Stanno bene

Abbandonati in Ucraina, Enpa salva 43 cani e 7 gatti

Sono assistiti in alcune strutture del territorio.

Abbandonati in Ucraina, Enpa salva 43 cani e 7 gatti
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Monika, Hanna, Muha, Dasha, Luntik, Rudi, Smurf e Nona. Poi Linda, Knopa, Mimi, Chloe, Luna, Rich, Vita, Chita, Lola, Bobo ed Eva. Sono solo alcuni dei nomi dei 50 animali d’affezione - 43 cani e 7 gatti - prelevati dall’Ente Nazionale Protezione Animali al confine con l’Ucraina e arrivati dopo un viaggio lungo e complicato nel pomeriggio del 24 marzo a Milano.

Abbandonati dai profughi, Enpa salva 43 cani e 7 gatti ucraini

Hanno tutti un microchip, un passaporto e un libretto sanitario che, oltre a raccontare la loro storia sanitaria, parla delle loro famiglie e della loro vita prima della guerra. Una vita fatta di semplicità, di coccole, di ciotole di acqua, di cibo, di visite dal veterinario per fare i vaccini, di passeggiate all’aperto per fare i bisogni. Una vita normale che ora non esiste più, cancellata dall’orrore di questa guerra.

Loro non sono tra i fortunati che abbiamo visto nelle tante foto circolate in questo mese, fuggiti con ogni mezzo di fortuna insieme ai loro proprietari. Loro invece sono rimasti lì, alcuni lasciati soli nelle case, ormai abbandonate, alla mercé dei bombardamenti, altri sono rimasti vicino alle abitazioni. La loro fortuna, però, è stata incontrare i volontari di Kyiv che nonostante il coprifuoco e i bombardamenti sono riusciti, uno per uno, a recuperare cani e gatti microchippati rimasti indietro.

La missione di recupero

I volontari hanno poi contattato ENPA che ha organizzato una missione di recupero per portare i cani in
Italia alla quale si è unito anche Luciano, medico veterinario di Rovigo, con i suoi collaboratori per prestare
soccorso durante il viaggio.

L’arrivo in Italia e l’accoglienza presso diversi rifugi

Una traversata lunghissima, durata tantissime ore, anche a causa degli innumerevoli check point e controlli che la spedizione ha dovuto passare. I cani hanno bevuto più di 50 litri d’acqua e sono arrivati giovedì 24 marzo in Italia, a Milano, stanchi ma in salute.

Nonostante la comprensibile paura e preoccupazione, si sono mostrati socievoli e sono stati ospitati da diverse strutture: quello di ENPA di Monza in Via San Damiano; ENPA di Val Della Torre (TO); l’Asilo del Cane di Palazzolo Milanese (MI); il rifugio UAI Milano; e ai rifugi di Vita da Cani onlus. Ora seguiranno tutti l’iter di osservazione sanitaria previsto dalla legge con relativa quarantena e, quando sarà possibile, per loro si cercherà una buona adozione, un nuovo inizio con una famiglia amorevole.

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L’impegno di ENPA per gli animali dell’Ucraina

“Purtroppo ci sono anche i pet rimasti indietro – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale ENPA – per loro ENPA c’è e continuerà ad esserci. Stiamo lavorando per dare il nostro contributo in questa terribile emergenza, muovendoci su più fronti: dall’invio di aiuti concreti, all’accoglienza degli animali provenienti dall’Ucraina, ad operazioni di concerto con le istituzioni. Ora è il momento del fare e serve il contributo di tutti.”
In questo senso ENPA ha scritto - insieme alla Federazione di cui fa parte - al Ministro della Salute Roberto Speranza chiedendo di modificare la nota del Ministero che vieta di portare in Italia cani e gatti randagi ucraini che sappiamo essere tanti.

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