La Nostra Famiglia, lettera aperta all'arcivescovo Delpini: "Il bene va fatto bene”
Prosegue la lotta a tutto campo delle lavoratrici e dei lavoratori della struttura specializzata nella cura e riabilitazione ad alta intensità delle persone con disabilità (soprattutto bambini nell’età evolutiva)
“Se ci sono state caratteristiche che nel tempo hanno caratterizzato l’associazione La Nostra Famiglia, sono state il senso di appartenenza alla Mission dell’Ente e la dedizione che i dipendenti hanno sempre avuto verso il loro lavoro, svolto con grande professionalità e competenza, perché come diceva il fondatore ‘il bene va fatto bene’”. Prosegue la lotta a tutto campo delle lavoratrici e dei lavoratori della struttura specializzata nella cura e riabilitazione ad alta intensità delle persone con disabilità (soprattutto bambini nell’età evolutiva) che, attraverso le rappresentanze sindacali, hanno scritto una lettera di sensibilizzazione, con richiesta d’incontro, a Monsignor Mario Delpini, Arcivescovo Metropolita di Milano.
La Nostra Famiglia, lettera aperta all'arcivescovo Delpini: "Il bene va fatto bene”
“In questi anni si sono affrontati molti cambiamenti, ma le famiglie delle lavoratrici e dei lavoratori, da 14 anni stanno pazientemente aspettando il giusto riconoscimento a tutto questo dare non ce la fanno più, non riescono più a vivere dignitosamente con stipendi fermi a 14 anni fa. In questo ultimo anno noi come OO.SS. e gli stessi operatori abbiamo continuato a sperare che la proprietà e la dirigenza riconoscessero il giusto contratto di lavoro e la giusta retribuzione al loro patrimonio più prezioso, le lavoratrici e i lavoratori, ma purtroppo dobbiamo constatare amaramente che non è così – sostengono di Fp Cgil Lecco – Cisl Fp Monza Brianza e Lecco – Uil Fpl del Lario -. Non possiamo accettare che la qualità del lavoro e l’alta professionalità, che vengono richieste quotidianamente, vengano così meschinamente negate quando si tratta di applicare il contratto”.
Il contratto
L’ultima proposta della proprietà è quella di disapplicare il contratto della sanità privata al grosso dei dipendenti, circa 1600 su tutto il territorio nazionale (di cui in Lombardia circa 1100 e 900 solo sul territorio lecchese) per passarli al contratto Aris Rsa. Mentre resterebbero con il contratto originario i circa 400 dipendenti afferenti all’Irccs Medea, l’istituto scientifico per la ricerca e la riabilitazione nell’ambito dell’età evolutiva.
“Se faranno questa scelta il 50% del costo del rinnovo contrattuale della sanità privata messo a disposizione dalle regioni andrà perso – specificano i sindacati -, insieme a tutto l’impegno che con gratuità gli operatori mettono a disposizione da sempre. Siamo certi – aggiungono – che ci siano ancora margini di ragionevole speranza affinché l’Associazione ritiri le umilianti proposte che hanno avanzato in questi giorni, a chiusura del lungo anno di trattative con le Organizzazioni Sindacali che hanno posto come vincolo di base il mantenimento del Ccnl della Sanità Privata ARIS/AIOP per tutte e tutti”