Serie C

Calcio Lecco, parla Valente: «La partita di domenica ci darà risposte»

Il tecnico bluceleste presenta il primo impegno ufficiale della nuova stagione, contro l'Ospitaletto in Coppa Italia

Calcio Lecco, parla Valente: «La partita di domenica ci darà risposte»
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Vento in poppa, ali prossime a spiegarsi; l’Aquila è pronta a riprendere il volo. Destinazione: Coppa Italia. È proprio nella competizione in questione che il nuovo Lecco taglierà il nastro sulla nuova stagione, domenica 17 agosto, ore 18:00, contro l’Ospitaletto Franciacorta. Ai microfoni della stampa locale è intervenuto quest’oggi, mercoledì 13 agosto, Federico Valente. Rinnovata determinazione, convinzione nelle potenzialità della propria nuova “creatura” e la consueta calma serafica; tutto ciò traspare dai lineamenti e dalle parole del tecnico bluceleste.

 

L’impegno in Coppa Italia di Serie C arriva in seguito al precampionato: com’è stato quest’ultimo?

«A me piacciono tutte le competizioni, dunque anche la mia squadra non vede l’ora di scendere in campo domenica e di affrontare l’Ospitaletto, sia in Coppa Italia che in campionato. Proveremo ad esserci tutti, a parte Ndongue che è fuori per infortunio. I ragazzi sono come un cavallo nel box pronto ad uscire; abbiamo lavorato tanto, anticipando gli orari degli allenamenti per via del clima. Siamo contenti di come è andata la preparazione e di aver avuto la rosa completa in ritiro fin dall’inizio, ma sarà la partita di domenica a darci le maggiori risposte su come stiamo».

Sul modulo del nuovo Lecco:

«Lo schema nel precampionato era 3-5-1-1, 3-4-2-1, 3-4-1-2... abbiamo iniziato per la maggior parte con due play, poi nell’ultima partita con un centrocampo a tre; penso che i moduli non siano decisivi, a differenza dei princìpi e dei giocatori che vanno in campo, che adesso forse, con un po’ più di tempo, hanno avuto la possibilità di sposare l’idea di quello che vogliamo proporre».

Un Lecco costruito ad immagine e somiglianza di Valente: come procede l’integrazione dei nuovi giovani (Alaoui, Lovisa, Furrer, Pellegrino)?

«Devo fare i complimenti a questi ragazzi, ma anche a chi già faceva parte del gruppo e ai nuovi arrivati italiani; fin dal primo giorno hanno provato ad includerli negli allenamenti e nelle partite; se questa cosa l’avessi fatta solo io non sarebbe stata ugualmente decisiva, perché in campo vanno i giocatori. Fin dall’inizio, chi più chi meno, hanno provato anche a parlare italiano. Anche un giovane come Alaoui, che è del 2006, ci ha dimostrato in parecchi momenti che può darci una mano e che stravede per i suoi compagni di gioco. Gli stessi Bonaiti, Mallamo, Metlika, Tanco, ci dimostrano di aver piacere di far parte di questo gruppo; queste settimane ci hanno aiutato».

Sui princìpi di gioco intravisti nelle amichevoli estive:

«Vorrei che la squadra fosse completa e che abbia un piano B, C, D, E...  se tu hai in mente solo una cosa, sei più facile da calcolare. Noi proviamo tante piccole cose sui nostri princìpi ma poi il sabato o la domenica si tirano fuori solo quelle che vanno ad incidere sulla partita; se tu prepari una partita soltanto adattandoti all’avversario, puoi trovarti in difficoltà se l’avversario arriva a giocarsela in maniera completamente diversa. Contro il Sondrio, i cambi gioco di Tanco erano una soluzione adattata a quello che ci chiedeva la partita; puoi anche uscire combinando con il centrocampo, ma se questo è chiuso, devi avere altre possibilità – il mister riprende poi il concetto pochi istanti più tardi – cambiare qualcosa in una partita già avviata, non è così facile per i giocatori. Voglio trovare soluzioni al momento giusto, capendo anche quale può essere quest’ultimo».

Capitolo Mercato: Frigerio è centrale nel progetto bluceleste, nonostante le voci di trasferimento?

«Penso che tutti gli allenatori direbbero la stessa cosa; questo mercato che finisce con l’inizio del campionato ti dà un po’ di fastidio, non sai mai cosa può saltare fuori. Io in primis provo a capire il giocatore ma ci sono anche gli interessi della società; come allenatore, fin quando la dirigenza non mi dice che Marco va via, per me fa parte del gruppo ed è un giocatore molto importante».

Corre voce che il Lecco, nonostante la presenza di Grassini, stia cercando anche un “quinto” per puntellare la propria corsia di destra...

«Con Gabriel Pellegrino abbiamo trovato un giocatore molto frizzante, diverso da un quinto normale; nasce come centrocampista ma ha le qualità per essere un quinto interessante. Siamo sempre aperti a trovare soluzioni fino all’ultimo giorno di mercato ma non voglio fare colpi tanto per farli...».

Dopo Vicenza, Brescia e Cittadella, chi è la quarta forza del campionato?

«Penso che si potrà dire in che direzione si sta andando dopo le prime dieci giornate».

Le altre squadre temono il Lecco?

«Non ho i loro numeri, forse bisognerebbe chiamarle (ride, ndr). Provo a fare un lavoro intenso con questa squadra, che dà ogni giorno l’anima in campo. Tutti i giocatori hanno fatto quasi lo stesso minutaggio nel precampionato, la cosa importante per me è creare un ambiente di concorrenza tra loro ma di dare anche valore a tutti».

Sulla ricerca di un difensore:

«Un braccetto deve sapere cosa fa il quinto e cosa fa la sottopunta, un centrale deve sapere cosa fanno play e braccetti... devono essere polivalenti. A sinistra abbiamo Ferrini e Romani, con Kritta che ha dimostrato di poter fare anche il braccetto in caso di bisogno. Abbiamo Marrone, Battistini, Tanco di piede destro, più Mihali e Di Bitonto; se prendi un destro che sa fare entrambi i ruoli, penso che si sia a posto. Se faremo qualcosa, dovrà essere una scelta convinta».

Sulla permanenza di Zanellato e sul rendimento del centrocampo:

«Penso che tutta la piazza sia contenta che Zanellato abbia sposato questo progetto a lungo termine. A febbraio non era in buone condizioni fisiche, adesso ha un altro passo. Siamo tutti contenti, la sua esperienza può essere utile anche ai giovani. Metlika e Mallamo hanno caratteristiche simili, poi c’è anche Bonaiti: abbiamo scelto questi centrocampisti in maniera convinta. Sia che giochiamo a due, sia che si giochi a tre, si devono capire».

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