78esimo anniversario della Liberazione

25 aprile a Calolzio: "Non esiste una Resistenza giusta e una sbagliata. Esiste la Resistenza davanti alle atrocità della guerra"

Il 25 aprile ci ricorda che resistere è necessario ed è un dovere, ieri come oggi, ovunque la giustizia e la dignità vengono attaccate, umiliate e distrutte

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Pace, se lo dici e lo ripeti, magari prima o poi si avvera. L'Italia intera, dalle grandi città ai singoli comuni, è tornata in piazza per celebrare il 78^ anniversario della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo, con la fine dell'occupazione nazista e la caduta del fascismo. Lo ha fatto anche la città di Calolziocorte, che nella mattinata di oggi ha dato vita alla tradizionale manifestazione che ha visto autorità cittadine, rappresentanti delle associazioni e una folta schiera di cittadini scendere per strada portando con sé, sventolandolo, il tricolore.

25 aprile a Calolzio

Una vera e propria festa, tornata in presenza lo scorso anno, dopo due anni di celebrazioni condizionate dal Covid, e che continua ora con la pesante ombra della guerra in Ucraina.
A partire dalle ore 9.30, dopo la celebrazione della Santa Messa, il lungo corteo si è snodato per i punti simbolo del ricordo e della memoria in città sulle note del Premiato Corpo Musicale Gaetano Donizetti: Piazza Vittorio Veneto, il “Parco degli Alpini”, il monumento in ricordo dei marinati e dei carabinieri caduti e infine, il monumento ai caduti.

Presenti, oltre alle delegazioni di Alpini, Volontari del Soccorso, Avis, Aido, Pro Loco, Anc e Anmi anche i rappresentanti dell’Amministrazione comunale con il vicesindaco Aldo Valsecchi, in fascia tricolore.

A prendere la parola, prima di intonare le note di “Bella Ciao” è stato il presidente del Coro Ana dell'Adda che ha voluto ricordare, a 80 anni dalla tragica morte, lo zio di uno dei cantori, Marco Rosa: “A 80 anni da quel tragico aprile, vogliamo rendere omaggio a tutti coloro che combatterono non con l’intenzione di uccidere ma soltanto, citando una frase di Mario Rigoni Stern, per difendersi dalla guerra. A tutti loro vogliamo dedicare il canto del partigiano, che vi preghiamo di ascoltare in religioso silenzio”.

Spazio poi all’intervento del vicesindaco Valsecchi che, in sostituzione del sindaco Marco Ghezzi, ha voluto sottolineare e ricordare l’importanza di questa giornata “che rappresenta da sempre un punto fermo, un momento di riflessione, di ascolto, di amore per la libertà e di memoria, unico vaccino contro l'indifferenza"

Sono trascorsi 78 anni da quando l'Italia si è liberata dall'oppressione con un popolo che prese le armi per affermare il proprio diritto alla pace, e che tuttavia ben difficilmente avrebbe prevalso, senza l'aiuto decisivo delle forze Alleate. Ed è giusto e doveroso celebrare questa giornata per non dare mai per scontato il concetto di democrazia e libertà, valori che sono stati conquistati col sacrificio di miglia di persone che hanno dato la vita e di un popolo trascinato nella sofferenza.

25 aprile a Calolzio: "Non esiste una Resistenza giusta e una sbagliata. Esiste la Resistenza davanti alle atrocità della guerra"

“La stessa sofferenza - ha rimarcato Valsecchi - che ancora oggi creano le decine e decine di conflitti bellici sparsi nel mondo. Non è possibile oggi celebrare la nostra Liberazione senza pensare a cosa sta accadendo in Ucraina dove c'è un popolo che, una mattina si è svegliato e ha trovato l'invasore ma ha deciso di resistere. Non esiste una Resistenza giusta e una Resistenza sbagliata. Esiste la Resistenza davanti alle atrocità della guerra”.

Il 25 aprile ci ricorda che resistere è necessario ed è un dovere, ieri come oggi, ovunque la giustizia e la dignità vengono attaccate, umiliate e distrutte, anche sotto pesanti croci come quella portata sulle spalle durante la Pandemia: “Abbiamo combattuto attraverso comportamenti che fanno riferimento ai valori della conoscenza, della consapevolezza, della solidarietà, della capacità di tenere la mano a chi rischiava di restare indietro, - ha concluso Valsecchi - dove medici, infermieri associazioni di volontariato per salvarci erano presenti in prima linea come soldati contro un nemico invisibile, e hanno posto "resistenza" e donato senza si e senza ma la loro vita per amore verso l'altro. Cari concittadini desidero concludere questo intervento con una affermazione di Sandro Pertini, partigiano e tra i più amati presidenti della repubblica italiana: “Alla più perfetta delle dittature preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie”. Difendere la libertà è un dovere di ogni cittadino. Viva la Resistenza, Viva la Liberazione, Viva la Costituzione, Viva la Pace, ovunque e senza confini”.

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Luca de Cani

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