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A Galbiate nasce la Brianza Sup School sulle rive del lago di Annone

’idea è partita da tre pionieri: Monica Bonsangue, psicologa e canoista, Chiara Veronesi, figlia di Monica, e giovane appassionata che sogna le gare di race sul sup, e Gianni Zoppelletto

A Galbiate nasce la Brianza Sup School sulle rive del lago di Annone
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Non una semplice scuola. Dalle rive del lago di Annone – sulla sponda di Sala al Barro – si insegna a trasmettere la cura del lago, e ad apprezzare la bellezza del nostro territorio.
Tutto questo nella nuova Brianza Sup School, nata a partire da quest’estate, nonché unica realtà della zona (lago di Como compreso) che pratica la disciplina.

A Galbiate nasce la Brianza Sup School

L’idea è partita da tre pionieri: Monica Bonsangue, psicologa e canoista, Chiara Veronesi, figlia di Monica, e giovane appassionata che sogna le gare di race sul Sup, e Gianni Zoppelletto, (un «tavolaro» come si definisce lui), che ha praticato e vissuto il surf per 11 anni sulle sponde dell’oceano in California.

Cos'è il Sup?

Tre vite, incrociate da una grande passione che si è trasformata ora in una vera e propria realtà.
Il Sup (acronimo di Stand Up Puddle) è una disciplina che consiste nello stare in piedi su una tavola, simile a quella del surf, utilizzando una pagaia come remo. Sicuramente sarà capitato, a chiunque ha deciso di frequentare il lago quest’estate, di notare l’esponenziale aumento delle tavole da Sup sulle spiagge lecchesi.

Non-agonisticamente-parlando sta infatti riscuotendo un successo enorme anche a livello di pubblico. Man mano sono poi sorte varie scuole di Sup, soprattutto in Emilia-Romagna, in Toscana e, per quanto riguarda i laghi, il Garda, dove anche Chiara e Monica si sono brevettate come istruttrici.

Loro, il lago di Annone lo conoscono bene, soprattutto perché la loro tavola ha visto le sue acque per la prima volta nel 2018; poi è arrivato anche Gianni, che dall’oceano è passato all’acqua dolce, trasferendosi in una casa ad Annone affacciata sul lago. «Abbiamo tre background diversi – ha dichiarato Gianni Zoppelletto – ma il destino ci ha fatto incontrare». La Brianza Sup School è infatti l’unica scuola di Sup riconosciuta dal Coni e dal Comitato Paralimpico.

Tutto ciò è possibile grazie all’affiliazione con la Italy Sup Academy, ovvero una rete nazionale che connette tra loro le scuole di Sup dello stivale. I suoi istruttori sono tutti brevettati a livello nazionale e iscritti all’albo Aics (Associazione italiana cultura sport); tra di loro c’è anche Chiara, la più giovane istruttrice di Sup in Italia, che ha ottenuto il brevetto all’età di 16 anni.

Dal divertimento alla scuola di Sup

«Abbiamo appoggiato la tavola per la prima volta per divertimento – ha dichiarato la giovane – poi ci siamo resi conto delle potenzialità che poteva dare. Il Sup aiuta a capire l’equilibrio che hai: una volta trovato, stare sull’acqua è come camminare sulla terra ferma».

La tecnica di partenza, e insegnata dalla Brianza SupSchool, è quella dello flat water (disciplina su acque piatte): «Rilasciamo un attestato a chiunque frequenta i nostri corsi – ha dichiarato Monica Bonsangue – e il tesserino da atleta, che permette di poter specializzarsi poi sulle varie specialità che si preferiscono: onda, race, yoga e via dicendo. Ci teniamo a insegnare la tecnica di base (stare in equilibrio sulla tavola, come salire, come pagaiare, come cadere in acqua), poi starà all’atleta e al suo feeling che ha con la tavola vedere dove lo porta».

Grazie alla rete della Italy Sup Academy, chi ottiene l’attestato ad Annone potrà così continuare ad allenarsi nel resto delle scuole sparse su tutto il territorio nazionale.

Corsi con tanto di pausa pranzo grazie alla collaborazione con le realtà del territorio

I corsi hanno varie opzioni, e spaziano dalle lezioni da 90 minuti l’uno alla formula «full day», che prevede un’intera giornata di escursioni e corsi, con annessa la pausa pranzo presso l’Aire Bar di Sala, il locale di Fabio Pesente che corre lungo la Sp51 e che fa da sede alla scuola. «Il rapporto con l’Aire Bar è fondamentale – ha spiegato Gianni Zoppelletto – non solo perché Fabio ci ha concesso i suoi spazi, ma anche perché ci permette di unire l’aspetto sportivo a quello ludico.

