bagno di folla

Antonio Albanese incanta la sua Olginate

"Ho girato il film a Olginate perchè avevo bisogno di circondarmi di persone per bene"

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Il regista e attore Antonio Albanese è tornato nella sua Olginate, per molti, un sogno diventato realtà.

Si può definire così, senza troppi giri di parole, l’emozione che circa 850 olginatesi (ma non solo) hanno potuto vivere nella serata di ieri, mercoledì 10 gennaio 2024, al cinema teatro Jolly di Olginate dove, al termine delle due proiezioni in programma del film “Cento Domeniche” ha fatto il suo ingresso in sala tra gli applausi scroscianti del pubblico, nientemeno che il protagonista, Antonio Albanese.

Antonio Albanese incanta la sua Olginate

Due per l’appunto le proiezioni i cui biglietti, venduti ad un prezzo promozionale, sono andati letteralmente a ruba in meno di 24 ore facendo registrare il nuovo record di tempo per il sold-out.

L’attore, invitato in città in occasione del 5° anniversario della riapertura della sala parrocchiale nella rinnovata gestione, ha presentato il suo quinto film alla regia. E' la storia di una delle tante tragiche vittime dei crack bancari, che hanno sconvolto le esistenze di centinaia di migliaia di piccoli risparmiatori in Italia.

Il sindaco Passoni: "Antonio Albanese ha fatto un regalo al territorio"

A salire sul palco per primo è stato, come lo ha definito lo stesso Albanese, il “signor sindaco” Marco Passoni che ha voluto ricordare come “non fosse scontato che Antonio venisse ad Olginate a girare il suo film perché avrebbe potuto farlo, in maniera più semplice altrove. Come amministratori non potevamo dire di no, siamo stati disponibili fin da subito perché questa è stata un’occasione unica per il territorio. Un regalo che difficilmente ricapiterà di nuovo e per questo ringraziamo Antonio di cuore. La speranza di tutti è quella, magari nelle stagioni dei “grandi nomi” di rivederlo sul palco del Jolly con un suo spettacolo”.

Antonio Albanese "Ho voluto fortemente girae il film dove sono cresciuto"

La parola è poi passata all’attore e regista olginatese, visibilmente emozionato davanti al pubblico di casa: “Per me, questa, è una serata emozionante. Primo perché ho voluto fortemente girare questo film tra Olginate, Garlate e Lecco e non è stato facile. Credetemi. Tutte le case cinematografiche stanno a Roma, ma io ho voluto fortemente girarlo qui, dove sono nato e cresciuto. Insomma, nel mio paese”.

L'origine di Cento Domeniche

Una pellicola che trova la sua origine due anni fa, quando l’attore guardando in tv un’intervista ad alcune vittime di un crac bancario ha avvertito la somiglianza con uno di loro, un operaio, arrivando ad sentire il bisogno di raccontare fisicamente e psicologicamente il dolore che può provocare un’ingiustizia e un tradimento del genere.

"Avevo bisogno di circondarmi di persone per bene"

“Il cinema - ha continuato Albanese - deve servire anche a far si che queste cose non si ripetano. Oltre a chiedere agli attori una concentrazione particolare per rappresentare la crudezza nella sua realtà, ho voluto girarlo qui per un motivo molto semplice. Quella olginatese, come il mio personaggio di Antonio Riva, è una comunità seria e di brava gente. Lo dico con convinzione perché li conosco. Avevo bisogno di circondarmi di persone per bene, che lavorano e sostengono il paese come il protagonista. Il cinema non parla mai dei 2 milioni e 800 mila metalmeccanici e artigiani che sono i primi a sostenere questo paese. Olginate è rappresentato da queste persone e ho voluto circondarmi della loro onestà. Ho sempre paura di dimenticare qualcuno, ma ringrazio tutti quelli che hanno creduto in questo progetto e in questa avventura qui, dove sono nato e dove conserverò un ricordo bellissimo”.

Poi ancora: “Io sono nato di fronte alla diga. Da una parte c’è il lago di Garlate, abbastanza fermo e che ti guarda con una certa serietà. Dall’altra parte della diga l’acqua comincia a ridere. Io sono queste due cose. Ho queste due caratteri che mi appartengono. Onestamente ci sono 270.000 bancari in Italia e con questo film mica ce l’ho con loro. Ci sono però poche persone che infettano il sistema e devono capire che possono provocare un danno incredibile. Per questo abbiamo scelto un tono drammatico alla vicenda”.

Spazio anche agli aneddoti, e a qualche sana risata per sdrammatizzare un po’ la serata prima di lasciare Olginate, tra la standing ovation del pubblico: “Abbiamo realizzato una finta banca in via sant’Agnese, dove un tempo c’era l’alimentari Bassani. All’interno la notte venivano riposte le attrezzature, sorvegliate da un guardiano notturno. Ogni sera la gente si fermava tentava di infilare il bancomat senza riuscirci perché era finto. Una sera, il guardiano è stato mandato letteralmente a quel paese”.

Luca de Cani

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