Manifestazione

A Lecco presidio per Mimmo Lucano

L'appuntamento è fissato per giovedì 7 ottobre dalle ore 18.30 in Piazza Diaz a Lecco, di fronte al Municipio.

A Lecco presidio per Mimmo Lucano
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"Vogliamo esprimere la nostra vicinanza e solidarietà a Mimmo Lucano, simbolo di tutti coloro che ogni giorno si impegnano per la realizzazione di un mondo migliore," E' questo ciò che ha spinto i volontari di Libera, Coordinamento "Noi Tutti Migranti" di cui fa parte CGIL, Mir Sada, Lezioni al Campo, Sinistra Italiana, Con la Sinistra Cambia Lecco, Rifondazione Comunista, Giovani Democratici, Unione Degli Studenti, Amici della Calabria e del sud, Legambiente, Renzo e Lucio, Libreria Volante, Ambientalmente a organizzare a  Lecco un presidio per Mimmo Lucano. L'appuntamento è fissato per giovedì 7 ottobre dalle ore 18.30 in Piazza Diaz a Lecco, di fronte al Municipio.

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A Lecco presidio per Mimmo Lucano

"La condanna in primo grado di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, da parte del tribunale di Locri a 13 anni e 2 mesi di reclusione ci ha lasciato sgomenti. L'esperienza di Riace, elevata a modello di accoglienza dalla comunità internazionale, nel nostro paese viene invece punita più severamente dei crimini di stampo mafioso; proprio ciò che, al contrario, Mimmo Lucano combatteva ogni giorno con le proprie scelte e le proprie azioni, proponendo un'esperienza di accoglienza e integrazione unica nel suo genere e che ha permesso a circa 6mila richiedenti asilo di lavorare e costruire la propria vita nel nostro paese." sottolineano i promotori della manifestazione.

La condanna

Lucano è stato condannato in primo grado, lo scorso 30 settembre, dal Tribunale di Locri alla pena di 13 anni e 2 mesi di reclusione. I giudici lo hanno ritenuto colpevole di associazione per delinquere e di varie ipotesi di peculato, truffa aggravata, falso e abuso d’ufficio A Lucano non è stato concesso alcun tipo di attenuante, nonostante l'incensuratezza. La pena è quasi il doppio rispetto a quanto richiesto dal pubblico ministero perché il giudice ha riqualificato l'abuso d'ufficio nel più grave reato di truffa aggravata e non ha riconosciuto il vincolo di continuazione fra tutti i reati, andando quindi a sommare aritmeticamente le pene per due diversi filoni, invece che applicare l'istituto del cumulo giuridico, che avrebbe portato ad una pena inferiore.

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