Ambientalisti dopo la camminata ai Piani di Artavaggio: "Non è più tempo per nuovi impianti”
La presa di posizione di Legambiente Lario Orientale e Lecco, AmbientalMente Lecco, Cros Varenna, GIT Banca Etica Lecco, Fridays for Future Lecco
Ieri, domenica 12 marzo 2023 , i circoli di Legambiente Lario Orientale e Lecco hanno aderito alla mobilitazione nazionale Reimagine Winter promossa dal collettivo The Outdoor Manifesto, organizzando una passeggiata di riflessione ai Piani di Artavaggio nell’ambito della campagna NeveDiversa. Insieme a Legambiente hanno aderito all’iniziativa anche AmbientalMente Lecco, Cros Varenna, GIT Banca Etica Lecco, Fridays for Future Lecco e alcuni rappresentanti di un nascente collettivo giovanile attento ai temi della montagna.
Ambientalisti dopo la camminata ai Piani di Artavaggio: "Non è più tempo per nuovi impianti”
A partecipare all’iniziativa sono state circa quarantina di persone, la metà delle quali ha voluto raggiungere la funivia di Moggio col trasporto pubblico locale, incoraggiata dagli organizzatori.
La passeggiata è stata occasione per riportare alcuni dati del dossier “NeveDiversa 2023 - Il turismo invernale nell’era della crisi climatica”, appena pubblicato da Legambiente.
"Non è più tempo di nuovi impianti sciistici a bassa quota ed è necessario ripensare il turismo invernale in chiave di sostenibilità e dirottare gli investimenti pubblici su progetti che vadano in questa direzione" sottolineano i membri della associazioni.
“Inverno liquido”
Nel libro “Inverno liquido” di Maurizio Dematteis e Michele Nardelli, un lungo reportage dalle montagne italiane presentato venerdì 10 marzo a Lecco, si legge del cambiamento di rotta che si è verificato ai Piani di Artavaggio da quando il Comune di Moggio ha acquisito gli impianti dismessi decidendo di smantellarli e riattivando la funivia di arroccamento. I gestori dei rifugi raccontano agli autori del libro la rinascita dei Piani per l’arrivo in ogni stagione di nuovi fruitori della montagna: persone che amano camminare o muoversi sulla neve quando c’è, con le ciaspole, gli sci da fondo o la bicicletta. Dalla stampa apprendiamo che l’Accordo di Programma relativo ai Comprensori sciistici Valsassina e Val Brembana è stato ridimensionato. Viene però confermato, anche con i contributi di Regione e Comuni, il potenziamento degli impianti dei Piani di Bobbio, la costruzione di parcheggi e di una nuova strada. Ai Piani di Artavaggio, sono previsti una seggiovia e un bacino per l’innevamento artificiale, opere destinate a una vita effimera a causa del cambiamento climatico con l’innalzamento delle temperature, specie in montagna, e la drastica riduzione delle precipitazioni.
Le temperature in costante aumento anche ad Artavaggio
"Nuovi parcheggi non si renderebbero necessari se si potenziasse il trasporto pubblico locale: chi di noi proveniva da Lecco ha potuto raggiungere Moggio con l’autobus, chi proveniva dall’alto lago è stato costretto ad usare l’automobile perché non esiste il servizio pubblico festivo verso la Valsassina. Sappiamo che a livello globale la temperatura media a partire dal 1750 ad oggi è aumentata di circa 1°C rispetto ai valori pre-industriali, ma nelle Alpi le temperature stanno crescendo a una velocità doppia".
2022 l’anno più caldo e secco in oltre due secoli in Italia
In provincia di Lecco, nelle località sciistiche Piani di Artavaggio (Moggio) e Piani di Bobbio (Barzio) è stato registrato un incremento di temperatura di 1.9°C rispetto agli anni '60 Il 2022 è stato l’anno più caldo e secco in oltre due secoli in Italia, il secondo più caldo in Europa e anche per il 2023 la situazione idrica sarà critica. Sulle Alpi è nevicato la metà rispetto alla media. In base ai dati delle ultime settimane di febbraio 2023 la carenza di neve è quantificata in circa il 53% in meno sull’arco alpino.
"Per compensare la mancanza di neve naturale si è reso sempre più necessario l’innevamento artificiale, che da strumento compensativo, è diventato la fonte primaria del turismo legato allo sci da discesa e in Italia il 90% delle piste è innevato artificialmente. È necessario infatti considerare i molteplici effetti ecologici degli impianti di innevamento: l'impatto paesaggistico della costruzione di opere edili e delle infrastrutture legate agli impianti, i costi in termini di energia (e quindi di emissioni) e acqua e le gravi conseguenze ecosistemiche nelle aree ricoperte da neve artificiale. Non da ultimo a livello economico si è già registrato un aumento dei costi di produzione della neve da 2 euro al metro cubo della stagione 2021/22 a fino a 7 euro dell’attuale stagione. Per questi motivi riteniamo questa soluzione non sostenibile sotto tutti i punti di vista in una visione lungimirante dello sviluppo della gestione del turismo invernale in montagna".
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