IL CASO

Carenno: Comune e Regione condannati per il "Caso Pertus"

"I soldi richiesti - ha commentato il sindaco Luca Pigazzini - sono dovuti per opere di urbanizzazione realizzate in eccesso rispetto a quanto dovuto"

Carenno: Comune e Regione condannati per il "Caso Pertus"
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Un milione. A tanto ammonta il risarcimento che il Comune di Carenno e Regione Lombardia sono stati condannati a pagare dalla Corte di Cassazione all’Immobiliare Pertus S.r.l. in riferimento alla mancata edificazione del “Pertus” causata dallo stralcio di parte della convenzione edilizia stipulata nel 1969. Una convenzione che, carte alla mano prevedeva una vera e propria colata di cemento con edificazioni di case e palazzi con relativi servizi in grado di ospitare la bellezza di 5.000 nuovi abitanti. In parole povere, una sorta di “Consonno” in quel di Carenno.

Caso Pertus: un po' di storia

In estrema sintesi, nel lontano 1985, gli allora amministratori locali, andarono a rivedere al ribasso le concessioni edificatorie presenti nel Pgt riducendo a poco più di 3.000 abitanti la capacità abitativa in termini di volume edificabile. Capacità ulteriormente ridotta poi nella realtà dei fatti degli edifici costruiti, di molto inferiori a quelli previsti e rimasti nella quasi totalità sulla carta. Una situazione che ha successivamente dato il via ad una serie di cause e controcause durate anni che, in prima battuta, hanno visto la vittoria del Comune in sede amministrativa.

Di fronte però alla richiesta dell’Immobiliare Pertus di un risarcimento di oltre 20 milioni di euro, nel 1998 si è aperta una causa civile la cui sentenza in primo grado, sempre favorevole al Comune, è arrivata 13 anni dopo. Nel 2018, l’appello ribalta la sentenza dando ragione alla società immobiliare. Qualche giorno fa, la Corte di Cassazione ha confermato il verdetto di secondo grado, condannando Comune e Regione al pagamento di 500.000 euro di risarcimento che, con gli interessi calcolati dal 1998 e le spese legale, salirebbero a circa 1 milione.

Il commento del sindaco Luca Pigazzini

«Si tratta di un bel “regalo” - commenta ironicamente il sindaco Luca Pigazzini - di cui la prossima Amministrazione comunale dovrà farsi carico come una spada di Damocle. Ovviamente l’immobiliare si è subito fatta viva per chiedere il pagamento che dovrà avvenire “in solido” e cioè al 50% con Regione Lombardia. Quasi 350.000 euro, sono stati già versati nel 2018, dopo la sentenza di appello e dovranno essere scalati dal milione ma ora, come Comune, stiamo aspettando di sapere da Regione Lombardia come intende procedere in merito alla cifra rimanente. Successivamente, sarà necessario tornare in consiglio comunale per rettificare un accordo che peserà chiaramente come un macigno sulla prossima Amministrazione".

Il sindaco Luca Pigazzini

«I soldi richiesti - ha concluso Pigazzini - sono dovuti per opere di urbanizzazione realizzate in eccesso rispetto a quanto dovuto. Al di là dei tempi della giustizia, che sono quelli che sono, va notato che il milione di euro che alla fine noi e Regione pagheremo, e per il quale dovremo chiedere un prestito, è sicuramente molto meno della richiesta iniziale di 20milioni che non aveva ragione d’essere».

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