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Presidio dei lavoratori davanti a Econord: "Succede a uno, succede a tutti"

Manifestazione di protesta dopo che un lavoratore si è presentato in ospedale raccontando di essere stato aggredito dal proprio superiore

Presidio dei lavoratori davanti a Econord: "Succede a uno, succede a tutti"
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"Succede a uno, succede a tutti." Questo è solo uno degli slogan che sono stati urlati oggi, giovedì 6 marzo 2025, dal gruppetto di lavoratori che ha partecipato alla manifestazione di protesta davanti alla sede di Econord a Lecco. Una manifestazione promossa dal sindacato USB dopo che, venerdì 28 febbraio, un lavoratore si è presentato in ospedale raccontando di essere stato aggredito dal proprio superiore.

Presidio dei lavoratori davanti a Econord: "Succede a uno, succede a tutti"

Secondo quanto riportato dal sindacato, l’incidente è avvenuto dopo che al lavoratore era stato richiesto di ripulire un mezzo aziendale. Una volta completata l’operazione, il dipendente sarebbe stato rimproverato dal proprio superiore e accusato di non aver eseguito correttamente il compito. La situazione sarebbe degenerata quando, durante la discussione, la porta sarebbe stata chiusa con forza, colpendo le mani del lavoratore. Questo ha comportato il ricorso al pronto soccorso, dove il dipendente ha ricevuto una prognosi di quattro giorni. Successivamente, il lavoratore si è recato in Questura a Lecco per sporgere denuncia. Un episodio che, a detta dei promotori del presidio, non è un caso isolato.

"Quando i lavoratori rientrano, ogni volta vengono aggrediti, insultati e trattati in maniera davvero assurda", ha sottolineato Davide Canto, rappresentante dell'Unione Sindacale di Base. "Un mese fa abbiamo richiesto un incontro con l'azienda, spiegando che è necessario intervenire, perché la situazione all'interno di questo magazzino è davvero difficile. Ci hanno risposto che avrebbero controllato e ci avrebbero fatto sapere. Poi, venerdì, si è verificato l'episodio che ha portato all'odierno presidio."

L'aggressione sarebbe avvenuta dopo che il lavoratore era rientrato in ufficio per riconsegnare il braccialetto.

"Sì, perché non dimentichiamoci che questi lavoratori, che svuotano i cestini in giro per la città, sono obbligati a farlo con un braccialetto che segnala, cestino per cestino, l'avvenuta pulizia", ha proseguito Canto. "Questa situazione ci sembra davvero grave. Inoltre, questa modalità di lavoro assurda l'avevamo già fatta presente al Comune di Lecco, dove abbiamo avuto un incontro con l'assessora Renata Zuffi. Di fronte alle nostre rimostranze, lei aveva risposto che il braccialetto serve perché i cittadini si lamentano del fatto che i cestini non vengono svuotati e, in questo modo, il controllo è istantaneo. Tuttavia, non ci sembra il metodo giusto per controllare i cestini. Noi, invece, abbiamo proposto di iniziare a parlare con i cittadini, spiegando loro che il cestino non è una discarica, ma deve servire soprattutto per le piccole cose, anche per i turisti."

Davide Canto

Le problematiche all'interno dell'azienda, a detta di Canto, riguardano in particolare i lavoratori tesserati USB. "Continuano ad arrivare lettere di richiamo per questi lavoratori. All'interno dell'azienda c'è una bacheca sindacale, ma ogni volta che un nostro delegato affigge un foglio USB, questo viene preso e strappato. Vengono strappati tutti i documenti di USB, e anche questa situazione l'abbiamo denunciata all'azienda. Ma ovviamente, a questo sindacato non viene data la possibilità di svolgere il suo lavoro. Oggi ci chiediamo: dove sono gli altri sindacati confederali? Oggi non sono qui. Qui c'è solo USB come sindacato. Perché non sono venuti a portare solidarietà a questo lavoratore?"

Secondo il sindacalista, l'azienda in questi giorni non si è mai messa in contatto con il lavoratore ferito, se non inviandogli una lettera di richiamo che il lavoratore ha ricevuto il 4 marzo. "Questo è l'atteggiamento chiaro dell'azienda. Noi ci facciamo delle domande: come stanno lavorando? Ma soprattutto, dov'è Silea? Perché questo appalto è della Silea, e noi abbiamo sempre mandato in copia tutto quello che succede, ma non si sono mai fatti sentire, né Silea né il Comune. A questo punto, mettiamo seriamente in dubbio che qualcosa dentro questa azienda non funzioni, perché nessuno sta assumendosi la responsabilità di quanto sta accadendo."

USB ha inoltre chiesto un incontro formale al Prefetto di Lecco, invitandolo a far sedere intorno a un tavolo Econord, Silea, Comune, lavoratori e sindacati. "Se questo non ci verrà accordato, continueremo a manifestare!" ha promesso Canto.

Fabrizio Baggi

Presenti alla manifestazione anche i vertici di Rifondazione Comunista, con il neo segretario federale lecchese Lorenzo Lunardi e il segretario regionale Fabrizio Baggi. Entrambi hanno duramente stigmatizzato l'assenza al presidio di rappresentanti dell'Amministrazione comunale di Lecco. "Un'aggressione ai danni di un lavoratore è sempre un fatto gravissimo. Se poi si verifica all'interno di un ambiente lavorativo legato a un ente pubblico, come un Comune, allora la situazione è ancora più grave e assolutamente inaccettabile. Il comportamento antisindacale in Econord è il frutto di una politica degli appalti scellerata e al ribasso, che contestiamo da sempre. Qui esiste una società partecipata, Silea, di cui il Comune di Lecco detiene la maggioranza, insieme ad altri 54 comuni dell'area. Questa società gestisce l’appalto, che poi viene subappaltato a Econord. E quando si procede con i subappalti, il risultato è sempre lo stesso: un abbassamento continuo delle condizioni di lavoro. Troviamo politicamente suicida che il Comune, pur essendo il promotore dell'appalto per questa gestione, non si preoccupi di verificare i contratti applicati, le condizioni lavorative delle lavoratrici e dei lavoratori che si occupano di mantenere pulita la città".

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