Amici veri in nome di Tosco per trovare una cura
Intervista al professor Pietro Mortini dell’Ospedale San Raffaele di Milano sui frutti concreti dell’impegno da parte dell’associazione nata per ricordare Maurizio Brivio
"Gli Amici di Tosco è un ottimo esempio della buona volontà degli italiani, che in questo caso specifico hanno creato un’associazione per finanziare la nostra ricerca scientifica". Così il professor Pietro Mortini, direttore dell’Unità Operativa di Neurochirurgia e Radiochirurgia Stereotassica all’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, parla dell’Associazione Amici di Tosco, nata dalla volontà di familiari e amici di ricordare Maurizio Brivio, scomparso a soli 42 anni per un tumore cerebrale.
Amici veri in nome di Tosco per trovare una cura
Da qui la relazione con il professor Mortini:
"Le donazioni raccolte dall’associazione sono fondamentali per noi, per portare avanti la ricerca per la cura di questo tipo di tumori".
Ormai con l’Ospedale San Raffaele c’è un rapporto stretto e, dal 2017, si sono realizzate diverse iniziative, sempre più strutturate, dagli eventi sportivi benefici alle cene di raccolta fondi.
Che frutti hanno portato queste donazioni?
"Grazie a donazioni liberali, aste benefiche e raccolta fondi, sono nati degli importanti finanziamenti con cui abbiamo potuto aprire posizioni per i nostri ricercatori, borse di studio per dottorati di ricerca e contratti per biotecnologi; sostenere attività di laboratorio e realizzare pubblicazioni scientifiche internazionali, che mettono in moto la ricerca scientifica. Un risultato importante del rapporto virtuoso tra donatori e istituti di ricerca come il nostro".
Come avanza la ricerca?
"Per avanzare nella ricerca scientifica servono anni di studio e lavoro ma, grazie alle donazioni, siamo riusciti a realizzare pubblicazioni scientifiche utili a tutta la comunità internazionale. Abbiamo approfondito lo studio di certe molecole poco conosciute, utili per comprendere i meccanismi tumorali al cervello. Grazie a questi studi abbiamo ricevuto diverse richieste di collaborazione da parte di altri istituti di ricerca esteri, diventando anche punto di riferimento nel mondo. La collaborazione internazionale è importante per fare passi avanti nella ricerca scientifica".
Si tratta di un tumore poco studiato?
"I tumori del sistema nervoso centrale rappresentano il 5% di tutti i tumori che colpiscono il corpo umano; quindi, vanno considerati rari di per sé. Sono un capitolo particolare dell’oncologia, che richiede un enorme lavoro di ricerca. Per questo viene trattato da centri altamente specializzati. Mentre per altre tipologie di tumore c’è stato un significativo progresso in termini di nuove cure, per quello al cervello c’è stata più che altro un’evoluzione nelle tecniche operatorie, ma bisogna fare ancora molto per sviluppare le conoscenze di base e quindi favorire le terapie farmacologiche. Il San Raffaele ha una tradizione di ricerca lunga ormai 40 anni in tutti i campi e anche nell’ambito dei tumori cerebrali".
Nel concreto a quali risultati siete arrivati?
"Questi fondi vengono indirizzati soprattutto per trovare nuove terapie, perché il nostro obiettivo in quanto chirurghi è curare. Infatti, abbiamo già in atto quattro protocolli di ricerca che hanno tutti come oggetto la cura dei tumori cerebrali su pazienti, quindi una ricerca clinica e non solo di laboratorio, in grado di favorire la produzione di farmaci per la terapia".
Quindi i fondi raccolti dagli Amici di Tosco aiutano a curare i malati?
"Possiamo dire che questi fondi ci permettono di creare delle terapie avanzate sui pazienti, d’altronde motivo per cui è nata l’associazione e la destinazione dei fondi. Abbiamo già identificato dei marcatori cellulari che sono più espressi in pazienti con tumore maligno e grazie a questo stiamo collaborando per lo sviluppo di farmaci che colpiscono queste molecole. Posso dire che puntiamo ad avere dei protocolli per delle terapie innovative rivolte ai pazienti con tumore cerebrale".
Con l’Associazione Amici di Tosco si è creata una importante collaborazione.
"Ormai con l’Associazione si è creato un rapporto di amicizia vera, e ho potuto apprezzare le straordinarie qualità umane della presidente Laura Biffi, moglie di Maurizio Brivio (Tosco), del figlio Matteo e di tutti i più cari amici di Maurizio, soci fondatori dell’Associazione, che con il loro impegno rendono possibile tutto questo. Mi auguro e penso che questa collaborazione andrà avanti, perché credo sia nato un rapporto di stima e fiducia reciproci, con l’obiettivo comune di aiutare la cura di questa malattia".