Blue Tongue: Fragomeli chiede chiarimenti sul piano vaccinale
Questa patologia ha causato l’identificazione di 146 focolai nelle province di Bergamo, Lecco, Monza Brianza, Como, Varese, Milano, Brescia, Sondrio e Pavia
La Blue Tongue, malattia virale che colpisce i ruminanti con sintomi come febbre, debolezza ed edema, continua a rappresentare una minaccia significativa per la zootecnia lombarda. Nota per la caratteristica colorazione bluastra della lingua che compare in alcuni casi, questa patologia ha causato l’identificazione di 146 focolai nelle province di Bergamo, Lecco, Monza Brianza, Como, Varese, Milano, Brescia, Sondrio e Pavia. Tra i focolai confermati, 70 hanno colpito i bovini, 74 gli ovini e 2 i caprini, secondo quanto comunicato dall’assessore al Welfare Guido Bertolaso.
Blue Tongue: Fragomeli chiede chiarimenti sul piano vaccinale
La Lombardia, con un patrimonio zootecnico di circa 1.530.000 bovini, 127.000 ovini e 86.000 caprini, ha visto intensificarsi le preoccupazioni legate alla malattia. A Lecco, il 20 gennaio scorso, l’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi ha annunciato l’acquisto di 155.000 dosi di vaccino per garantire una copertura vaccinale entro marzo 2025.
Tuttavia, il tema ha generato un dibattito politico, con i consiglieri regionali del Partito Democratico Marco Carra, Matteo Piloni, Roberta Vallacchi e Gian Mario Fragomeli che hanno presentato un’interrogazione rivolta all’assessore al Welfare. "Le domande le poniamo all’assessore giusto, a quel Bertolaso che si occupa di sanità, cioè il comparto cui fanno riferimento le politiche veterinarie", hanno precisato i consiglieri dem.
Tra i quesiti sollevati, i consiglieri chiedono conferma sul piano di vaccinazione annunciato e maggiori dettagli sul piano strutturato presentato al Ministero della Salute. Inoltre, richiedono chiarimenti sul numero di dosi previste, sul criterio di distribuzione e sulla specie animale a cui sarà data priorità.
La necessità di interventi tempestivi è dettata anche dal ritorno stagionale dei Culicoides, insetti vettori del virus, previsto con l’arrivo della primavera. Sebbene Bertolaso abbia dichiarato che gli interventi mirati di disinfestazione possano essere sufficienti, manca un censimento aggiornato dei focolai e uno studio specifico sulla diffusione del virus.
A complicare ulteriormente la situazione, vi è la difficoltà di reperire dosi di vaccino contro il sierotipo Btv-8, come dichiarato dallo stesso Bertolaso. La limitata disponibilità di tali vaccini ha impedito una copertura adeguata, lasciando il comparto zootecnico lombardo vulnerabile.
Con il tempo che stringe e i veterinari del sistema sanitario già impegnati nel contrasto ad altre epizoozie come la peste suina e l’aviaria, il completamento della campagna vaccinale entro marzo diventa una sfida cruciale per prevenire un’escalation dell’epidemia.