promuovere la giustizia

Al Giglio quattro realtà che hanno fatto della lotta alle mafie la loro bandiera

Presenti i rappresentanti di "Addiopizzo Travel", "La Paranza", "Radio Siani" e "Chi rom e chi no"

Al Giglio quattro realtà che hanno fatto della lotta alle mafie la loro bandiera
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Un incontro sul tema della legalità, o meglio della giustizia, mostrando alcune realtà che hanno fatto della lotta alle mafie la loro bandiera: si è tenuto oggi pomeriggio, giovedì 13 marzo 2025, al centro Il Giglio, all'interno delle attività promosse in occasione dei 10 anni del centro con sede a Pescarenico. Quattro, in particolare, le realtà presenti, i cui rappresentanti hanno portato la loro testimonianza di fronte al numeroso pubblico presente: "Addiopizzo Travel", "La Paranza", "Radio Siani" e "Chi rom e chi no".

Il numeroso pubblico

Al Giglio quattro realtà che hanno fatto della lotta alle mafie la loro bandiera

A prendere parola per prima è stata Francesca di "Addiopizzo Travel", prima solo "Addiopizzo", realtà nata a Palermo che punta a sostenere gli imprenditori che non pagano il pizzo: un migliaio ormai quelli convinti a denunciare e ad esporre un adesivo sul locale, a indicazione del fatto che si tratta di un'attività commerciale "pizzo free" (spesso, spiega Francesca, tanti clienti acquistano solo in questi negozi). "Abbiamo dimostrato che si può denunciare in modo sicuro se si è in tanti - racconta Francesca - Oggi a pagare il pizzo è una minoranza di persone che ancora condivide il codice culturale della mafia, come l'area industriale di Brancaccio. Palermo, comunque, è una città molto complessa; in particolare presenta un alto tasso di povertà. La Sicilia in generale è una regione in cui i tassi di disoccupazione, soprattutto femminile, sono altissimi, e questo fa sì che la mafia continui ad essere un interlocutore efficace nel fornire servizi ai cittadini: per un adolescente diventare spacciatore può essere un'opportunità, se in famiglia si mangia a stento. Il problema è che un forte radicamento sociale equivale ad un forte potere politico: proprio per questo noi puntiamo molto a sensibilizzare sulla libertà di voto". "Addiopizzo" ha a sua volta dato vita a "Addiopizzo Travel", un'impresa sociale che propone viaggi "mafia - free", inserendo negli itinerari anche visite a beni confiscati o a realtà sociali virtuose.

Francesca

Per combattere le mafie, naturalmente è necessaria un'ingente opera di comunicazione, e qui entra in gioco "Radio Siani", stazione radio di Ercolano. "A Ercolano siamo riusciti a debellare quasi completamente i clan della camorra e il pizzo - racconta Beppe - ma a soli due chilometri di distanza, nel paese di Torre Annunziata, il 70 o l'80% delle attività produttive pagano ancora il pizzo. Solo poco tempo fa è stato ucciso un uomo per la sola colpa di aver tolto una sedia da un parcheggio a strisce blu 'occupato' da un camorrista". Per fortuna, però, "c'è un sud che risponde forte grazie alle giovani generazioni che iniziano ad alzare la testa", spiega Beppe, che prosegue sottolineando come il lavoro fatto è stato svolto in sinergia tra le forze dell'ordine, i commercianti e i giovani entrati nei beni confiscati. L'importante, conclude, è "essere uniti: la mafia è forte perché è unita, quindi anche noi dobbiamo fare rete. Bisogna battere la mafia sul suo stesso terreno, risvegliando le coscienze e creando posti di lavoro".

Beppe

"La Paranza" è invece attiva a Napoli, nel Rione Sanità. La cooperativa, spiega Antonia, nata sulle orme di padre Antonio Goffredo, ha saputo creare opportunità di lavoro per i giovani valorizzando a livello turistico le Catacombe di San Gennaro. Anche lei concorda: "Il lavoro è l'unico modo per contrastare i meccanismi delle mafie". "Abbiamo iniziato questo percorso nel 2006, quando ero un'adolescente - racconta - Ora, se mi guardo indietro, vedo che il nostro quartiere è cambiato tantissimo. A breve apriremo anche il sito del Cimitero delle Fontanelle, e così creeremo un'altra opportunità di lavoro. In più, i turisti si accorgono che un luogo che anni fa versava in condizioni di abbandono ora invece è curato".

Antonia

Infine, Mario ha parlato del quartiere di Scampia, dove è nata l'associazione "Chi rom e chi no", che significa "Chi dorme e chi no" ma che fa anche riferimento alla realtà dei rom: a Scampia, infatti, esisteva un campo rom di oltre 2000 persone, che si è notevolmente ridotto dopo il covid. Questa realtà è nata proprio per trovare un punto di incontro tra i cittadini e la popolazione rom, dapprima coinvolgendo i bambini, e così portando ad un confronto anche i genitori. Confronto che ha trovato una chiave di volta nella cucina, tant'è che a Scampia è nato anche un ristorante italo-balcanico, che unisce la cucina napoletana a quella rom. Oggi questa associazione conta circa 20 persone che lavorano ed è gestita quasi esclusivamente da donne; organizza attività culinarie, laboratori per bambini, corsi di teatro e dopo scuola. "Per 25 anni Scampia è stata una delle più grandi piazze di spaccio d'Europa, ora la percezione del quartiere è cambiata, anche se ci sono ancora tante cose da fare - spiega Mario - Resta infatti un quartiere con tanti abitanti ma pochi servizi, gli unici presenti sono forniti dalle numerose associazioni".

Mario

Infine, una riflessione finale sull'importanza dell'informazione, arma fondamentale per combattere le mafie, e su come, anche qui al nord, per boicottare una mafia legata sempre più alla finanza, un modo efficace può essere anche solo quello di evitare certi locali e attività commerciali notoriamente legati ad attività criminali, per schierarsi sempre dalla parte di chi è contro le mafie, e non in quella "zona grigia" in cui ancora troppe persone si rifugiano.

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