Carenza di infermieri a Lecco: "Costretti a tagliare posti letto d'estate"
"Un sacrificio importante e non certo un capriccio" lo ha definito il dottor Giorgio Beretta, direttore aziendale delle professioni sanitarie sociosanitarie della Asst di Lecco. Il rischio infatti è che senza una adeguato numero di infermieri in servizio non possa essere garantita una adeguata qualità della cura dei pazienti
“Siamo la spina dorsale del Servizio sanitario nazionale, ma stiamo assistendo a un momento particolarmente critico, fatto di carenze importanti, di diminuzione dell'interesse da parte dei giovani per la scelta di questa professione, di valutazione da parte di chi è già inserito di ‘migrare’ verso altre strutture in alcuni Paesi europei e nordamericani”. Ad affermarlo è Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), in occasione della ricorrenza del 12 maggio , giornata internazionale dell'Infermiere che a Lecco viene celebrata con una mostra allestita nella hall del Manzoni. Una situazione critica generalizzata da cui Lecco non è esente, anzi. La carenza di infermieri a Lecco, così come nei presidi di Merate e Bellano, è "importante" tanto che la prossima estate ci sarà la necessità di chiudere dei posti letto per far fronte alle turnazioni delle ferie.
Carenza di infermieri a Lecco: "Costretti a tagliare posti letto d'estate"
"Un sacrificio importante e non certo un capriccio" lo ha definito il dottor Giorgio Beretta, direttore aziendale delle professioni sanitarie sociosanitarie della Asst di Lecco. Il rischio infatti è che senza una adeguato numero di infermieri in servizio non possa essere garantita una adeguata qualità della cura dei pazienti.
In numeri sono inequivocabili. "Secondo una ricerca il rapporto ideale dovrebbe essere di un infermiere ogni sei pazienti. Noi raggiungiamo più o meno un infermiere ogni 12-13 pazienti". Figure di difficile reperimenti quindi sebbene l'azienda stia cercando di far fronte alla situazione. "E' stato indetto un concorso per 60 posti che si svolgerà il 17 maggio e ne è già pronto un secondo per posti a tempo determinato. Non solo ma si percorrono tutte le strade che ci garantisce la legge per il reclutamento come da esempio la mobilità".
Ma il problema è anche un calo delle iscrizioni ai corsi di laurea in infermieristica. "I motivi sono diversi - ha proseguito il dottor Beretta - C'è innanzitutto un aspetto economico. Un neo assunto guadagna carica con la necessità di fare molti turni per garantire una continuità di assistenza. Se pensiamo solo al costo degli affitti è evidente la criticità della situazione. Ma non è solo una questione di "vile pecunia". C'è un giusto desiderio di avere garanzie sulla possibilità di progredire nella propria carriera. Non si può entrare a 24 anni in un posto di lavori e uscire con la pensione nella stessa posizione".
"Senza infermieri non c'è futuro, senza infermieri non c'è salute, non c'è assistenza per una popolazione sempre più anziana, fragile e sola - ha richiamato infatti anche Barbara Mangiacavalli - È necessario quindi rilanciare politiche di valorizzazione della professione sia nei percorsi formativi che in quelli di carriera e contrattuali. Avere dunque coraggio per innovare i modelli assistenziali affinché i nostri cittadini possano sempre beneficiare di questa componente essenziale che, insieme a tutte le altre professioni sanitarie, ha fatto sì che il nostro SSN sia tra i primi al mondo e il nostro Paese goda della di un alto tasso di longevità”.
Una professione importantissima, sempre più specializzata, sempre più vicina al paziente e sempre meno ancillare, ovvero ausiliaria a quella del medico quella dell'infermiere come ha testimoniato Maddalena Castelnuovo, infermiera al Manzoni di Lecco nel reparto di Pediatria da 5 anni. "Oggi l'infermiere è fondamentale per la presa in carico del paziente ed è proprio il concetto di prendersi cura che mi ha spinto a intraprendere questa strada. Il ruolo dell'infermiere non ha attinenza solo con la salute e la malattia, ma anche con l'educazione e la prevenzione, In questo senso credo che quella dell'infermiere di comunità sia la figura del futuro. E' importante dare voce agli infermieri, come è importante che venga pienamente riconosciuto il loro ruolo".
Dello stesso avviso Chiara Airoldi, a Lecco da 10 anni, oggi operativa nella palazzina amministrativa (è splendente in dolce attesa), ma a lungo tempo attiva nel blocco operatorio. "Tra il paziente e l'infermiere c'è un rapporto di fiducia che è alla base di una alleanza terapeutica all'interno della quale l'infermiere si pone sempre in un'ottica di ascolto attivo. E' una professione che va valorizzata e la mia speranza è che più giovani decidano di intraprendere questa strada".