Presidio

Oltre duecento persone al presidio della Tavola Lecchese per la pace per fermare la guerra in Palestina

Gli organizzatori hanno sollecitato la creazione di "Due stati per due popoli".

Oltre duecento persone al presidio della Tavola Lecchese per la pace per fermare la guerra in Palestina
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Un presidio davanti al Monumento ai caduti per fermare la violenza in Medio Oriente. La manifestazione, a cui hanno preso parte più di duecento persone è stata organizzata ieri sera, venerdì 28 ottobre 2023,  dalla Tavola lecchese per la Pace.

Un presidio silenzioso per la pace

In tanti hanno voluto partecipare all’evento, compresi i sindaci di Lecco Mauro Gattinoni, di Oggiono Chiara Narciso, di Malgrate Flavio Polano e di Dolzago Paolo Lanfranchi. Tanti gli esponenti delle associazioni del territorio che si sono presentati con cartelli e bandiere della pace. Una manifestazione - silenziosa e ricca di significato - durante la quale sono state lette le parole del pacifista di Bulciago Vittorio Arrigoni, ucciso nel 2011 a Gaza: "Restiamo umani. A qualunque latitudine facciamo parte della stessa comunità. Ogni uomo, ogni donna, ogni piccolo di questo pianeta, ovunque nasca e viva, ha il diritto alla vita e alla dignità. Gli stessi diritti che rivendichiamo per noi appartengono anche a tutti gli altri e le altre, senza eccezione alcuna. Restiamo umani, anche quando intorno a noi l’umanità pare si perda. "Prendiamo per mano la Pace" sono state le parole d’ordine dell’iniziativa, per chiedere il cessate il fuoco nella guerra israelo-palestinese e garantire l’indispensabile aiuto umanitario per i civili.

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L'appello per la pace

Venerdì sera è stato anche letto un appello per chiedere la fine delle ostilità tra Israele e Palestina, garantendo la sicurezza con la formula "due Stati per i due Popoli".
"La tavola lecchese per la pace aderisce agli appelli che da più parti della società civile chiedono la fine delle ostilità tra Israele e il popolo palestinese e il rispetto del diritto internazionale - l’appello che è stato letto - Siamo riuniti sotto il monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale come simbolo del dramma che tutte le guerre portano con sé. Questa stele ricorda le vite spezzate sui campi di battaglia oltre un secolo fa, sacrificate per ragioni che molti soldati nemmeno condividevano o conoscevano; allo stesso modo oggi, ogni giorno, esseri umani di tutte le età, israeliani palestinesi ma non solo, sono vittime innocenti di guerre folli. La nostra presenza viva, sia segno della nostra ferma volontà di impedire che altre vite distrutte si riducano ad essere commemorate con una fredda pietra. Condanniamo l'ignobile e brutale atto di aggressione di Hamas contro la popolazione civile israeliana, avvenuto in spregio di ogni senso di umanità e Civiltà. L’atrocità di questa aggressione ci pone di fronte alla violazione di tutti i trattati e le convenzioni internazionali volti alla salvaguardia della popolazione civile. Non vi è giustificazione alcuna per l'operato di Hamas: neppure la disperazione e l'esasperazione del popolo palestinese, vittima da decenni dell'occupazione, della restrizione delle libertà, della demolizione delle case, delle espropriazione dei terreni e delle continue provocazioni delle frange radicali della destra israeliana e dei coloni può trovare una risposta nell'azione terroristica e militare. Il 7 ottobre ha segnato una svolta radicale. Niente Sarà più come prima, la violenza scatenata da Hamas ha portato nuove vittime e nuovo odio che renderà ancora più difficile affrontare le cause che da ormai quasi un secolo travolgono la terra di Palestina e di Israele. Chiediamo alle parti l'immediato cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e la garanzia dell'arrivo degli aiuti umanitari ai civili di Gaza. A 30 anni dalla firma degli accordi di Oslo, per mettere fine a questo incubo che sta insanguinando la terra santa, chiediamo che venga riconosciuta al popolo palestinese la stessa dignità di vita e gli stessi diritti che riconosciamo agli israeliani. Ci appelliamo al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite affinché assuma la propria responsabilità di organo garante del diritto internazionale e intervenga per mettere fine a questa tragedia con l'impegno di convocare, con urgenza, una conferenza di pace che metta al centro la risoluzione della questione palestinese applicando la formula “due stati per due popoli”, condizione che potrebbe potrebbe fine all'occupazione israeliana e alla resistenza armata palestinese ristabilendo così le condizioni per la costruzione di società pacifiche demografiche. Non ci sarà mai pace senza giustizia. Noi, come componenti della società civile italiana internazionale, siamo pronti a fare la nostra parte per sostenere il cammino della Pace e invitiamo le associazioni in movimenti israeliani e palestinesi a schierarsi chiaramente per la fine della violenza, per il rispetto reciproco e per il reciproco diritto di vivere in pace e liberamente nel proprio stato. Ribadiamo le parole pronunciate da papa Francesco domenica 8 ottobre 2023: «Gli attacchi e le armi si fermino, per favore, e si comprenda che il terrorismo e la guerra non portano a nessuna soluzione, ma solo alla morte e alla sofferenza di tanti Innocenti. La guerra è una sconfitta: ogni guerra è una sconfitta".

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