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Anpi Lecco onora i "Martiri di Merlate”

In questo mese di dicembre si commemorano i “martiri di Merlate”: cinque partigiani provenienti dal Lecchese e uccisi dai fascisti appunto nel dicembre 1944 nella piccola frazione del Comune di Vernate in provincia di Milano.

Anpi Lecco onora i "Martiri di Merlate”
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In questo mese di dicembre si commemorano i “martiri di Merlate”: cinque partigiani provenienti dal Lecchese e uccisi dai fascisti appunto nel dicembre 1944 nella piccola frazione del Comune di Vernate in provincia di Milano.

Anpi Lecco onora i "Martiri di Merlate”

Si tratta di Guido Ceresini, nato a Malgrate il 16 gennaio 1922; Rolando Fanteguzzi, nato a Lecco il 2 gennaio 1922 e appartenente alla 89ª brigata Poletti operante a Mandello; Antonio Nasatti, nato a Lecco il 4 aprile 1920 e appartenente alla divisione Puecher attiva in Brianza; Giacomo Nessi, nato a Lecco il 19 maggio 1924; Luigi Novara, nato a Seregno il 19 luglio 1917, ufficiale dell’esercito e appartenente alla brigata Rosselli operante sui monti lecchesi.

"A ottant’anni di distanza da quell’episodio, tra l’altro, la memoria si è aggrovigliata così che la data precisa dell’eccidio risulta incerte: sulla targa che ricorda il martirio nella piazzetta di Merlate è riportata la data del 12 dicembre, mentre altre fonti scritte parlano del 16. Così come si contraddicono le informazioni sulla concomitante presenza dei cinque a Merlate" spiegano da Anpi Lecco.

Secondo l’Atlante online delle stragi nazifasciste, il gruppo si era recato nella Bassa, dopo lo scioglimento della 89ªBrigata “Poletti”, per collegarsi con il commissario politico del distaccamento di Casorate ed essere inseriti nella 170ª brigata Garibaldi SAP e svernare in pianura. Per altri erano invece scesi per rifornirsi di riso, viveri in genere e tabacco per poi ritornare sui monti lecchesi.

Di fatto la sera del 15 dicembre (o dell’11) si trovavano all’osteria di Merlate.

Fu proprio l’oste a segnalare la loro presenza ai fascisti. Una squadra delle Brigate Nere comandata dal tenente Giuseppe Ranzani circondò l’osteria e si cominciò a sparare. Anche i partigiani risposero al fuoco. E uno dei cinque, forse Giacomo Nessi, rimase ferito morendo di lì a poco, finito a quanto pare da un colpo di rivoltella da parte dello stesso capo delle camicie nere. Gli altri quattro vennero catturati e condannati a morte dopo un processo sommario celebrato nella notte. All’indomani mattina, avvenne la fucilazione sulla stessa piazza di Merlate. I cadaveri furono poi caricati su un carretto e trasferiti a Moncucco per la sepoltura. Dopo la Liberazione, i corpi vennero riesumati per essere traslati ai paesi di origine. Sulle salme vennero riscontrati segni evidenti di percosse e torture.

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