Vogliamo infatti creare connessioni che vanno al di là della semplice attività fisica. Il lago va vissuto, valorizzato, ed è un bene supportare anche attività come chioschi di questo tipo».

I fondatori: "Il Sup come insegnamento alle bellezze e alla cura del lago"

Realtà commerciali che, però, sul lago di Annone scarseggiano. Proprio per questo la scelta di aprire la scuola proprio su questo lago è funzionale anche a tale scopo, oltre che strategica a livello tecnico. «È perfetto per la disciplina del flat water – ha spiegato Monica – In quanto sul lago è vietato l’utilizzo di barche a motore, non ha correnti e non ci sono i venti (come la Breva e il Tivano) presenti invece sul lago di Lecco. L’unica cosa a cui dobbiamo stare attenti è il meteo, ovviamente».

A ciò si aggiunge la sua unicità: «Approcciamo l’insegnamento alla sua bellezza – ha continuato Gianni – Le montagne, i paesaggi incontaminati del bacino, e poi la fauna ornitologica, le ninfee, ci sono pure le rovine di un ponte romano. Insomma, il nostro approccio al lago non è solo fisico e sportivo, ma anche valoriale nei confronti di un territorio fantastico che spesso e volentieri è ignorato». «La nostra non è ovviamente un’attività turistica – ha aggiunto Monica – Non è un servizio a noleggio e non siamo un ente turistico. La nostra scuola ha indubbiamente un aspetto tecnico, che è quello principale, ma è connesso anche alla volontà di prendersi cura del territorio. L’aspetto ambientale è infatti importante, e aiuta a trasmettere alle persone il senso di vivere il lago come ospiti».

Divertimento in piena sicurezza

Una visione troppo «turistica» della disciplina è infatti l’altra faccia della medaglia: se è interessante saper riscoprire le bellezze di un territorio come quello lacustre – cosa che rende il Sup un potenziale attore protagonista – dall’altra parte è altrettanto importante saperne fare un uso responsabile. Bisogna cioè garantire, come dice Gianni, «Un divertimento in sicurezza: safety first». E qui entra in gioco anche Monica, che porta la sua esperienza professionale trentennale nel campo della psicologia, sulla tavola: «Alla fine della giornata associamo esercizi di mindfulness – ha commentato – un approccio mentale oltre che fisico, per superare le proprie paure».

Il Sup è uno sport completo

Corpo e mente, equilibrio psichico come anche sforzo fisico. Insomma, come ha spiegato Gianni: «Il Sup è uno sport completo, in tutti i sensi. Uno sport “fluido”, per tutti i tipi di esigenze (anche riabilitative)». Se unite le due cose, corpo e mente, trasformano, oltremodo, lo sport in una vera e propria arma contro sé stessi e contro le proprie paure e i propri limiti, fisici e non. Ciò gli dona tra l’altro un potenziale immenso, e che grazie a un approccio più approfondito può dare molto sia dal punto di vista sportivo che da quello civile.

Si guarda alla collaborazione con le scuole e al salvataggio

Proprio per questo, tra i progetti futuri della Brianza Sup School c’è il rapporto instaurato con il liceo scientifico sportivo dell’Istituto Alessandro Manzoni di Erba, dove a partire dalla prossima primavera ospiteranno gli studenti che si approcceranno a questo (segno che anche a livello istituzionale l’interesse agonistico sta crescendo).

Ma anche il corso di rescue, in un progetto ambizioso partito dall’Emilia Romagna, dove si sta introducendo il Sup come imbarcazione da dare in dotazione ai bagnini per il salvataggio. «Faremo probabilmente tutti e tre il brevetto per il salvataggio – ha dichiarato Monica – così da portare anche questa possibilità sulle spiagge del lago». La Sup School sarebbe così la capofila di un’innovativa pratica che aiuterebbe non solo a salvare più vite (in quel ramo del lago di Como che troppo spesso si trasforma in una trappola mortale) ma anche nel concedere ai bagnini uno strumento più pratico e più comodo. Potenzialità infinite, d’altronde, ma che sono racchiuse nell’essenziale spirito del SUP: vivere, respirare, riscoprire il territorio, da un’altra prospettiva, da un altro tipo di superficie.

Per maggiori informazioni e contatti, Instagram: brianza_sup_school.

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