UIL Lario e UILTUCS Lecco

Un patto per il lavoro nel settore del turismo per trasformare la precarietà in stabilità

Esposito: "Vogliamo costruire le condizioni affinché la parola turismo faccia rima, sempre più spesso, con continuità occupazionale, formazione continua e progressione di carriera"

Un patto per il lavoro nel settore del turismo per trasformare la precarietà in stabilità

Un patto per il lavoro nel settore del turismo. Questo è l’obiettivo che sta alla base del progetto pensato da UIL Lario e UILTUCS Lecco che si sono posti un traguardo semplice e rivoluzionario insieme: trasformare la precarietà in stabilità, rendendo il lavoro nel turismo una scelta di vita e non un passaggio temporaneo, un mestiere con dignità, prospettiva e orgoglio. Una proposta per coinvolgere tutti gli attori che spaziano dalla Provincia, alla Camera di Commercio, passando per le Associazioni di Categoria.

Un patto per il lavoro nel settore del turismo per trasformare la precarietà in stabilità

“Se si parla di turismo nel Lario – sottolineano dalla Uil – non si deve dimenticare che questo rappresenta un motore economico e sociale che alimenta identità, cultura e relazioni, che troppo spesso si regge su basi fragili dettate dalla stagionalità estrema, da una precarietà diffusa, da rapporti di lavoro brevi che lasciano poco spazio alla progettualità delle persone e alla crescita delle imprese”.

Secondo i dati della Camera di Commercio di Como-Lecco, la difficoltà nel reperire personale qualificato è cresciuta dal 45% nel 2022 al 55% nel 2024 in tutti i comparti economici. Aspetto che nel turismo e nel commercio assume tratti strutturali, legati alla natura stagionale delle attività e alla scarsa continuità contrattuale. Senza poi dimenticare i flussi di pendolarismo che segnano un saldo negativo di circa 40.000 lavoratori: un’emorragia silenziosa di competenze, energie e prospettive.

“Dietro questi numeri – evidenzia il coordinatore UIL Lario Dario Esposito – ci sono storie di cuochi, camerieri, commesse, addetti alle strutture ricettive che ogni anno ripartono da zero, senza certezze e senza futuro. Oggi la UIL lancia un progetto aperto a tutte le realtà che vorranno farne parte. Un patto per il turismo, con obiettivi e strumenti chiari. Vogliamo costruire le condizioni affinché la parola turismo faccia rima, sempre più spesso, con continuità occupazionale, formazione continua e progressione di carriera. Questo significa promuovere contratti stabili, sostenere le imprese virtuose con premialità e riconoscimenti pubblici, creare strumenti di welfare e housing per i lavoratori stagionali, e soprattutto legare la competitività delle imprese alla qualità del lavoro, coinvolgendo Provincia, Camera di Commercio e associazioni di categoria”.

Qualcosa che in Liguria è già realtà: nel 2023 è stato firmato il Patto per il Lavoro nel Turismo tra tutti i sindacati, le associazioni di categoria e le istituzioni regionali: un accordo che ha portato più stabilità, incentivi alle imprese, osservatori territoriali e misure di welfare. Un modello virtuoso che dimostra come la collaborazione tra le parti possa generare benefici per tutti: sicurezza per i lavoratori, produttività per le aziende, sviluppo per il territorio.

“Da anni – evidenzia Roberto Pennati, responsabile UILTUCS Lecco – assistiamo a una crescita del lavoro a chiamata, ormai unica porta di ingresso nel mercato del lavoro turistico, a discapito dei contratti stabili. Abusi al limite della legalità di questo strumento, durate temporanee dei rapporti di lavoro, salari bassi, fatiche quotidiane legate a carichi di lavoro insostenibili nel lungo periodo rischiano di far ulteriormente implodere un settore che dovrebbe essere strategico per il nostro territorio. Urge un patto per dare al lavoro nel turismo prospettive di benessere lavorativo, rispetto e crescita delle professionalità, e strumenti innovativi di welfare aziendale e territoriale, capace di rendere attrattive, per chi vuole investire le proprie energie lavorative, anche le strutture più piccole. In particolare per i giovani, lavorare in un albergo o un ristorante deve essere una opzione di qualità e non un ripiego, da cui scappare appena si presentano alternative, perché è questo che oggi, ahinoi, accade”.