato riportato più volte che un cane salvavita ha riconosciuto le variazioni glicemiche non solo sul padrone ma anche su altre persone, quindi questo progetto è davvero valido. Purtroppo non è molto sfruttato nel Lecchese, quindi dico a tutte le persone che hanno bisogno di rivolgersi a noi». Il «diploma» di superamento del corso è stato consegnato a Lady e Carlo ieri, domenica, dall’associazione Progetto Serena alla presenza anche di Patrik. «Ringrazio la mia famiglia per questo traguardo - ha detto Carlo - Patrik, il Progetto Serena, Favolabradors e il mio amico Manuel che mi hanno supportato in questo percorso».
Tania Gandola